1103 Mcmixxxxix, agosto. Il Gì spagnoli, et ozi queli di Urbin, et domai) passerano le zente d’arme dii ditto ducha, quali vanno di lon-go verso il Polescne nostro. Da Ragusi di 12, di domino Bernardo Gondol-knsis abbas Mèltelensis, idesl da Mènda, Avisa la Signoria come Scander bassa fa zente e andarà verso il Frinì et Istria, è homo indiavolato, astuto eie. Ilem, il signor Turcho si ha por via di Scopia è andato sopra la marina, va veloce, el dove zanzera lui zon-zerà la sua armata. Hem, ringratia l’armata nostra non han falò danno nel passar al loco suo di la Me-leda come fo fato per avanti, sicliè ricomanda il suo locho a la Signoria nostra. A di 2!) avosto. In collegio, prima fo loto le lettere : Da Roma, di l’orator, di 21. Come! 1’ orator di Napoli, Milan el uno nontio dii Cardinal Ascanio, eri venutoli, fono dal pontefice, et l’orator nostro fue da soa santità per saper. Li disse erano stati li ditti per acompagnar ditto camerier di Ascanio, qual li referì il zonzer suo a Milan, et la contenteza di po-puli, è terminà poner la zente in campo, haver visto assà danari e zoje. Ilem, che li subditi di Milan hanno contenta pagar 15 milia provisionati, el uno citladin li dà ducali 40 milia, et cussi li altri per manleriii'lo in stailo, debilitar le cosse franzese, dice che la Signoria nostra non iia 400 bomeni d’ arme quali tien secondo il consueto. Et che soa santità li rispose ben si convegniva a queli populi ricever Ascanio, e di le zente non era il vero, el che la Signoria non sohm ha 400 ma 7 volle 400 homeni d’arme, e li dimandò quante velie ha la Signoria sul mar, e li disse questa è una lieve ambasata de uno pontefice; judicha costui vadi a Napoli a exagerar le cosse dii ducha. Ilem, il papa ha inteso il marchese di Mantoa esser in acordo col ducha, li dà 100 milia ducati per resti vechii et in segno li dà alcuni castelli, el qual marchese si è acordato perchè la Signoria nostra non leva conto di lui, et parloe con F orator nostro di sopraditto marchese, etc. Ilem, è lettere di monsignor di Arles era zonto a Lion a dì 6, el zorno da poi il re partì et lo va seguendo par esortarlo venir in persona a l’impresa. Ilem, il papa si meraviglia non habi nulla dii legato, desidera saper il successo di l’armata nostra, e cussi tutta la corte chi per intender la viteria, chi dubita cjie poi la Signoria havendo fato tanta sp. sa non la drezi ad altra impresa. Ancora fo leto un’altra lettera di 24, la qual è di gran importanza et era drezata ai cai ili X, mandati tutti fuora, et lamen el primo pregadi etiam fo Iota. È uno brieve con una lettera scrive el legalo Concordiense è in Alemagna al pontefice di le nove dii re di romani et successi lhoro. È da saper che per collegio spesso era scritto a Roma a l’orator e mandatoli li sumarii da mar e dì terra acciò comunichi al papa. Di Ferrara dii vicedomino di 28, fiore 28. Come eri sera vene per stafela al ducha qual è mia G lontan a pescar ut dici tur, lamen crede sia stato in coloquio con misier Zuam Rentivoy, et vene nova come misier Zuam Jacomo Triulzi a di 24 preso Valenza ebbe alcuni castelli, videlicet Voghera, San Zuam, Brisignano et la cita di Tortona, el a di 25 ebbeno franzesi Piazensa senza dificultà, el che Monsignor di Obigny bombardava Alesandria dove era il signor Galeazo di Sanseverin, misier Francesco Bernardin Visconte, misier Alexandro Sforza con 700 homeni d’arme el assà fanti, et zà havia preso uno borgo e bombardava la terra, et che Pavia non havia voluto acetar queli dii ducha di Milan. Ilem, che ’I ducha predilo con li tre cardinali Ascanio, Sanseverin el quel di Este (iol dii ducha dì Ferrara haveano concluso lassar e non si levar da Milan e star deulro la terra con le zente el 14 milia fanti. Ilem, havia Irato di Mortara el Vegeveno le artilarie e portale in Milan, el che in Milan si Iacea conven-ticule, chiamano il Triulzi, et cussi si la in Pavia che si poi dir espedita; eì queste nove si ha per uno Lorenzo di Strozi camerier dii ducha di Milan scrive a suo padre, el etiam domino Baptistin di Campo Fregoso a questo istesso. hem, quel signor era rimasto morto, si dice à conseglià il ducha stagi in Milan, lumen à dito pul/lice è spazate. Ilem, ditto domino Baptistin voi mandar suo messo a la Signoria nostra per conzar uno suo fìol, è con Paulo Vitellir con quel soldo piace a la Signoria. Ilem, si aspela la nova dii perder di Parma, perchè aràno tutto di là di Po. Ilem, ferraresi stano con la testa tajada, ob-serva i pati hanno con la Signoria nostra, di li qual fa pocha faticha, il signor fa conzar la (erra, la torre dii fossà di Zigniol e fa cavar le fosse. Da Pisa base fiorentini haver auto una gran bota, e molti infermi esser parlili dii campo et esser levà assà zente di quello, adeo si poi dir quasi seguri. Dj, Brexa, di rectori, di 27. Come haveano da Pontevicho li provedadori nostri haver ordinà si fazi uno ponte di lì, à mandà legnami a Cedi etc. Ilem, la compagnia di domino Antonio di Pij, è zonta, va in campo et 100 balestrieri dii capitano di le fantarie et Ramazoto contestabele con 200 provisionati, li hanno expediii ¡mediate. Beni, mandono