147 MCCCCLXXXXVIII, NOVEMBRE. 148 nostra a tuorli, per esser tristissimi si i cavali come i homeni, Ver>e Zuam Alberto da la Pigna a solicitar si fazi risposta, et il suo signor quella aspetar, per esser fiorentini, una volta risolti, voi far quello ha ditto, et no voi concluder senza saputa nostra. Da Milan di l’orator, di 19. Come era venuto li uno orator luchese chiamato domino Nicoli’» Tigri-mi , venuto per dolersi al ducha de li danni fati a’ luchesi per il campo di fiorentini. D i Zenoa dii secretano, di 19. Come erano partiti do oratori zenoesi, destinati al re di Franza per dimandar a la regia majestà non lassi li sia dato impazo da misier Zuam Jacomo, ni astesani, nè so-portar li sia facto danno da’ francesi, et a quello ra-comandarsi. Da Ferara dii vicedomitw, di 21. In la materia di uno conlrabando ili certe valonie di uno Rom-biasio ciladino nostro, trovate de li, qual ha senten-tiato sia contrabando, et con la Signoria si justificoe. Da Ravena, di 21. Molti avisi di le cosse dii conte di S( jano, etc. Di Brexa, di 21. Zercha i pagamenti di provisionali sono in campo di quella comunità, et haver posto bon bordine a le forteze per dubito di Man-toa ; voria salnitrio, etc. Da Cor)", di sier Antonio Moro baylo e capitano e consejeri. Come voriano la Signoria levasse alcuni ordeni fece sier Antonio Grimani procurator quando lue capitano zeneral da mar, che ritorna in danno di quelli. Da Modom, di sier Nicolò Da cha da Pcxa.ro provedador di l’ armada, data a dì 17 octubrìo. Avisa il zonzer di le galie di Alexandria e trafego ivi. Dimanda alcuni armizi e cosse bisogna a le galie sut il era con lui ; et haver da Syo, da Zuam di Ta-bia consolo nostro, come el Turco armava per andar a Rodi. Et mandoe uno capitolo di una lettera li ha-via scrito sier Zuam Viaro retor e proveditor a Ne-panto de di 13 oclubrio, come a dì 1.°, uno fratello di Caracassam turco corsaro, con fuste 7, havia preso do nostre nave veniva di Candia con vini, una patroni Alvise Muscatello, T altra Lucha Pre-marim. Da poi disnar, lo colegio per consultar la risposta da far a Ferara, et fo uno cald issimo tempo e gran pioza, pur si riduseno, A dì 24 novembrio in colegio. Vene uno Alvise Signolo sanser, con uno messo di alcuni capetani sguizari, qual portoe lettere latine di essi capetani, et si oferiva di acordarsi et venir a nostro stipendio, facendo guerra al ducha di Milan. Li fo dato bone parole et dito si consulteria. Vene uno messo dii ducha di Lorena, con una lettera dii ducha prefato, data a dì 30 octubrio a Nanzei, che advisava la Signoria come voleva tornar dal cristianissimo re di Franza in corte, et si volevamo alcuna cossa li fusse comandato, et si dagi in reliquit ptèna fede al suo messo chiamato Zuam Alvixe Grasso. Fo tolto rispeto a responderli, et ordinato pagarli le spexe, et stete alcuni zorni, poi rin-gratiato assai si ritornò. Vene 1’ orator dii ducha di Milan, qual expose esser aliegro che ’1 ducila di Ferara habi hauto la comissiom di fiorentini, per il ben sequìria et quiete di le cosse de Italia ; et come il signor suo si era operato et voleva morir fiol di questo illustrissimo stailo, et che saria meglio star nui italiani unidi che impazarsi con barbari et convegnir star in guerra, G0 che si convien spender et esser subditi de chi li sono vassali. Et replicoe, el suo signor esser servitor di questo stado, perhò pregava la Signoria si volesse risolver in ditto ducha di Ferara ponersi per le cosse di Pisa. Et mandato fuori, fo consultalo in colegio la risposta; fo gran consulti, poi el principe li disse : « Monsignor ringratiemo la reverentia vostra dii bon voler l’ha in veder questo etc., per nui non ha mandiate) nè mancherà vedendo i effecti. » Etl’orator rispose: « Serenissimo principe ho guadagnato 10 ducati a Zuam Alberto che disse fiorentini non faria, et io dissi de sì, et vi acerto el mio signor voi esser servo di questo stato e fiol. Da Verona di sier Nicoli) Foscarini proveditor, di 22. Haver hauto ducati 8000 in oro da Mantoa portatoli per Ilironimo da Monte vice colateral nostro, qual è pur ancora fi aspectando il resto. Et mandoe una copia, che li scriveva in quel zorno, come el marehexe era andato a Goyto, et il zorno sequente doveva partir per Milan domino Zuam Piero da Gonzaga et domino Zorzi Brognolo, per andar a sizilar li capitoli, e tuta Mantoa era malcontenta. Da Bergamo. Zercha alcuni danari mandavano qui, si per le limitation come decime, et altri fono tolti dal cassier. Da Ferara dii vicedomino, di 22. Come uno Lodovico Rangon modenese si voria conzar a stipendio nostro, qual altre volte fue pregato si dovesse aconzar ; et altre cosse latine scrivea. Da Pisa di proveditori, di 16 et 17. Come domino Jacomo Savorgnam stava in extremis ; et il governador e pagador con le zente esser andati al