113 MCCCCLXXXXVIII, NOVEMBRE. 114 le galie di Alexandria havia assa' specie, et havia tolto la nave dii Brocheta, ina havia paga le specie molto care. A di 12 novembrio in colegio, fo uno cativissimo tempo, non vi fu el principe. Vene Zuarn Alberto, et mostrò una lettera con assa’ zanze, et come el signor suo voria" adatar le cosse de Italia, e questo perchè Milan sente la brombola di Pranza. Di Ruma di t orator, di 7. Come el papa sta con gran guardia, dubita di le insidie dii ducha de Milan, Ascanio et re Federico. È stalo in coloquio con esso orator, e dimandato si è nulla di Pranza; mostra bramar la conclusion di la liga ; ha scrito al fiol vadi presto a la corte, et al Vi nenia solici! i el fiol a concluder, et à fato scriver al Cardinal Orsino e al signor Zuam Zordam Orsini, è in Franza col ducha di Valenza, soliciti etc. Abuto lettere dii vescovo di Septa di Franza di 15 octubrio, come si poi dir conclusa la liga di la Signoria con • il re. Con lusive, il papa ha gran voja di questa liga, e cussi come ha scrito brievi per Pisa a Siena e Perosa, cussi al presente nulla farà. Item, come il prothonotario Stanga e l’orator di Milan havia dito il marchexe di Mantoa esser riconzo col so ducha, et c’è lettere di Fiorenza fresche che risona questo, et che il Cardinal Ascanio era levato di leto, et come el reverendissimo cardi-nal Borgia nepote dii pontifice è suo amico e fa qualche cossa, etc. Gracilasso orator yspano va via, el ne vien do layei per oratori. 45 * Da Napoli dii consolo nostro, di ultimo octubrio . el di 3 di questo. Come era stillo col re, qual solici-ta la venuta di l’orator nostro. La raina è in quatro mexi gravedanza cativa, farà masc ilo, come fu quando fece il ducha di Calavria. L’orator di Milan è ama -lato, oltra il mal franzoso. 11 re li ha dito voi andar (in 10 zorni in P Apruzo et è certissimo. FI signor Prospero Colona è partido de li. El re fu a messa el dì di ognisanti a San Domenego in la cupelà dove è sepulti li tre re d’ Aragona; li ha dito dii marchexe di Manloa coiizo con la Signoria; la lauda dicendo quella voi vincer e far tutto per mantenir Pisa in libertà. Le- rame dieno andar in Spagna ; ha fato sua majestà tanto che non anderano ; el re solicita scuoder li crediti ili zudei e cussi fa per tutto il regno. È stado a dolersi con la princepessa di Bisigna-no per la morte dii padre. Et in le lettere di Roma sono questo che al loco suo non ho posto. Come il re Federico vien rn l’A-pruzo ; praticità di tuor con lui el principe di Salerno. 11 papa fin quel zorno non sa il vero di Mantoa, / Dicuii di M. Sanuto. — Tom. II. à fato brievi per fiorentini, per brochati d’oro, el vo-lea la Signoria li dimandasse et si piegasse. Et dapoi disnar fu colegio. Vene lettere di sier Piero Balbi el cavalier capitarne di Vicenza, di 11 di certo raso seguito di li cavali di Andrea dal Nie-vo, dovea cavalchar in campo, quatti erano sta feriti da uno de lì, qual bave ducati dieci da uno citadin di Barmaran acciò facesse questo, et perhò dimandava a la Signoria quello havesse a far ; e fo rimessa poi a P avogarìa. Di Milan di f orator, di 9. Come havia caval-chato col ducha in zardin, e li havea dito : « Havete scrito a la Signoria quello vi dissi? » Rispose de sì. Item, li dissa havia abulo a piacer a Pavia e Vege-vano, li conferisse l’aiere e vi voi tornar, ma che va lì perchè voi far scuoder a Milan ducati 31J0 india, et vi va lì acciò la briga non se richiami. Item, a dì 6 partì el conle Filipin dal Fiesco con provisionati 500, va a la Scarparia per fiorentini per esser col conte di Cajazo. Item, "come judicha vadi a Vegevano per esser con monsignor di San Martin, et Filippo di Pietrasanta dia vegnir di Franza. Item, aversi dol-to di la cava, et il ducha havia scrito dicendo non sapeva, voi suspender non si lavori. ' Da Ferara dii vicedomino, di 10. Avisa il zon-zer lì di domino Antonio di Pii, Marco dii Castelazo e gli altri ben in bordine, vano di longo a Ravena : et assa’ altre cosse, nulla di conto. Di Ravena, di 10. Come quel di Tiberti era in bordine, have li danari, e lì farà la mostra et anderà in campo. Et a dì 8 di campo, come il ducha di Ur-bin era stato doy zorni in leto lì a Castel Delze, et il conle Ranuzo esser a la pieve di San Stephano, et Jacomo Sacho venuto qui. El inteso il luto, fo scrito in campo li desseno 50 balestrieri a cavalo. Noto. In questo giorno gionseno in questa terra li do oratori pisani Piero di San Cassano et Janozo Lanferduzi, erano stati a Manloa, el cussi insieme con Lucha di Lanti terzo orator fono in colegio a ricomandar le cose lhoro. Da Pisa di provedilori, di 5. Dimandavano da- 40 nari; sono amalati, et in tutto 5000, maximegalioti sono lì de amalati, et per tuto ne sono infermi, ma non muoreno ; et che l’armata si fa a Livorno come scrisseno. Dubitano non vadino a la Foze, et parie è insila à dalo P incalzo ad alcune nostre barelle di farina, e si non era le nostre fusle, sariano state mal ; voria armar gaiioni sul zenoese. Item, voriano danari per le zurme, el mandano essi soracomiti dal-malini (pii a la Signoria uno messo a dimandar danari. 8