393 MCCCCLXXXXIX, FEBBRAIO. 394 cenzo di Naldo con fanti a Pratiego et Alvixe Griego. llem, à manda fanti a Monte Cornare, zoè Paulo Antonio Zalamela contestatele con fanti, et Morello da Cortona, va dal ducha de Urbin con salvocondoto abuto de’ inimici, va per la via di la Pieve, li ha ditto digi al ducha di Urbin. Ilem, si duol di stratioti che hanno fato danno a li cavali dii ducha di Urbin, et maxime uno Domenego Busichio. Ilem, come lì a Castel Delze si ritrovava 450 alemani venuti di campo nemico in do volte, fanti 50. Ilem, esser zonti lì da Roma spagnoli 1000, e l’Alviano dice desvierà altri-200. Et havia ricevuto lettere di la Signoria nostra zercha il far di 3000 provisionati oltra quelli 460 facea quel di Monte Alboto. Ilem, esser venuto lì uno messo dii conte di Sojano, li avisava stava in pericolo, e havia scoperto un tralato che la madona di Forlì volea farlo prender, etera disperato, dimandava socorso de 400 fanti, et prometeva far assai cosse. Da Brexa di ree tori, di 30. Come quella malina el capitano era partito per andar a Gedi dal conte di Pitiano a dirli la diliberation nostra che ’1 vadi in Casentino. Ilem, haveano lettere dii capitano di Val Camonicha, li advisava come a dì 21 partì uno da Nodre loco dii re di romani, mia 30 di Berno di 159 Valtellina, dice haver visto 8000 a piedi e pochi cavali per venir contra alcuni sguizari, di le tre lige dii episcopo di Cuora et altri sguizari, et havia veduto a Cimbro questi ; et che a Monestier mia 15 de li ditti sguizari erano adunati ; et quelli di Berno havia scrito al ducha di Milan ne facesse provisione perchè temevano. Da Gedi di sier Zuam Franiesco Pasqualigo do-clor el capitanio di Brexa, date a dì 30. Avisa dii suo zonzer lì dal conte di Pitiano, et averli ditto la voluntà di la Signoria nostra ebe debbi andar con 500 cavali lizieri et 500 provisionati fati per lui in Casentino ; rispose esser molto aliegro e haver una volta dato 1’ anima a Dio et il corpo a la Signoria nostra, et li havia dati li ducati 4000 portati con lui tolti da Brexa ; et soa excellentia havia ditto haver 100 balestrieri a cavalo solamente, et che ’1 resto menaria homeni d’arme a Ravena, li qual farà cavali lizieri, et che anderia prestissimo a Ravena, et poi più oltra sicome ocorerà; et che esso capitano resterà il zorno seguente lì per farlo expedir presto ; et in consnnantia dicto conte scrisse al suo secretano de qui come saria prestissimo a Ravena ; el qual vene in collegio a notifichar questa volontà dii conte, come dirò lezendo più oltra. Da Modon di sier Luca Trurn synico, eliam di sier Nicolò da cha da Pexaro provedi tor di !armada, 1 qualli tutti do scriveno esser morto sier Anzolo Gradenigo, era lì castelan e proveditor nostro, et lo laudono assai ; et cussi fo eleeto in loco suo sier Marco Cabrici. Da poi disnar, el prìncipe fo, justa il consueto, con la Signoria, oratori et cerimonie a Santa Maria Formoxa per terra a vesporo, el da poi disnar zoè da poi tornato, il collegio si redusse, et fo lettere, Dn Castel Delze di sier Jacomo Venicr, di 15 sera e di 29 do lettere. Come inimici haveano preso Chiussi, i qualli volendo andarvi a campo, nostri si reseno. Ilem, Morelo da Cortona è partido a la Pieve poi a Bibierm. L’impresa di Val di Bagno era sla abandonata et il signor Girlo Orsini voi due. 200 quali li havia dati, etche spendeva ducali 6 al zorno ; et Astor Bajon li à dito voler danari e non intende esser più obligato a servir la Signoria se non per fin habi la paga. Ilem, come el conte di Sojano li havia scrito la madona di Forlì zercha averlo in le man per far la vendeta di la neza. Dn Gedi dii capitanio di Brexa sopranominato, di 30. Come il conte facea gran solicitudine, ne dimandava danari et si partiria de lì a dì 3 fevrer. Et fo scrito per collegio per le terre nostre dove havia a passar, dovesseno elezer do citadini per cadauna, qualli dovesseno andarli contra e proveder a li alzamenti. Et scrive esso capitano come manderà le zente per il Polesene, e voria haver il passo dal ducha di Ferara, et esso conte veria a la volta di Padoa e per li lidi anderia a Ravena. Et fo scrito a Ferara al vice domino domandasse al prefato ducha il passo. Copia di una lettera di sier Piero Malipiero, prò-vedador a Veja, data a dì 25 zener el ricevuta a dì primo fevrer, mandata a la Signoria nostra, di molle nove. Al presente è di novo de sier Bortolo q. sier Po- lo de Grabia citadino di qui, persona praticha e discreta. Primo dice haver inteso di misìer fra Nicolò prior di San Salvador di Segna, el qual è venuto di Bregna, et haver inteso da uno servilor dii conte Anzolo de Franchapani, venuto di Ungaria da Buda, 159 • el qual dice esser venuti in Polonia turchi 140 mi-lia, et vanno scorendo il paese non fazando danno né dèpradation alcuna, ma solum atendeno ad aquistar castelli et citade ; et che Alibech voyvoda è restato sui passi de Valachia con turchi 20 milia per dubito dii signor Stephano de Valachia ; et che re Alberto de Polonia ha mandato a dimandar soccorso a la ma-