447 MCCCCLXXXXIX, KEBBRAJO. 448 li cani acciò più non bagiasseno, et ditto contestabile se n’acorse et retene uno villan, dal qual bavella ve-rilà. Steteno preparati et veneno inimici, trovono esser scoperti et tornonò via. Et lui proveditor ordi-noe li ditti villani lussano mandati fuora, et resti soluni li fanti, et cussi fece far a Monte Cornaro et Vergareto ; nè altre lettere fono lecte. Introe li cai di X, et il collegio fo licentiato. Da poi disnar fo gran consejo, et per esser prima domenega di quaresima fo stridato i ladri, per sier Lorenzo di Prioli avogador di comun per numero 6 : el primo sier Piero Bon q. sier Belletto era al formento in Candia, sier Marin Pasqualigo fo al dazio dii vili, Domenego di Martini, Jacomo Zivram, Jacomo Basilisco et uno Pizamano scrivan al sai. 179 Da poi consejo si riduse la Signoria con li sa vii in collegio per lezer lettere venute, questa raatina di Franza, erano in zifra. Et prima : Da Milan di l'orator, di 15. Manda lettere vien di Franza, abute per via dii signor Constantin. Et il ducha ha fatto la mostra di 200 cavali lizieri, quali manda, con altri 300, contra il conte di Pitiano, zoè li 300 mandava il marchexe di Mantoa ; et è partito misier Galeazo Visconti, va in Aste da misier Zuam Jacomo, ad quid non si sa. Ei'i zorise li domino Francesco de Montibus orator dii re Fedrico. Di Turim dii secretano, di 12. Come era rimasto lì el reverendo thesorier e il magnifico canzelier, poi partido el ducha et il resto ; desidera haver licen-lia. Et esser nova in li merchadanti el re havia fatto comandamento sotto pena di rebelliom tutte le zente di la guardason di Aste stagino in hordine, et le biave di Provenza non se trazano, et à mandato a calar li alozamenti et deputato il viver per 600 lanze che ’1 voi mandar in Aste. L’orator di Milan è lì amalato, il thesorier parte fin 10 zorni, va a la corte, resterà il canzelier con alcuni dii consejo. Ilem, domino Guido de Nigris partì de lì per Franza ; el maistro di caxa di madona Bona è stato a Milan ; et che la licen-tia data al secretano nostro a Zenoa, et esser sta mandato via, ha dato molto che dir : dicendo de lì via si darà da far a Pisa. Da Valezo di domino Thadio da la Motella con-dutier nostro, di 16. Et mandoe una lettera di 15 abuta da Mantoa. In conclusione el ducha di Milan à mandato a dimandar al marchexe mandi 100 balestrieri con li 500 cavali, vano contra il conte di Pitiano, zoè cavalli 100 dii marchexe, 100 di don Al-fonxo di la cha d’Este, 100 dii conte Lodovico di la Mirandola, 100 di misier Bandino et 100 di Zuam da Casal, vano a Bologna a far la massa. Et il ducha di Ferrara dice non se li mandi contra zente, perchè il conte va in prexom nè porà tornar indriedo : il marchexe à risposto al ducha di Milan non voi andar conlro il conte, per non esser impresa da lui, e non si fida dii ducha, voi venetiani spenda danari e a sto marzo un anno rechiederano la paxe. Et il ducha di Milan scrive voi lui marchexe et il ducha di Ferrara habino el suo, li tien la Signoria ; et per via dii Turcho farà spender la Signoria ; et che il re di Franza è avaro e à da far con il re di romani, e farà venitiani si sentirano lezieri come hora fiorentini. E voi ajutar il marchexe a recuperar il suo ; et dice il ducila di Ferrara ha da spender. E che questi razonamenti si fa in camera di madama la marchesana. Da Ravena, di 16. Nara molte provision fate. Si arà G000 fanti, ma il conte ne voi più altri 1000, et voria il conte di Sojano fazando quella via fusse reintegrato di la compagnia, et eliam quel Tyberti da Cesena, et altre zanze. Et in questa sera fo man-dà ducati... a Uavena, et scrito al ducha di Urbim, et fu suspeso una lettera si scrivea al proveditor Marzello. Dii conte di Pitiano a la Signoria nostra, di 16, da Ravena. In conclusion voi 7000 fanti, danari non manchino, e sia lato salvoconduto a uno Polonio di Boni, è bandizà, qual voria fusse supra le munition. Di Franza de li oratori nostri di ultimo zener, data in Angier, castelo in la Franza. Come tutti li dimandava dii tardar di le nostre lettere, et fevano novi conienti, dicendo li oratori fono sta mandati per inganar il re, non verano mai a la conclusione. E che la princessa fia di re Fedrigo è in ferma opinion non voler il ducha di Valentinoes per marito ; e uno prelato, è con ditto duca, ha fato querimona dii re, dicendo havia promesso al papa di fargela haver. Et il re rispose indignato haver promesso far il po-der, li à fato offerir per il.cardinal Vincula la fia di sua sorela, ch’è sua neza fia dii conte di Foys, over la fia di monsignor di Albret ; il ducha à scrito a Roma et à mandà una scritura sotoscrita per il Vincula come el re promete al papa non si accorderà mai con il re Federico senza saputa e consentimento suo, e si ’1 re Federico non verà a l’acordo e composi-tion, voi insieme col papa romperli guerra. E intendono il ducha volea questo capitolo, in questo caso il re fusse ubligato ajutar il papa a romperli guerra, et li regii consejeri non volseno. Et il re à scrito a li oratori di Napoli si voleno venir per cason dii matrimonio vengino, ma venendo per exponer comis-sion o praticha di acordo non vengino, ma dimora-