015 MCCCCLXXXXlX, LUGLIO. 01G rator nostro a Roma di la venuta qui di do oratori francesi, et il jurnmento fato di mantenir la liga, et di l’andar di l’orator di Milan a Scutari, come ha-vemo per via di Dulzigno, con casse etc., una di le qual era di ferro. Ilem, di l’orator dii Turcho venuto a Pexaro, va a Milan a dimandar ducati 200 mi-lia promessi al Signor, perchè el venga a’ nostri danni, le qual tutte cosso dovesse dir al papa. Ilave la parte 10 di no, et resto dii consejo di sì. Ilem, fo fato scrutinio di uno savio dii consejo, in luogo di sier Alvixe Bragadin procurator non era intrado, rimase nuovo sier Marin Liom, fo capitano a Padoa, have 107, et fu soto sier Nicolò L'iom procurator fo savio dii consejo, 07, sier Domenego Tri-vixam el eavalier, 05, et sier Hironimo Zorzi el ca-valier, 73, et introe. Copia di la lettera di la Si/jnoria nostra scritta a li notori di terra ferina per il sussidio cristiano. Augustinus Barbadico Dei gratia dux Venctia-rum etc. Nobilibus et sapieritibus viris Marco Bol-lani, de suo mandato potestati et capitaneo Paduae, fidellbus dilectis salutoni et dilectionis affectum. A tutti è nota la grandeza et graveza de le spe-xc che al presente soslien la Signoria nostra per la importantia de le occorentie de le cosse maritime, le qual sono de qualità che apresso grande somma de oro erogado fin bora recerchano maxima quantità de danari, sì per poder continuar la presente spexa come por suplir a le altre che in dies acaderano, secondo le occorenze di tempi per conservation dii stado nostro et universal beneficio di subditi nostri, fortune et facullà llioro. Unde atrovandose al presente questa cità nostra gravata da decime, et altre assai angarie in publicO et in partieulare di cadaun citadin nostro, ne par ben rasonevole et conveniente die le fidelissime cità el lochi nostri de terra ferma in questa religiosa expedition debino socorer la Signoria nostra de alcun subsidio, come membri al suo capo, et come altre volte alacri animo in simel casi hanno facto, et se rendemo certissimi in questa urgenza farano per la fede lhoro et devotion verso la Signoria nostra, la qual sempre afectuosamente defende el nome cristiano et la vita, libertà et facultà universal del stato et subditi nostri. Et perhò con el Sonato nostro abiamo deliberà domandar da le cità et luoehi nostri da terra forma, certo sufragio de danari per una volta tanto, ralione et nomine subsi-dii christiani ; et habiamo deputa et limita a questa fidelissima comunità nostra ducali 10 milia a pagar semel tantum ut prediximus, intorniando che siano ' ubligati a questa contribution de subsidio, txempti et non exernpti, limitati et non limitati, unde volano et ve comandano elio questa dehberation nostra do-biate con forma dolce, grave et accomodata dechiarir a quella fedelissima et carissima comunità nostra, la qual siamo certissimi che jocundo animo per le ra-xon sopraditte promptamente exborserà questa ho-nesta et non grave limitation, la qual, per habilitarli 35 tanto più, siamo contenti sia pagata in do termini, viddicett la mità de presenti, et l’altra mità per tutto setembrio proximo. Vui adunque quali intendete el bisogno urgentissimo, non mancherete de la solita vostra diligentia, dexterità et pruderitia per el celere effecto de quanto habiamo predicto. Et de la reception et executiom de le presento ne darete immediata noticia. Data in nostro ducali palatio, die 13 julij, indi-ctione secunda 1400. Limitation di le camere, al mexe. Da la Camera di Padoa, ogni mexe ducati 3000 Da la Camera di Verona, ogni rnexe » 2500 Da la Camera di Brexa, ogni mexe » 4000 Da la Camera di Vicenza, ogni mexe » 2000 Da la Camera di Bergamo, ogni mexe » 1500 Da la Camera di Crema, ogni mexe 150 A di 12 lujo. In collegio. Fu fato render li ducati 200 havia tochà sier Hironimo Donado dotor, va vice domino a Ferrara, fra tre zorni, Qt questo per esser sottoposto a la parto di la mità. Vene l’orator di Pranza domino Acursio May-neri, in materia di l’abate di Santo Antonio di Viena ; risposto si vedarà. Vene l’orator di fiorentini, et disse li soi signori haverli scritto come lhoro zente haveano auto el ba-stion di Stagno. Item, quanto a li danari la Signoria li perdonasse si starano qualche setimana, perchè convengono ubligar certe cosse a quelli farano la promessa, poi per esser al presente implicati a la guerra contra Pisa. El il principe li rispose questo : non impazava la guerra a darne le nostre cauzion, et che nui havevamo ubidì al laudo, et cussi dovea far fiorentini, et 1’ orator disse scriveria. Vene l’orator di Milan, et fece un longo discorso mostrando farlo da se, come episcopo che vedeva il foco Se empiva in Italia, et benché mai questa Signoria havesse tirato zente barbara in Italia, pur li *