'215 MCCCCLXXXXVIII, DICEMBRE. 216 se ; non danno aùdentia la malina perchè la raina lieva tardi. In quelli paesi sono assa’ cavali gianitari perché tutti ge n’à uno, et è in abondantia, et cavali grossi et bellissimi, e sono assa’ mozi zoé ragazi ; li ' Zanitari sono- armati portano uno scudo di cuoro, lanza e spada, et il re ne ha 3000 di ordenarii et 7000 poi che.li dà provision ducati 8 per uno, et a li ordinarti dà ducati 40 fin 48 a l’anno per uno, zoò tanti maravedis, et de questi zaneti et cavali grossi sono ben forniti. Or partito da la corte, vene in Avignon per terra, e zonse 8 zorni li da poi clic fu il fiol dii papa, al qual lo fato gran honor di bordine dii re di Pranza, et par il papa vogli far una permutation di Avignon còl re di Pranza, che ben non la intendea. Item, come zonse a dì 5 di questo a Milan, et il ducha lo fé’ aspectar per venirli contro ; et disse di la udientia et le parole dii ducha notate di sopra ; e dicea : « Mi duol che io che li son fiol di quella Signoria sia venuto questo, et mi arai a ricomandar a quella dicendo son memore. » Poi disse: « La Signoria non mi ama nè mi stima, non merito dirai viva voce, poiché con lettere non ho operato, perchè la viva voce à più eflicalia che la scritura, son per far tutto quello la vuol pur non sia con mio danno operalo ; si metti la cossa nel ducha di Ferara, di lo qual la Signoria par si fidi ; ve son molte vie di libertà per questa Pisa, la Signoria ne dirà tre o quattro, et nui ne pigliaremo una.» Rispose l’orator : Inimicus homo seminavi! zizaniam ; et il ducha disse, quando la Signoria aiutava il re in reame non ha-via zente a Pisa, et l’orator dicea de sì, et lui dicea di no. « Si sieguc questo adatamento, sarò quello son sta sempre di la Signoria. » Si Pisa non confinasse con Zenoa non aria fato nulla, ma la Signoria non muor mai, non voio perder dii mio, il re di Pranza è fu-mentà da altri et io fumenterò altri; l’è nostro parente voi questo stado, si ho a ruinar non ruinarò solo voio altri ruina con mi ; et pur dicea quello disse in colegio : darà Zenoa a Pranza e Milan a l’imperio, et poi disse a l’imperio dal qual l’ho abuto. Poi disse: La Signoria dice a promesso per la liga ete. Questo è il ponto. Poi disse: l’è sta ditto son homo di excquie ; et l’orator disse non credesse perchè la Signoria parla sempre risalvatamente ; et esso signor li disse: Dieele questo in colegio e volteve atorno; colui l’havcrà ditto verà rosso. Et vedendo era in colera, havendo ditto tutte le parole ho notate di sopra in la relation in colegio, l’orator li disse: Signor, il sdegno e la raxon sono contrarie. Rispose el ducha. E si il sdegno fusse iusto? Et ail orator: bisogna zudexe. Et per non haver alcuna comision dito da si alcune bone parole, per esser stato alias orator a Milan , tolse licentia, montò a cavalo e con gran pioza lo acompagnò et si partite. Et da l’orator nostro era sta honorato, qual si racomandava; laudò il suo secretano. È stato a ponto mexi 16 Cuora, poteva spender in l’ordenario ducati 2640, ha speso ducati 1367, e in la nave e some havia speso assa’, et smontò 22 zornate lontan di la corte; poi il venir per terra è stato mexi 5 con ducati 45 al mexe di spexa a Saragosa, in lìti di caxe havia speso 938 ducati, et in corieri 535, in tutto ducati 3252 et certi menuti; presentò il conto et il resto di danari. Poi disse di presenti abuti, qualli presenterò a 88 le raxon nuove : havia menato li soi cavali fino a Pa-doa qualli erano molto boni, e vendendoli si vada-gnerano assai, havia lassa una mulla in Savoja a Zuam Dolze che la dimandò. Item, in fine disse, come il re havia il comandator di San Jacomo di Chalatrava et quel di 1’ Alchantcra eh’è di gran intrada, et havia autorità abuta da pontifici di poter lhoro alteze dar beneficii eclesiasliei più di 200, li qualli va per /.ornata dagando a li soi di la corte: conclusive, la richeza di Spagna è i signori e la Chiesia. La raina sta con gran pompa, ha le damisele, a le qual la dà danari et poi le marida, do di le qual in suo tempo havia maridate, dato ducati 10 milia in dola. Or venuto zo di renga et sentalo sul mastabé di la Signoria, per el principe nostro de more fo laudato ; et eliatm il secretano. Et poi la matina seguente, a dì 18, vene ditto sier Domenego Trivixan in colegio a dir come monsignor il thesorier di Savoja si racomandava a la Signoria, et rigratiava di una lettera havia sorito ai rectori di Padoa in recomandation di suo fiol che ivi studia. Item, disse di la sentenlia di Aragon fata nel consejo contri la Signoria nostra, per il danno di la nave di Spagna, et come fu citato missier Jacomo Contarmi doctor orator nostro lune de lì più volte, et sarà di danno ducati 3000, le qual cosse il zorno avanti non havea referite. A dì 17 dezembrio, in colegio non fo lelo alcuna lettera, lntrò li cai di X e tutti fono' mandati fuo-ra e consultono certe lettere abute, et poi fo ordinato pregadi. Da Roma, di /’ orator, di IO. Come era sta recuperato Zorzi corier, slato preso come scrisse, et havia abuto le lettere di la Signoria : una in la materia dii marchexe di Mantoa dovesse comunichar col papa qual farò, et l’altra mandi le lettere in Pranza recomandandole al Cardinal San Dyonisio; et cussi havia fato, et slatini sarano expedite, et un’ al-