177 MCCCCLXXXXV1H, DICEMBRE. 178 fo dito una solenne messa per li canonici di S. Marco justa il consueto, poi in eolegio. Da Ravena, di 4. Come el conte di Sojano et quelli nostri condutieri renegavano le stelle che sier Zuam Paulo Gradenigo no era ancor tornato di campo; dimandavano fanti ; et come havia da Fiorenza per uno tenuto cosse vechie, et che Paulo Vitelli non \ olea cavalchar et volea 30 milia ducali, stava uno mio fuora di Fiorenza in uno palazo. Di campo di proveditori, di 29 a Bibiena. Come non erano andati a Prato Yechio justa 1’ ordine per la gran pioze, et havia terminato andar la mulina con il ducha et condur tre falconeti, et che Carlo et Grifoncto Bajon andoe a Caziano loco di Paulo Vitelli, qualle lo ebbene a pati. Astor Bajon è ancora amalato per il cader dii cavallo adosso ; l’Alviano pur si resentiva; et quel zorno era zonto sier Zuam Pau- lo Gradenigo lì in campo. De li diti, di SO. Come andono per andar a Prato Vechio et trovò esser loco di gran importantia e forte, et andati essi proveditori col ducha e cavali lizieri a sopraveder, li parse non andar senza arli-iaria, per esser munitissimo e fornito di fantine. Etiarn Paulo Vitelli vi doveva intrar, e perhò volea-no aspectar li falconeti. Si duol le llioro spie non ritornavano, et Piero di Medici non havia avisi come si richiedeva. Haveano lettere di Sojano, voriano 200 cavali lizieri et 600 provisionati e non zenle d’arme. Piero di Medici si ha offerto andarvi poi spaziito Prato Vechio, con 1000 provisionati e 200 cavali lizieri. Hanno auto letere nostre e li danari zonti da Marco di Santi, qual si fatichava con Basilio da la Scuola a farli condur, et volendo expugnar Prato Vechio, bisognava prima haver uno castello su-perior chiamato Rumena. Et come a Popi si ha, scrivono, campanizava e faeea fuogi ; era segno li è venuto soccorso ; il ducha voi far uno altro consulto. Di sier Zuam Gradenigo, di 29 el 30 a Bibiena. Avisa il suo zonzer lì : narra il consulto fato col ducha, proveditori, lui, l’Alviano, 1’ Orsino, domino Annibai Bentivoy et Piero di Medici su le cosse di quella impresa disperata e bisognava invernar; l’impresa di haver Popi e Prato Vecliio era impossibile. Et a dì 30 ; esser andato prima con li stratioti di 1’ exercito verso Prato Vechio, et haver fato certe scorarie e preso vilani, quali dicono la sera Paulo Vitelli dovea esser zonto ivi, et za 50 cavali lizieri erano intrati et si aspectava alcuni ballestrieri del ducha di Milan. Or in eolegio fo biasemato il suo scriver, e dito dove el va el mete confusion, tamen scriveva la verità et fu verissimo propheta. I Di arii ,di M. Sanuto. — Tom. II. Di Marco di Santi, di 23. Et primo, date di Balli, come si ritrovava disperato, li canoni erano conduti solum uno mio al zorno, et si spendea assai danari da ducati 12 al zorno; voria fussecompra cavali per tirar uno canone perchè se tirava con 40 boi, et uno canone sarà domai) a Castel Delzi ; lì era pochi nostri guastadori; havia ducati 7000 da mandar in campo ; à scrito a li proveditori li mandi scorta; Basilio è con lui: in conelusion è come disperato. Intrò li cai di X, et mandati tutti fuora non fo leto altre letere. Et è da saper come li falconi portati per sier Zuam Francesco Venier, ne fo tolti 60 costò ducati 310, et fono mandati a donar al re di Franza per Morgante corier et do soi falconieri erano in questa terra. Ancora, come ho scripto di sopra, fono mandati a donar a soa majestà zebelini 200, qualli costò ducati 5 l’uno belissimi, et cussi fono expediti. Ancora, per li savii de terraferma fono acordati li stratioti erano a Lio. Chiamati li capi, rimaseli» contenti di andare indriedo pagandoli il nollo di l’andar e di ritorno e darli la biava e biscoto e ducali do per uno, havendo li cavali, et quelli vendevano li cavali, havesse soluin ducati uno, et fo l’opinion mia. Da poi disnar, fo gran consejo, et fato il scrutinio di do governadori de l’intrade, et ussiva sier Zuam Marcello fo podestà a Brexa et sier Marin Contarmi cao dii consejo dì X, et per esser l’bora tarda non fono baloladi, et in uno altro consejo quelli medenii ussiteno per scrutinio et rimaseno. A dì 7 dez'ernlii'io in eolegio. Vene sier Hieroni-mo da cha da Pexaro venuto capitanio di Candia, et referite. Laudò si dovesse fortiiichar il borgo e non la terra ; laudò domino Andrea Landò arziepiscopo et voria li episcopi facesse residentia a li sui episcopati, come quel di Retimo, la Cania etc. Itera, esser lì in Candia 7 galie sotil da armar, zoè li corpi, e danari per armar 4 galie quali sono in la camera in li gropi che de qui fono mandati, et do galie armate erano fuora. Iteni, erano in 1’ arsenal 5 volti coperti et do discoperti, et era anni 291 che Candia era sotto la Signoria nostra; havia recupera assa’ danari et pagato galipti molti, adeo si puoi armar le galie da 12 lìn 20, el quelle do è fuora le armoe in uno zorno, et havia saldà 18 galie, zoè contenta li galioti. Quella isola esser molto povera. Aricordava de li danari de la camera non si dovesse pagar il miedego ma dei feudali, come era il costume ; non nominò il ducha in niuna cossa, e dimandò perdon sì havesse fato, etc. Fo laudato. 12