MCCCCLXXXXIX, FEBBRAIO. 456 sa fusse posta in man dii re per darla a’ fiorentini per danari, ma che lui li havia remossi ; non ha-vcndo ditto altro, non è sta posto ne li capitoli. Et non mandono li capitoli per esser in francese, et il gran canzelier li ha portati con lui a San Murlo lige 10 de lì, et li arano, li farano translatar et • manderali. Et il re fato il giuramento disse, presto 1 &2 faria publica la confederation a beneficio di la Si- • gnoria nostra, aziò li soi navilii andasseno seguri. Soa majestà si parte, va a Blcs, et lhoro lo segui-terano. Ilari, per un’ altra lettera di li ditti oratori, di 0. Come ricevute lettere de la Signoria che sj doveseno congratular col re et regina dii matrimonio, fono da soa majestà et dalla regina, quali ringratiò la Signoria, offerendosi. Ilcm, li presentono li falconi 00 et li 100 zibellini et li ebbeno molto a grati. Et è da saper questo presente costoe Zercha ducati 700. Ileni, come domino Antonio Frisoni, orator di Napoli. dia vegnir dal re per tre zorni, et etiam vien uno orator dii ducila di Savoja. Item, essi oratori dimandano licentia di ripatriar, hessendo 8 mesi sono lì. Dii re di Franza a la Signoria in francese, data in Angier a di <9 fevrer. Et la mansion dice : Ai nostri carissimi et grandi amisi el doxe et Signoria di Veniecia. Ringratia dii presente di 60 falconi che sono nobilissimi et boni, et li martori et zibelini, quali li aceta per suo amor, e se de lì è cosa alcuna piaza, comandi. Or leto ditte lettere, tutto el pregadi comenzono a jubilar et tutti cridava si facesse sonar campane: et cussi, hessendo pregadi suso, fo mandato a sonar campane a San Marcho, che parse di novo a tutti et corseno su la piaza. Et fo comandalo strettissima credenza non si (ligi li capitoli, se non è fata la liga per conservation di stadi. Et li cai di X dete sacramento. Et prima fu leto le lettere, et una di Pisa di proveditori, di 9. Che pisani se reduceano insieme, facendo varii colloquii, et manzano più di l’usato insieme. Item, di le calamità di quelle zente che Gridano pan ; el pisani alcuni voriano star soto chi se voia, pur che potesseno goder il suo, qual davanti di lhoro è tolti 'et amazati li lhoro bestiami per nostri. Item, le nostre fuste à rotto la lumiera di Campiglia apresso Piombim. Et sìer Domenego Malipiero pro-veditor scrisse solo una lettera, dolendosi dii caso dii banco dì Garzoni, con il qual è intrigato, perhò voria licentia. Et per quelle dii secretano di Zenoa*, ili 9. Par sia zonto con le galie uno orator di la regina vechia di Napoli, va in Spagna, et subito si partì di Zenoa con una caravella per andar in Spagna. D i Vegia di sier Piero Malipiero conte, di 14. Di uno messo dii conte Anzolo di Frangipani, venuto lì, qual voi ajuto da la Signoria. Item, come ha nova, per una lettera di 12, el ducha Corvino è intrà in alcuni lochi di turchi e fatto tajata di mille turchi et 500 cavalli, et havia preso tre capctani, qualli li nominoe per nome. In questo pregadi fo posto parte, per li savii, di scriver a l’orator nostro a Roma la conclusion di questa liga, et debi dir al ponlifice che volendo soa beatitudine intrar li dici ctc. Et fu presa. Item, fu posto, per tutte tre man di savii, di dar autorità a quelli tre deputati sora el colimo, che siano exeeutori di le lhor parte ; et fu presa. Et venisscmo zozo di pregadi a bore 24, et la piaza era piena di persone, et fo sonato campane per Ire zorni et fato lumiere in questa terra con alegre-za universal di tutti. A dì 20 fevrer. In collegio. Vene sier Albani d’Armer patron di una nave, qual havia messo banco; et dimandoe di haver il partito have sier Cosma Pasqualigo di armar, el qual zà havia fato in collegio le sue pratiche. Li fo risposto si consejeria, et licei fusse danno di la Signoria, lamen niun osoe dir nulla. Ancora fo aldilo sier Alvise Grimani q. sier Ber- 182 * nardo per nome di so fratelli, sier Domenego e Za-charia Grimani, dolendosi che per l’oficio di le raxon nuove era sta bolato la sua botega di cendadi in Rialto nuovo, che sarà la ruina lhoro, perchè li altri creditori salterano suso etc. Volea dar parte di danari et fusse desbolata. Et lamen non parse al collegio, et faliteno. Item, etiam ialite Andrea Rizo e il fratello teniva banco apresso li Garzoni, qual fo ritenuto in caxa dii Saraton, et era debito a Poficio dii sai nostro. Sichè si comenza a sentir. Vene l’orator di Milan, vestito di negro, et disse di la bona voluntà dii suo signor, et disse quello eri l’orator nostro ne scrisse, e che ’1 ducha di Ferrara verrà qui. Poi disse di la liga, li parea di novo el si dolea : lamen teniva fusse fata con tali capitoli che hessendo sta una volta la Signoria quella havia cazà francesi de Italia non li vorà far ritornar, et il suo signor esser fiol di questa Signoria. Et il principe li disse esser sta fatta questa liga per conservation di stadi, et è più di 200 anni si havia bona amicitia e Manza con il re di Franza, la qual ronipesemo ajre-quisition di altri, et che venendo qui el ducha di