47 MCCCCLXXXXV1II, OTTOBRE. 48 Vene l’orator di Monferà, domino Urbano d’Al-ba, alozato a San Zorzi Mazor, et è assa’ mexi sta fermo qui, qual introduxe in collegio un corier fran-ze?e con lettere dii re a la Signoria, qual dimandava fusse lassato di prexon el signor Zuam Zernovich, 18 * qual era in Toresele, et nepote dii signor Constantino, qual il re lo voleva per suo homo. Et per el principe li fo risposto come si -farla con el consejo di X per il qual era sta retenuto, et si vederia, et poi a la regia majestà si responderia e a lui. Vene Piero Rizo, corier stato prexon con il compagno a Surnina Colona e Barga, e poi conduto a Fiorenza. Disse come il morbo era a Barga e lì intorno, et come a Fiorenza erano malcontenti, et era sta porta per uno comissario lhoro 20 milia ducati in campo, et havìa posto uno balzeto, harebeno 300 milia fiorini, di'li qual ne era sta scosso da 60 fin 70 milia. Ilem, che Paulo Vitelli ha mal franzoso assai. Et che erano diliberati per haver ditto, erano balestrieri dii signor don Ferante ; naroe il modo di li ducati 4000, che varentoe ; fo laudato dal principe con tutto il collegio, et promesso farli etc. Di campo, di proveditori di 13 et 14 molto lon-ge. Zercha li consulti fati, et haver restituito il tolto a la madona di Forlì, et haverli mandà a dimandar il passo e vituarie, perchè non potevaiìo haver, et era solum 5 mia ditto nostro campo lontan da Forlì. La qual madona li havia risposo non haverne, et corner niva ajutar et dar a’ fiorentini per esser il signor suo fiol al lhoro soldo. Ilem, li Bajoni erano zonti a San Mauro, zoè homini d’arme 56, manchava don Ferante dii Famesio. Ilem, voleno tuor 1’ impresa di Casentino ; ma prima bisogna andar su quel dii du-cha di Urbin. Ilem, haveano comprato boy per le artilarie, dimandavano 4 canoni. Ilem, haver come Frachasso era intrato in Forlì, et il conte di Cajazo ha poche squadre. Ilem, di una impresa nuova di Vagliano, loco di fiorentini, erano in praticha a tuor, et esser venuto in Galiana 500 fanti. D i Rimano, dii secretano. Dii zonzer di Bajoni ; dii far di fanti et mandarli in campo, quali fanti vo-leano danari per la segonda paga ; altro non vi era da conto. Da Ravena. Zercha il conte di Sojano, et di nove di campo et provision exeguite, et le lettere erano di 15 et 16 octubrio. Di Pranza, de li oratori nostri, date a Melun a di 9. Come erano stati a parlamento con la majestà regia a messa, qual li ha ditto come el re di romani era sta a Lorena et ha parlato col ducha. Havìa mandato uno suo lì in corte, per far acordo, anulando li capitoli fati con il ducha suo fiol, et che soa majestà ha risposto non voler far nulla e li risponderia a la guerra gajardamente. Item, come havìa mandato in questa terra uno suo, vadi a comprar falconi, et soa majestà si ricorda ne fo donati diexe per la Signoria nostra, quando era in Aste. Ilem, il papa ha scrito al Cardinal San Mallo compri il stato per il fiol per valuta di 100 milia ducati, che li manderà li danari, et che il re ha dito venderia San Piero e San Polo e Dio col cielo per haver stato etc. Item, esser il morbo per la Franza. Altro zercha la liga nulla scrivevano. Da Brexa, di sier Marco Sanudo podestà et sier 19 Zuam Francesco Pasqualigo' dolor e cavalier capi-tanio. Come haveano facti li schiopetieri et 500 provisionati, et mandoe alcuni avisi dii conte Bernardin, alozato ai Orzi, come il ducha di Milan havia mandato a far venir a Milan sie citadini de’ primi di Lodi, tra li qual era uno di Mosti, quali erano marcheschi, per mandarli ostasi al re di romani ; et che mandava contra il marchexe di Mantoa 300 homeni d’arme, et voleva far gajarde provision. Da Crema, si have come le zente di Geradada scampavano sul cremonese, dubitando la Signoria non rompa a Milan guerra, et che il ducha fa far bastioni a Piadena, Braxele et Casalmazor, et quel paese è in fuga. Ha dato fama voler far a Parma 10 milia fanti. Da Bologna, dii secretano nostro Antonio Vinti-vera, di 15. Di alcuni coloquii fati per l’horator fiorentino era lì ; et come li (ioli dii signor Cesare di Monte Zucolin, li qualli hano lochi comodi a danizar fiorentini, volentiera, volendo la Signoria nostra, veriano a nostro soldo. Da poi disnar, fo consejo di X con zonta, nescio ad quid. Ad! 19 octubrio, in collegio, vene lettere di Pisa di 12. Come inimici erano ancora al monte di Santa Maria in Castello. Aspetavano di dar la paga zeneral, e non haveano ancor cominziato a dar danari ; et che li ducati 4000 aveano nostri abuti e dati a le zente ; et di stratioti 670, doveva esser, apena 200 cavalcava, zoè li capi, perchè il resto erano inuteli ; et che haveano ricevute lettere di la Signoria, di 5, che confortava pisani a difendersi et che se IL manderia socorso, et ditte lettere zovavano assai, et perhò aricordavano fosseno spesso mandate ; et come uno Francesco de Magolin pisano, era a Milan, havìa scrito una lettera ai signori pisani, di 2 dii mexe, come il ducha havìa bona disposition contra pisani e voria restituirli a’ fiorentini, tutavia restando come