21!) MCCCCLXXXXVIII, DICEMBRE. 220 sia posto questo in le comission di capitani, et fu presa. Ilem, fo posto per tutti ut supra una balotation di Ortonamar a requisition di forinenti tolti di una nave di raxon di sier Zuam Batista di Prioli et sier Carlo Valier, tamen che habino termine do mexi a render il tolto, ai qual di Ortona sia scrito, et che questi debi provar il danno ai proveditori di comun, e fu presa. Et in questo pregadi referite sier Domenego Tri-vixam el cavalier la son legatione di Spagna, la relation dii qual è scrita di sopra. A dì 18 dezembrio, marti in colegio, fo parlato di le cosse da mar,jusla la parte, et da matina et da poi disnar. Di Bologna, di Antonio Vincivera secretano. Nulla si liavea ; ma ben vene Simon da Grumo, et moslroe una lettera dii magnifico domino Joane Ben-tivoy data a dì 13 a Bologna, come dovesse dir a la Signoria che havia inteso quella non volea dar danari di le sue page si non una parte, per tanto voria saper per meter in ordine la compagnia, et che toni va fino a.marzo dovesse corer le sue page, come è per capitoli. Di campo de li provedilori, date a Bibiena a di 10. Come haveano ricevuto lettere zercha li danari da esser pagati a li provisionati dii ducha ; et la replicatoli di 1000 fanti a l’Alviano. Ilem, che hessen-do in consulto col ducha di Urbim, vene nova che inimici di Popi erano venuti per haver Fronzola et haver fato danno a la compagnia di Iacomazo da Ve-niexia, era alozato mia tre di Bibiena a uno loco chiamato la Sina ; et esser stato quelli de la compagnia dii conte Ranuzo era lì apresso alozati ; et che apresso certo ponte fono a le man. Or el signor Bortolo d’Alviano et essi proveditori favalchono sin lì a la Sina, perchè haveano lettere di Zuam Filippo era lì, che pur quella compagnia stava con pericolo ; wule mandono per questo lì a la Sina la compagnia di fanti de Marco da Rimano. De li ditti, di 11. Come per le gran aque la ma-zor parte di repari di Fronzola erano minati et ca-schati, unde era sta terminato quella note di minar et arder ditto loco, et quel contestabile con li fanti * redurli a uno altro pozo più in qua, forte de sito et molto sicuro. Et come inimici in quella barza di eri preseno uno homo d’ arme nostro el qual ozi era ritornato, dice che uno Zuam Maria, voi dir Nicolò Maria, capitano di le fanterie per il ducha di Milan' stato col signor Ruberto di Sanseverin, et ha pos-session sul nostro in quel di Asola, si mandava a ri- comandar a essi proveditori et l’Alviano. Et disse come li tre squadroni di eri che ussiteno fano 100 homeni d’arme per uno ben in hordine; havia 600 cavali lizieri tra balestrieri a cavalo e stratioti, et al più 1700 fanti. Ivi si trova Paulo Vitelli, Vitelozo, Zuam Paulo Bajon, Frachasso et il conte Seco, zoè in Popi et sono disperati, voleno venir apizarsi et far fato d’arme, et eri veneno per atacharsi con nostri ; et aricordava non si venisse per esser Ihoro homeni desperadi, et che non haveano abuto "un quatrin da’ fiorentini et era passa il tempo di la paga, non correva quatrino in campo, et come il dito Nicolò Marin veria volontiera con la Signoria, et come haveano rimandà dito homo d’arme indriedo soto scusa di rehaver il cavallo, acciò conforti el dito Zuam over Nicolò Maria et vedi de intender altro. Ilem, esser avisali come 200 cavali lizieri erano passa per Camaldole et andavano in Val di Bagno contra nostri de lì. Da Ravena, di 16. Mandoe una lettera abuta da Jacomazo da Venietia data a dì 10 a la Sina. Narra il modo fono asallati ; come lui havia pratichato di fuor uno castello de’ inimici chiamato Saluzo, et ha-vendo mandato 100 fanti per haver vituarie a Castel Fochagnano, alcune zente.nemiche de la compagnia dìi conte Ranuzo li asaltono a uno ponte, et Colla suo fiol era in mezo si difese virilmente, et quelli di Popi ussiteno, et nostri di Bibiena feno il simile, tandem scaramuzato alquanto fono presi di soi homeni d’arme alcuni, tra li qual nomina cinque quali ancora non erano sta lassati. Si duol non aversi trovato lui; voria 200 fanti per tcnir quel loco al dispeto de’ inimici per esser d’importantia, perchè altrove non era strami se non lì ; et perchè inimici s’ingrossano dubita di ricever qualche danno, maxime per non esser uniti ; et fiorentini hanno comandato uno homo per caxa; et Hironimo dii Barisello conte-stabile era fuzito et voleva menar con lui de lì altri. Ilem, dito podestà di Ravena eliam mandoe una lettera abuta dal signor di Faenza. Come mandava uno suo ambasador a la Signoria nostra, qual ozi qui era zonto. Vene l’orator dii ducha di Urbin, et presentò una lettera dii suo signor a lui drizata data a Borgo di campo a dì 12, la qual per esser molto longa fo rimessa a legerla da poi disnar che ’1 collegio si re-dusse. Or in quella fa un longo discorso comenzan-do da Maradi fin bora, il seguito è toehà assa’ parte, si duol haver pocha obedientia. Et tacile dice l’Alviano non li dà ubedientia, et che questi por vegnir grandi prometono assa’ el