MCCCCLXXXXIX, SKTTEMBHE.
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a persuaderlo non si partisse, non fu possibile, li promise etc. Et dicendo si pur si volea levar si levasse di note, et desse fama andar in levante à danni dei turchi, non volseno far nulla, et di zorno si levò. Ilem, a dì ultimo zonse in armada la barza patron sier Sebastiari Moro, li portò ducati 4000, el capita-nio spazò in Cypro per tormenti, et volendo pur saper qual cossa di Lepanto che nulla intendeva, mandò do galie sotil verso Lepanto a la volta di golfo, quale trovò un bregantin, li disse Lepanto si havia reso salvo l’aver el le persone, cossa zà per avanti tramata con lepantini, et haver da uno come in porto erano galie turchesche. Ilari, mandò il vice armi-rajo di Modon con lettere a quel rector di Lepanto confortandolo, non era ritornato, dubitava non t'usse sta preso da’ turchi. Iloti, li nostri di l’armata erano sublevadi non volendo piò star su le galie [ter esser passati quasi mexi 6, sicliè si trova in questi termini. Manda lettere aute da Corom, provederà a custodir li altri lochi, et bisogneria mandar fanti in levante et far provision, tacca fortifìchar il Zante, et li ho-meni abitanti zà vendevano li cavalli per partirsi, à fato far proclame che chi andava via perdeseno le lhoro possession, il castello si fortificava, à posto uno contestabde chiamato Moro Biancho con page ..., et par ponesse provedador al Zante sier Nicolò Marzello era sopracomito, et in suo locho messe sier Nadal suo fiol per sopracomito, et questo té perchè sier Nicolò Fero, era lì provedador, havia tanta paura non voleva restar come scriverò al loco suo più avanti, dimanda polvere, monition etc. Et starà lì con T armada a veder l’exito, etc.
   In la lettera di 3. Avisa di 7 barze da Rhodi havia retenute in armada con hoineni per una numero 100, a do li darà ducati 3000 al inexe, sichè
lo	resto di l’armata di Pranza partì a bore do di zorno biastemati da tutta la nostra armada.
   Ilem, è venuto da lui domino Thodero Palco-logo, lì à ditto Lepanto è perso, sono sta fati exem-pti per anni 4 dal Signor. Ilem, per una naveta di Coresi, partì è 40 zorni di Gonstantinopoli, à inteso ivi esser sta fato cride tutti dovesseno venir in armada dii Signor etc.
   Da Corom, di sier Cabriel Venier, et sier Fan-lin Zorzi reclori, di 24 avoslo, el di sier Francesco Zigocjna provedador di la Morea scrila al zeneral. Come havia auto tutto el Brazo de Maina, videlicet caxe 3283, restava solum casali 14 ad haver tutto el Brazo, et à posto in castel di Brazo, sier Hironimo Barbo, fo di sier Nicolò, con 25 fanti, avisa non lia-ver danari, voria subsidio per haver fato fortifìchar
el castel del Griso, et Castelfrandio lochi importanti.
    Di Candía, di sier Bernardo Zus tignati capitano el vice ducha, et eonsejeri, de 19 avoslo. Avisano li successi seguidi, et di biscoti et nave armade mandate in armada. Et mandoe uno reporto ave sier Hironimo Boldù consejer de lì dal canzelier di la Canea, di 9 di l’istante, di alcuni avisi da Constantino-poli, zoè di oratori dii re Fedrico, signor Lodovico ducha di Milan et fiorentini, quali erano stati retenuti dal Signor turcho, et quel dii re è apresso il Signor retenuto. Item, in Constantinopoli, esser restati pochi homeni et mancho navilii, et dice cosse incredibile di la potentia di la lhoro armada.
    In quesia sera, come fo compito di lezer le lettere, sier Zacharia Dolfin provedador, executor sopra le cosse di mar, qual era rimasto podestà et capitanio a Crema, si levò in piedi dicendo: serenissimo principe, ho più a caro operarmi a li servicii di la Signoria vostra che niuna altra utilità over honor non potesse haver, perché io fo el ben mio et de mei fioli, per tanto refudo la ditta podestaria, et cussi el principe lo laudò summamente, et fo ordinato notasse cussi la sua refudation.
    A dì 19 setembrio. In collegio vene sier Mariti Zustignan venuto podestà et capitano di Roigo, et presentò molti conti di biave per lui ministrade de lì, et ducati 40 li restava in le man, disse havia tenuto in obedientia tutti, disse mal di domino Alvixe Vala-resso condutier nostro qual era amalato, et eliam di Justo Corso qual perliò è in la compagnia uno caporal boti. Fo brieve, et fo laudato dal principe justa il consueto, né altro disse de la città preditta.
   Vene l’orator di Franza al qual fu comunichato la perdeda di Lepanto, si dolse assai dicendo voleva scriver al roy fazesse ritornar l’armata insieme con la nostra, dolendosi dii partir dii suo capitano. Poi disse come monsignor Io gran scudier era andato al governo di Zenoa, demutn pregò la Signoria volesse desister de l’impresa di Codignola per esser di la regia majestà. Li fo risposto con bone parole pregando che volesse scriver al re, et die di Codignola si vederia di far levar le zente nostre.
   Vene sier Tomà Zen el cavalier, va capitano di le galie grosse, in collegio, et dimandò il suo stendardo qual li fu concesso, tolse licentia andava c .n un gripo. Eliam vene quasi tutti li governadori di le galie rimasti, et aceptono excepto sier Francesco Valier qual era amalato, et sier Piero Sagredo non andoe, questi dimandono li fosse data una galia grossa la qual la conduriano come arsii, et staria poi in