m di G. pr. p p. p. di 26. Come la vizilia di nadal era venuto uno corier con lettere dii re di romani el qual in Austria e a Viena facea zente e manda oratori in Hungaria perchè rompi a la Signoria in Dal-matia. /lem, ,dia vegnir li uno conselier dii re di romani con 4 zentilomeni per intender dal conte si vuol romper a la Signoria. Item, soa majestà voi niuno di soi se conzi con la Signoria, et voi li electori de l’imperio far lhoro il patriarcha di Aquileja. Vo-leno tre cosse dal conte di Gorizia ; primo non dagi ubedientia a la Signoria etc. sichè in quelle parti era gran movimenti et indicii di guerra, /lem, sier Do-menego Bolani luogotenente di la patria di Friul scrisse de alcuni casteli che ’1 re di romani havia dati al ducha di Saxonia, zoè Pordenon, Cremons Belgrado el Castclnuovo, et dia vegnir exercito di lo re contra nui, capitano domino Sigismondo Gal-sperger. Edam scrive voleno far il patriarcha di Aquileja. Di Raspo, di sier Daniel da Canni capilano, di i.° diccmbrio. De alcuni villani venuti lì sotoposti al re di romani, che fenze venir per una cossa in quelli confini ma vien por un’ altra, pertanto si dubita, ha voluto avisar la Signoria nostra. Et fo intrato in la parte di risponder a li oratori in Franza, et loto 4 opinion di savii, lamen sier Nicolò Mocenigo et sier Ferigo Corner procuratori savii dii consejo non meseno nulla. Una opiniom havia sier * Zuam Morexini e sier Lodovico Loredam procuratori savii di consejo, l’altra sier Costantim di Prioli savio dii consejo et sier Batista Zustignam savio a terraferma, P altra sier Marchio Trivixam savio dii consejo, P altra sier Marcho Zorzi et Alvixe da Molin savio a terra ferma. Or fo disputato sin hore 3 di note ; parloe sier Zuam Morexini et Marchiò Trivixam et sier Alvixe da Molin difendendo le lhoro opinion etc. Et perchè altri volea parlar, fo comandato stretissi-ma credenza, perchè con effeto la materia importava e rimesso al zorno seguente. Era intrati in questo zorno 4 di pregadì nuovi et 4 di quarantia criminal. A dì 3 zener, in collegio, sier Alvise Bernardo venuto come provedador sopra l’armar de Istria, referite quello havia fato. Prima havia desarmà 2 ga-lie sotil Veniere di sier Zuam Francesco et il fiol, stete mexi 53 fuora, et havia dato ducati 6 milia tra tutte do, et come costava una galia sotil 20 milia tanto si leniva fuora. /lem, era stato a Puola e visto le do barze qual steva mal lì, per dubito dì esser ■ brasate, et li 80 homeni lassati a guarda se imbria-gavano. Etiam veneno in collegio li tre fono mandati 296 a Puola, zoè Lodovico Brexan protho in 1' arsenal e gli altri, quali referiteno ditte barze, zoè la Pasqua-liga si conzeria e P altra star ben. Vene ancora alcuni patroni dii trafego dolendosi quelli di Barbaria voleva tuor le sue gaìie deputate _ per il conto dì pregadì, et fo aldìti da la Signoria, et consejato per P bordine nostro ogniun havesse le so galie. Et Zacaria di Freschi referite in collegio quello havia ditto Zuam Alberto. Come el suo signor ve-gneria qui, o fusse mandato uno nostro in secreto de lì a chiarirsi quello havia ditto esser la vera opiniom dii ditto signor suo, e poi chiariti si li mandasse el syndacato. Et è da saper che l’orator fiorentino va publice per Ferrara, da poi la nuova di Casentino che prima stava oculto, /lem, dete una lettera dìi ducha de Milan al suo orator qui data a dì 28 in materia di lettere intercepte, scrivea Piero da Bi-biena a’ Medici, quale erano state prese da’ fiorentini con certe trame, concludendo la Signoria non doveria dar fede a questi tali. Vene lo episcopo gladatense orator di Milan et disse : serenissimo principe Beati qui non viderunt el crediderunl. Parloe di Zuam Alberto, che si fa-tichava perchè seguisse tanto beneficio a Italia in acordar le cose di Pisa, et non li havia manchà pericolo percaxon di domino Aldromandino altro orator di dito ducha di Ferrara : disse di la lettera sopradita dii suo signor, el qual acertava havia bona volutila di conzarsi in amor con la Signoria nostra. Item, exortoe fosse mandato il compromesso a Ferrara e poi farlo vegnir in questa terra, e volendo el vegni avanti et ne dicha qual cossa. Item, disse si voria conzar le cosse de Italia, e vedeva si ne cendea gran fuogo, e non volesse la Signoria supor-tar che Italia si accostasse con barbari francesi et alemani. Et per il principe li fu risposto sapientissimamente che ’1 suo signor ducha era caxon dii lutto e a lui stava, et come nui continueremo la guerra in ajuto di Pisa et in Casentino. Et rispose P orator : el mio signor non à vadagnà nulla et la vostra Si gnoria spende grandemente senza etiam vadagnar. Item, quanto a li foraussiti non era novo, perchè fevano tanto quanto li veniva al lhoro proposito. Da Ravena di i.° dii podestà el dii provedilor. Con letere dii conte di Sojano nulla da conto, solum dii zonzer lì molte zente d’arme venute per alozar ; havia participato con Zervia. Item, haver per uno, vien di campo a pie, el signor Carlo Orsino haver preso Vitelozo Vitelli. Di Axola di sier Piei'o Lombardo provedilor. 1 MCCCCI.XXXXIX, GENNAJO.