MDIX, MAGGIO.
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majestà, por li ducali 3u rnilia li demo annmtim; sì che provedi, vadi dal re etc.
      Fu posto, per li savij, la commissioni a sier Antonio Zustignan, dolor, va oralor al re di romani, zeneral, replichar <jucllo è sta dà al secretano, che non à ’uto audientia; et altre cosse large. Et si manderà drio più larga commissione, non volendo.
     Veneno zoso a bore 2 di note, tutti di malia voja.
     In questa matina fo in colegio uno Julio, canze-zelier dii signor Frachasso da San Severin, venuto con gran faticha, dice col lazo a la golla X volte. Et dice, il signor è venuto propinquo a le nostre terre, videlicet Cremona, 20 mia ; et è sollo, vestito da pegoraro, e non ha potuto menar la compagnia ni far zente, si la Signoria lo voi cussi o no, che verà. Et li io risposto, baiando, el vadi via e vengi in campo, et ordinato darli la compagnia di 1’ Alvia-no. El questa nova piaque mollo a la terra ; ma di Romagna le nove tulli fono morti, e più di campo, che si poi dir non è campo.
 Scurtinio di do provedadori, uno a Brexa, V altro a Verona, justa la parte, con pena.
 Sier Lunardo Mocenigo, savio dii consejo,
  quondam serenissimo.........
 Sier Andrea Loredam, fo luogo tenente in la
   Patria, quondam sier Nicolò.......
 f Sier Christophal Moro, el consier, quondam
  sier Lorenzo.........143
 Sier Antonio Trum, procuralor, savio dii
 consejo..............
 Sier Zorzi Emo, savio dii consejo, quondam
  sier Zuan, cavalier.......75
 f Sier Piero Duodo, el consier, quondam sier
 Luca............108
 Sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procuralor, fo savio dii consejo.........
 Sier Pollo Capelo, el cavalier, fo consier,
  quondam sier Vetor..........
 Sier Piero Balbi, fo capitanio a Padoa, quondam sier Alvise........92
 Sier Pollo Pixani, el cavalier, savio dii consejo, quondam sier Luca........
 Sier Nicolo di Prioli, el governador di l’in-
   trade, quondam sier Zuane.......
 Sier Domenego Trivixan, cavalier, procura-tor, savio dii consejo......104
 È da saper, tutta la terra era di malia voglia, et
si dolevano molto di la fortuna, di haver cussi bello exereito, esser stà roto tristamente; biasemavano la ingordità di l’Alviano; e lo desideravano di qua per asetar le zente; e più si dolevano dii capitanio, clic non vai, e di li condutieri c zente d’ arme nostre, che 0 valeno, concludendo, tutti perdemo questo excelentissimo stado; et biasmavano mollo quelli di colegio, li qual sarano notadi qui avanti a eterna memoria; et clic cranio spazadi, non sapevano che farsi, ni fevano provision alcuna.
    Di Roma. Si aspetava risposta, si ’1 papa vuol le so terre.
    Di Eiemagna. Si crede il re non farà 0, licei vien a Olmo; si che si vede tutto perso, e digo fin a Padoa e Margera, licet Brexa e il castel di Cremona si tegnirà. Si vede Idio haverge abandonalo per li pechati. Era la Sensa, ma lutti pianzeva, quasi forestieri niun vi vene, niun vedeva ini piaza, li padri di colegio persi e più il nostro doxe, che non parlava el slava chome morto e tristo.
    Et fo parlalo per tulli questa ultima provisione, 129* di mandar il doxe im persona lino a Verona, per dar animo a’ nostri e a le zente, et far li consieri a presso; el qual movendossi, anderia 500 zenthilo-meni con soa serenità, a sue spexe. Tamen si parlava, e im piaza e im pregadi su le banche. Et quelli di colegio non voleano meter la parte, ni il doxe si oferiva andarvi. Era dillo questo a soi Doli ; et lhoro dicevano, il doxe farà quello vorà questa terra: tamen è più morto dia vivo, à anni.... Concludo, zorui calivi, vedemo la nostra ruma el niun non provede. Dio volesse fusse stà falò l’aricordo Jo dissi e voleva far, si mirava savio ai ordeni, che fui disconseglialo a mirarvi et me ne pento, di mandar a luor 5 over G000 turchi, e mandar secretano over ambasador al turco, ma borra è tardi. Si dubita di vituarie questa terra, perhò è da pensar mandar per formenti, e augumentar l’armada, perchè la via di mar ne sia aperta; el compieno di armar algune galie sotil.
    Noto. In questo pregadi, quando fu posto la parte nel consejo di X, die niun si possi scusar, el principe usò parole, ut dicitur, dicendo : Si vi par che iiui senio boni, anderemo nui im persona ; ta/men non fo diio allro. Et poi, posto di elezer li do provedadori, sier Zorzi Emo im pregadi andò in renga, scusandosi non poter andar, dicendo à mal etc., et li soi danari e aver è al comando di questa terra, ma la soa persona non si poi operar; et disse si do-vea far provision e non si perder, et altre parole, tamen il consejo non l’ave agrate. Ave 75 balole.