(137 MCCCCLXXXX1X, APRILE. Et fo parlato zercha la nave, et visto le polize le qual oferte sarano qui sotto scripte, et fo scrito a l'uola dovesseno meter li calafai a conzar l’altra barza, perchè la Signoria la voi armar. Cunsullalion di le nave vuleano urinar per la Signoria. La nave di sicr Antonio Cocho, patroni sicr Fantini Memo, di bote 000, voi ducati ti00 al mexe, il pagamento a le cazude di debitori di Monte vecliio et nuovo, et scontar in decime, et liaver il biscoto. La nave di sier Alvixe Malipiero et compagni, patron’Toma Duodo, di bote 000, voi il pagamento al sapra. La nave Soranza di sier Andrea e fioi, patron Francesco Tarlao si obliga armarla in zorni 8, voi ferma di 4 mexi ducati 600 al mexe, et 4 miera de biscoto; voi la ubligation da Treviso e Bassan. La nave di sier Lunardo Vendramin, di bote 500 [ter ducati 550 al mexe, ferma di mexi 4 e scontar la meta dii debito a le raxon numero ... al mexe. La nave di sier Francasco Gradenigo e compagni, patron Filippo lirocheta, di bote 600, per ducati 550 al mexe, e haver li danari di Monte vecliio et novo. La nave di floli fo di sier Pedrazo Malipiero e sier Toma Contarmi, di bote 700, patroni sier Marco Malipiero, per ducali 600 al mexe, voi danari exigi-bili : la qual è carga di legnami per Catalogna. La nave di sier Beneto Zustignam con homeni 125, voi ducali 800 al mexe, et li danari a le cazude Monle vecliio e Monte nuovo. E1 belingier di sier Nicolò da dia da Pexaro e fioi da Londra, di bote 500, voi ducali 600 al mexe il pagamento come la nave Codia. In questa malina nil levar dii collegio vene il marchese Lunardo Malaspina e pre Ypolito a luor licentia dal principe, voleano andar via a Verona, et li fo ditto bone parole ; tutta via la Signoria havea auto una scrilura di Zuam Batista, avisava il ludo. A dì 21 aprii. In collegio doinenega, el principe con li oratori el le cerimonie solite, zoé de’ palricii, andoe a San Ziminian in cao di piaza ; la qual selenita dovea andar la matina de la domenega di. Apostoli, ma andoe ozi. Et eliam in questo zorno, come el principe fu acompagnato a palazo, sier Antonio Grimani procurate, capitano zeneral, partiti che fono li oratori, vestito di veludo cremesin, con una barda di veludo, vene zozo di la scala in mezo di procuratori, di consejeri, cavalieri el altri, (ideo, chi acompagnò el principe vene a «impagliar a meter banco el capitano zeneral, dove era a 1’ armamento sul banco cinque monti d’ oro de ducati di diverse sorte et venitiani e uno monte ili more da zoè ino-cenigi, et molti sacheti di marcelli di ducali 10 l’uno, adeu fo ditto era ducati 40 railia, et soi Boli erano sentati lì ; stete el capitano un podio, poi si partì e tutti andoe a caxa. Et in questa matina collegio non si reduse, et da poi disnar fo gran consejo et non si reduse collegio perchè sier Zorzi Pixani dolór et cavalier, podestà di Chioza, fece l’intrada. Et vene uno gripo con lettere da Corfù di tre di questo, ve-chie, le qual non fono lede per esser veehie; eliam lettere da Modoni le qual ni in collegio ni pregadi fo lete. A dì 22 aprii. In collegio vene Hironimo Vianello volendo risposta di le lettere di le reali di Spagna, che pregava la Signoria mandasse a cargar sai a Matha e non più a Gieviza, e voi dar ima nave di bando. Item, disse havea a dir cosse scerete per parte de l’infante d’Aragon, qual aspela risposta ; et 253 il principe lo comesse a li capi dii consejo di X, perché tradava materie grande, lo aldiseno. Vene 1’ orator di Urbim dicendo haver scrito al suo signor vengi questo mazo come li disse el principe, et che voria di cinque page li resta una sola, prò nane, li fo risposto d suo signor è ricco e si vederà. Vene l'orator di Rimano, dimandando danari per il signor suo. Fo contesso a li savii da terra ferma, e li fo dato stera mile di farine a conto di le sue page, di quelle erano a Rimano. Vene domino Antoniello Colla, con lettere di credenza dii signor profeto Zuan da Rovere ducha di Sora, date a Sinigaja; et venuto a posta qui: expose el prefeto havia auto lettere da suo fratello reverendissimo San Piero in Vincula, qual li scrive haver parlato con li nostri oratori, et scrito ili acon-zarlo con la Signoria nostra, per tanto lo ha mandato a saper ; et li fo risposto non è tempo, come sarà, si farà volentieri. Vene il secretano di l’orator di Napoli chiamato Luca de Paglia menuta, solicitando le lettere zercha quelli per marami reteuuti a Liesna ; et fo terminato in collegio di scriver li lassino andar. Vene una poliza di Zuam Alberto da la Pigna dicendo voi tornar a Ferrara, voi conzar tutto el suo signor, e la Signoria li dagi l’instrution, si scusa assai e voria la Signoria scrivesse una lettera, la qual fusse leda in camera dii ducha al vicedomino nostro: che non se impazi zercha li contrabandi, et che ’l