679 MCCCCLXXXXIX, MAGCUO. lenti, prima li clava franchi 24 rriilia a l’anno tra 130 che fono, hora à riformati franchi 12 inilia tra persone 36; cl resto a le casse di la previsioni. Itetri, el capitano Rubineto era tornato ozi da l’archiducha, sapeva quello ha reportalo, et il mandava }’ episcopo di Castes et altri zentilhomeni a’ sguizari, cl si dice manderà a la Signoria nostra uno oralor, et avanti il partir di do soi collega il re li dete lettere di la con-fermation di la liga directive a la Signoria, et volse essi oratori questo moderno, con promisiom mandarli lettere a sua majestà, a chalcndo di lujo di la Signoria nostra, di questo. Di le compagnie dia passar i monti fin qui non sono mosse, il re aspecta l’e-xcrcito di sguizari, avanti fazi movosta, che si liberi dal re di romani. Et poi in zifra dicono: come era sta tratà di la scntentia di Pisa in casa dii Cardinal Roam, et li consejeri regii à mormorato dicendo che essendo sta il ducha di Ferrara qui a Venecia, et domino Leonardo Bota è sospeto di secreta intel-ligentia. Item, che il re disse a li oratori quando tol-seno licentia da soa majestà, havemo preparato danari, et la Signoria sa havemo le zelile per l’impresa di Milan. Et per l’altra lettera di 26 a horc 4 di note : come liavia ricevuto lettere per Zuam Yesiga coricr, di 17, et andò dal re a ditto vilazo, qual si vestiva, li fe’ bona ciera, et liavia auto lettore di sguizari in man, et li disse, è bone nove che sguizari 4000 erano andati verso Costanza, cl li vene contra 12 milia di la terra, quali li rupe no et aniazo-no 400, et proso 21 pezo di artilaria. Or l’orator li disse il sumario di lo nove de’ turchi, el quando fo a l’affondar di la nave a Constantinopoli, il re disse 508 questo è boti persagio ; poi disse, non è da dubitar di Rliodi perchè è forte e munito, li mandemo do nav5 grosse, tra le qual la nave Loysa, cargo di grano et ari ilarie, et el prior di Alvernia eli’ è qui suo orator qual dice Rliodi è forte. Poi l’orator fo dal Cardinal Roani qual à gran credito col re, el li co-munichoe il tutto, el qual li disse haver di certo el signor Lodovico haver ditto 1’ acordo di Pisa è passato più per le sue man et non per quelle dii re, et fa poco*caso ole. Et osso orator rispose che ’1 ducha di Ferrara liavia fato la seiitentia. Iicm, liavia visita cl duclui di Lorena, qual si racomaridava a la Signoria, et li disse che suo cognado ducha di Gelei- era in bordine contra il re di romani. Item, si dice monsignor di Zimbella, con lanze 60, esser partito per Lion. Et cussi fono lccle dilte lettere in collegio. Et è da saper che in le lettere di 11, scrivono tutti Ire oratori di jubilo di la liga. Quando dissono al re, soa majestà disse: saperno è zorni 8 per uno nontio nostro si trovò li, era le nostre arme et San Marco et il doxe, sichè bave piacer, Item, voi clic li homeni retenuti su la soa armada, nostri subditi, siano lassati ; et poi disse a li oratori volemo vedervi una altra volta, et dimandoe la ratification di la Signoria di la liga. Di Turin, di Zuam Dolce secretano, di primo. Come liavia lettere, di 28, di.misier Zuam Jacomo, qual liavia avisi di la liga grisa che liavia dato rota apresso San Pietro di demani 6000, et uno capitano chiamato misier Anzolo, zoè tra morti et anegati ; il (lieto numero è de sguizari solum diese. Et misier Zuam Jacomo 1’ à pregato vaili a veder le mostro sue generai, li ha risposto in forma. Et eliam li scrive misier Zuam Jacomo haver nova ili sgui-zari si volono acordar con la Signoria, et li piace assai, et che zenoesi fortificha i lochi verso Saona, et che ’1 ducha ile Milan era sta causa di far che il Turcho armi : tamen dubita di la venuta di fran-zesi ; dii ducha di Savoja non à nulla, li oratori di Pranza sono li, el comesse a farli compagnia, zoè monsignor di Veri et il zeneral presidente. Et erano zonti lì a Zenoa li oratori dii re di romani quali impedirono F acordo, et par che li oratori di Savoja, fono pur in Franza, zoè monsignor de Juona, el ducha li ha levato il sigillo per haver passato la com-mission. Item, è nova il roy ha dillo la Provenza al ducha di Lorena, et voi farlo suo capetanio a F impresa di Milan, tamen non fu vero. Di Rhodi, di sier Alvise Malipiero fo sier Pertico, consolo nostro, di 13 marzo. Come l’ultima fo per Rusco da Liesna, et a dì 6 capitò lì uno corsaro berton con bandiere dii re di Franza con una barn di botte 600 con homeni 225 di tutte nation, poveri, nudi et desperati : dice esser venuto lino a Cavo di Otranto con opinion di incontrarsi in qualche ri-elio vasello di la Signoria nostra, el con calivi tempi è corso sopra Modon, el trovatosi tanto avanti, è venuto qui: porta una presa dei siciliani et una dei zenoesi, à bona artilaria ; et quel reverendissimo Cardinal gran maislro lo inlraleniva con bone parole per veder quello farà F armata, si dice farsi a Constantinopoli ; cl corsaro non voria restar, dimanda soldo a la roligion, dubita por i’avaritia dii Cardinal si partirà, et darà una volta perla costa di Egypto et Soria, et F isola de Cypro : untle lui spazerà uno bre-gantin a quel rezimento por dubito di le nave di Soria. Et ha scrito al provedador de F armada in C'india el a Modom, et aferma questo corsaro non esser per ussir di levante senza far dano a la Signoria nostra. Item, ivi era uno altro nominato Piero