093 MCCCCLXXXXIX, MAGGIO. 094 partita di Pisa, et ha inteso la crida fata por la Signoria nostra che ritornino sotto pena di rebclion ; voi licentia di venir a Brexa, et voria si perlongasse il tempo di uno mexe. Ilem, el ducila ha fato et fa le mostre di le zente disarmate, et dà danari, et farà poi armata, et manda alcuni fanti et balestrieri a Zenoa per fornir alcuni castelli per dubito di Iran-, zesi. Ilem, esser venuto lì uno pisano secreto, per esser col ducha. Di Padoa, dii capitano. Zercha stratioti, e man-doe le mostre. Di Vicenza. In materia pur di stratioti erano ivi. Da Brexa, di 6. Dii zonzer dii conte di Pitiano. El esser passati 70 cavali dii ducha di Milan vien di Alemagna. Da Gedi, di 5, di sier Jacomo Venier proveda-dor. Come era arivato lì col conte, qual era sta hono-rato, qual voria non star indarno, et è in bordine di cavali por la stalla. D i Zara, di sier Francesco Venier conte, et sier Jacomo da Molin dotor capitano, di 22 aprii. Come esso conte era stato a veder la forteza di Nadino propincho a la Urana. Aricorda tre cosse, prima la torre sia alta uno passo più, et coperta, et fatoli i suoi solari fin al basso per ahitation di soldati. Item, la cisterna, è in fondi di la torre, sia coperta, et la spesa saria ducati 150; et voria per opinion sua fa-brichar uno barbacani di muro atorno ditta torre, acciò le ville circunstante che sono numero 50 pos-sino salvarsi con li animali et robe; et tirar do ale di muro, et deputar uno alozamento a uno capo di stratioti con la soa compagnia, qual stesse lì, et si potrà tuor di quelli sono lì a Zara ; et che quel loco è eminente, discopre molto lontano senza obstaculo; et à li confini di questi signori finitimi in mezo fra Nove gradi et la Urana, acomodato a socorso di ditti do castelli et. de tutto quello contado: per tanto rechiedevano li danari ditti per poter compir la for-273 * teza. Item, scrivono che a la Urana era rumata quella cortina di muro di passa 30 verso al lago, et che bisogneria esser refata el proveder a la fossa, che cavò sier Michiel Salamon fo capitano lì a Zara j>er far una cisterna, la qual è larga pie 30, longa 40, alta 20, non senza pericolo da far resentir i fondamenti di muri circonstanti et quelli ruinar, et volendo fornir si spenderia ducati 70. In questa matina el principe dimandoe danari a imprestedo, perchè nel eonsejo di X era fata la ubli-gatiom di certi depositi a quelli impresterano per ducati 29 milia, et lui prestò ducati 500, et cussi (piasi tutti di collegio prestò, zoo era notadi su una póliza quelli voleva prestar. Sier Alvise Venier, et sier Zorzi Corner el cavalier Savij a terra ferma 400 per uno, sier Marchio Trivixam 300, sier Polo Barbo 200, sier Marco Sañudo 200, et va discorendó, sier Luca Zivraln 100, et sier Filippo Truni savio dii eonsejo per parole li fusse dillo nulla volse prestar, ma diceva diebo haver di raxon di la serenità di mio padre che stete in dogado ducati 400 vi li lasso. Vene uno orator dii re di romani, prò Luca di Orlandi, tamen era vestito da layco di seda ; conira dii qual a levarlo di oaxa per il principe fussemo mandati io Marin Sañudo, sier Andrea Suriam cas-sier, sier Vetor Capello et sier Zuam Moro ; qual era alozato a San llironimo ; era con 8 persone. Or menato in collegio, presentò lettere' di credenza al principe lamen vechie di aprii 1498, data a Inspurch, la mansión diceva: Illustri Auyustino Barbodico duci vene liar um siiwere nobis dilecte; e dentro Maximi-lianas divina facente dementia romanorurn rex. Or disse molte parole, et come la sacra majestà lo mandava in Spagna per caxon ili madama Malgarita sua fiola qual ha 30 milia scudi di previsioni, el 400 mi-lia scudi di dola ; el era a Zenoa quando il re li mandò questa leltera di credenza, fu bisogno ilerum dal re predilo andasse, qual de lì si partì, et li ordinò venisse, con la lettera havia, a la Signoria nostra a dimandar, il resto di danari promessi quando soa majestà vene in Italia siltim veder quelli conti, poi havia a dir altro, abulo havesse di questo risposta ; poi disse che sguizari feva guerra a esso re con li danari nostri, el che lui ha excusato la Signoria ; et qui fe’ un longo discorso dicendo: parlava come Lucha di Renaldi servitor nostro et (ficca : verba mea non sunt mea. Et per il principe li fo risposto si consejería et risponderla; ot ilerum lo acompagnassemo fino a la barella, dal qual inter loquendum inlisi come, il re di romani havia guerra col ducha di Geler cu-guato dii ducha di Lorena, qual non ha (ioli et era in campo, et manchava tre terre, zoè : Numega, 274 Raymonda et Arile; et che Ruberto de la Marchia era capitano dii re di Franza contra el predillo re, qual voria romper sul conta di Fereto. Item, dimandato dii cugnato dii marchexe di Mantoa, mi disse era el ducha di Verlimberg qual morse, ot noviter il fradel signorizando bave a far con uno puto, cossa molto abominevole in Alemagna et li populi li fo contra, et lui l'uzite. Da poi disnar, el principe justa il consueto fu con le cerimonie et li oratori in chiesia a vespero et sle su el pergolo di porphido, ot portò la spada sier... fo suo compagno____