MCCCCLXXXXIX, APRILE, 048 scusano, dice haver mandati i conti, et mandava Secondo Trivixan rasonato de qui con li conti, et dicono non haver danari, et fanno gran lamenti. Et di Bibiena hanno dal provedador li mandi più vivande poleno, et haver ricevuto li 25 mulli cargi di vituarie, et voria trazer le artilarie senza mandar a dir altro a li comessari fiorentini, zoè di Bibiena. Da Ruvena, dii podestà, di 22. Come era lì el signor Antonio Maria.Ordelapho, qual moriva di fame, nè si sa quello liabi a far, et pregava la Signoria li mandasse danari, et elicmi lui medemo scrisse a la Signoria. Di Drexa eli rectori, di 22. In risposta de li 200 homoni mandati a tuor di riviera dii lago di Garda, scriverlo li manderà, ma è pochi danari, voriano darli più danari per uno, acciò podesseno lassar a caxa qual cossa. Li fo rescrito dovesse dar ducati... per uno con segurtà. 56 Dei Zane., di sier Francesco Venier conte el sier Jacomo du Molin dolor capitano, di 18. Et è da saper sier Francesco Marcelo capitano di Zara, venuto, gionse domenega, lamen non vene a referir in collegio. Or questi rectori di Zara avisa come sier Bernardo da Lezo, zenero di madona Dorothea fo moglie dii conte Carlo di Corbavia, voria recuperar lino castello chiamato Elizevam, el qual havia impegnato ad alcuni zentilhomeni nostri fideli di Pen-chovich ; el qual è mia 19 da Zara, 7 da Laurana el 4 dal eastel di Nadin, li qual zentilhomeni hanno più di ducati 3000 sotto quel di Zara: per tanto voria hordine da la Signoria di quello havesse a far. Nulla fo risposto. Da poi disnar el principe con li oratori, per esser la vezilia di San Marco andoe a vesporo, vene le arte a offerir etc. et doman fa pasto justa il consueto ; andò in chiesia con le cerimonie, portò la spada sier Zuain Morexini electo ducha di Candia, fo suo compagno ..., et li savii di collegio si redusse per expedir molte cosse : et fo consultato di pagar li spagnoli, è in campo numero 1200, perchè li proveditori nostri scriveatio stava lì con dubito ; lamen fo terminato aspetar altre lettere. Itein, consultato di dar licentia a sier Marco Lipomano orator nostro a Milan, lamen niun di savii la sentì se non do savii a terra ferma, fu concluso indusiar ; terzo fo consultato di armar le nave, et referite sier Alvise Venier et sier Zorzi Corner el cavalier savii a terra ferma quello haveano operato a pratiehar con li patroni, quali dimandavano molto ; et visto la poliza di l’ar-mirajo dii porto di la condition et bontà di le nave sono in hordine, et tutti disseno l’opinion sua, nihil conclusimi-, consultalo, me promovente, far Iisopra-comiti in pregadi per scurtinio, lutto il collegio lau-doe tal opinion. Vene sier Francesco Pasqualigo soracomito a tuor licentia, si parte questa note, va in Ancona a compir di armarsi. Vene Jacomo di Tarsia, era capitano di le fanta-rie a Pisa, et porloe lettere dei signori pisani di 18 a la Signoria di credenza, et rel'erite erano pieni di lacrime, et per niun modo esser disposti darsi a’ fiorentini, et voleno prima spianar la terra. Ilem, molti contestabili et soldati nostri rimanevano lì a servir pisani, mossi da compasion, et haveano in chiesia ju-rato non li abandonar, tra li altri Gorlim contestabile ; et toleno danari da le chiesie per defendersi, et pocho manchò lui nou fusse restato, ma auto el comandamento venisse qui era subito partito : conclude esser in suma inopia, et non haver da viver. Li fo risposto per li savii si expediria subito per Cypro. Di Pisa, di sier Piero Duoclo proveditor, di 17. Come tutto quel populo era aflitto, et si preparavano con preposito di met'er prima fuogo in Pisa clic darsi soto fiorentini, et il forzo di le nostre zente e contestabili per compasiom sponte rimaneva lì a servirli, le botege non si apriva in le strade, et per le caxe si aldivano cridori grandissimi : vanno armadi pisani per la terra, hanno fato do stendardi con do imagi-ne la Verzene Maria et S. Marco, et voleno drezarli 256 * in la terra fino el nostro signor Dio li ajuterà da qualche banda, sichè si trova in grande affano. Et ricevuto le lettere di 12 nostre, fé’comandamento a Jacomo di Tarsia venisse qui, qual damatimi si parte. Sier Domenego Malipiero proveditor era su le galie a la Foze stava preparato per partirse, et andar a Portovenere. Et è da saper el ditto Jacomo di Tarsia disse in collegio havia fato restar 100 alemani a Verona a soa requisition ; li fo ditto andasse col zene-ral, fu contento. Di sier Vincenzo Valier proveditor de’slratioli, date a Pisa a di 17. Come stratioti lutti erano partiti di Pisa, e andati mia tre lontano, acciò non fusseno retenuti da’ pisani, et eliam per fuzer el morbo vi era, voleno danari, aspetano mandato da la Signoria nostra. Ilem, avisa chi è in Pisa si trova in grande infelicità, perchè pisani voleno più presto morir che andar in le man de’ fiorentini; et esser apichato non lassano ussir nium fuori di la porta ; et non si parlava di peste licei vi fusse, tanto era li altri sui dolori. A di 25 aprii. Fo San Marco : el principe fo in i chiesia a messa con li oratori, et poi fe’ pasto, justa il