831 MCCCCLXXXXIX, GIUGNO. al qual con gran faticha fu riparato ; et s’el non fusse sia usato parole per nome di la regia majestà, per le quale a quelli fu dechiarato che essa regia majestà havea saputo quelli che erano stati colpevoli de li erori per avanli cornessi, et che a un tempo sua majestà li daria la punition li meritava, in ogni modo saria seguito qualche inconveniente; ma con quel mezo fu quietalo la furia de’ villani. Da poi fu concluso et asentito a la richiesta regia, di darli li danari per li 4000 fanti, per do mexi solamente, et furono electi 12 homeni, 4 prelati, 4 zentilhomeni et 4 per quelli dii paese a far la partition, et haveano dechiarito che li prelati et zentilhomeni ne pagasseno 1750, et 2250 ne pagasseno quelli dii paese ; et su questa dichiaration ne era sta molta discordia, né per cossa alcuna i paesani voleano assentir ; et fino al partir di esso, che referisse, che fo il luni a dì 10 a hore 18, fin quel hora non si havia sentito come se habino ada-ptati. Item, la majestà regia era lì, et con non molta reputatione havea seco da stafieri 10 con le pestarole ruzene, et quello haveano atorno non valea fra tutti Ihoro fiorini (j ; et divulgavase esso re lassato hordine de 1! anderia e Felchirch. Item, si trovava a Meram molti soldati di ventura, quali non haveano voluto tuor stipendio, i quali forno tolti suspeti, et fo fato per la majestà regia, che soto pena di la forcha, fra termene de’ zorni do, se dovesseno partir de lì, i quali partili devano causa che le strade erano mal segure. Di Vicmza, di sicr Domenico Contarmi capitano. Di certo gran caso seguito di uno Zuam lliro-nimo di Loschi citadin, qual à bastonà uno, et sodo-mitava un puto etc. Voi taja darli etc. Da Padoa,, di sier Marco Balani, podestà. Di certo caso intervenuto per el simel, dimanda aucto-rìtà di dar taja. In questa matina fo iterum balotà sicr Borlolo Lion conditor dii dacio di le do e tre per 100, et cossi rimase tutti i piezi. Item, fo balotà certi danari di la provision di Vicenza, di Naldo di vai di Lamon, è a Ravena, et ducati 50 al signor Antonio Maria Ordelapho di la sua provision, et scritoli vengi via. Item, fo scrito al capitano di Padoa, vendi li cavalli, venuti con sier llironimo Donado orator nostro di Roma, a chi più oferisse. A dì 20 zugno. In collegio. Vene sier JacomoCa-pelo, venuto capitano di le galie di Fiandra, con una vesta a maneghe averte di damaschili eremesin, et referite brieve e ben : come a dì 7 avosto partì di I’uola in hordine tutte le galie, giunse in Ingaltera, ben visto da tutti, per esser sta assa’ tempo non era stato galie; et havia fato il suo viazo in mexi 10, li patroni fati richi, et che il re d’Ingaltera, voria la Signoria nostra li scrivesse qualche volta. Item, laudò la sua galia, ch’è dii sesto di Marco Francesco 325 * Rosso. Item, che, a dì 12 di questo, gionse a Palermo, a dì 9 a Messina, bave salvoconduto dal viceré, et fu contratato per ducati 1(J milia, poi vene a Ragusi, dove fu contratato per ducati 12 milia, de-mun a Zara, dove non havendo alcun hordine di romanir in armada, perhò che sier Domenego Ma-lipiero provedador dovea retenir dette galie, ma zonto el capitano zeneral a Corphù, non li parse. Conclude haver menate le galie in mexi 10, cossa zà molti anni non più udita ; conseja la Signoria nostra vogli mandar le galie in Fiandra, et non più in Àn-tona solum, perchè se ruina il viazo; dii resto a dir compirà in pregadi. Fo laudato da principe de more. Di Franza, di sier Antonio Loredum el cavalier orator, date a Paris, a dì 8 el a di 10. Come il re partito di Castel novo andò a Paris, e lui lo seguì, e poi trovò soa majestà, e li fece buona ciera al solito, e li disse nove de’ sguizari, havia da misier Zuam Jacomo ut palei in ex empiimi Ulerarum. Item, li disse come havia mandato 200 cavalli, in ajuto dii ducha di Geler, quali haveano roto 500 todeschi. I/era, mandava di qua da’ monti fin tre zorni, monsignor di Obignì con lanze____et la so compagnia andava sotto monsignor Dauson suo fratello, etiam sarà monsignor di Lignì con 100 lanze, et 100 lanze dii ducha di Valentinoes; et che saria governador a l’impresa di qua da’ monti, monsignor de Obigni, perchè stava ben al presente, che però prima era deputa monsignor di Lignì, qual è andato in Bergo-gna, e come ritornerà sarà lui. Item, che esso orator scontrò li oratori lìiorentini, quali laudò la Signoria a voler ubedir al laudo et dannano pisani, che con 150 fanti, che hanno, se vogliano defender ; et che il ducha di Milan non voi far; et che dicti oratori solici-tavano il roy, li ajutasse a rehaver Pisa. Item, esser stato dal Cardinal Roam, qual parlando li disse : el ducha de Milan havia retenuto un corier dii re, veniva da’ sguizari, et che la regia majesta à hauto a mal, li duol più questo, che esso ducha ha mandato orator al re d’Ingaltera a far rompi al re, come sa-pea certo ; et ha promesso che Maximiam romperà in Bergogna, et li reali di Spagna a li confini, et questo li fa più mal che il recuperar dii patrimonio, sichè al lutto esso re è disposto tuor l’impresa. Item, come zonto fu el gran canzelier a Paris, seguite certo romor tra scolari, adeo quelli si sublevono, et zonto a hora eh' è il re spera si aquieterà le cosse.