519 MCCCCI.XXXX1X, MARZO. 110 da Fiorenza, et che a dì 1*2 il ducha di Ferrara • con llioro doveano montar in nave per Venetia. Item, esser zonto lì domino Alexandro Sforza, venuto di reame, et Fr.ichasso non è ancora parso. Da Cherso et Ossero di sier Alvixe Badoer conte. Come haveano eleeto nel lhoro consiglio sopraco-mito siec Zorzi Colombi citadin de lì, qual subito verà a tuor la sua galia. In questa malina fono lecte le lettere dii messo dii sànzacho di Scutari, qual erano sta translatade. Era scrite in schiavo servo et era sottoscritte in la prima lettera : el signor di Scutari Ferisbech. Et si duol di uno mercadante di Salonichii qual era sta a una villa sotto Dulzigno dove li fu robato e toltoli il suo, scrisse al conte, nulla fu fato, voi sia satisfate dii danno, et dimanda risposta da la Signoria nostra. In la seconda: di tre marchovichii morti e una dona per alcuni, quali, lui andò in Antivari et la Signoria scrisse daria li maltatori, tamen nulla fu fato : voi la Signoria mandi detti malfactori, et che questo era’ contra la paxe dii signor Turclio et dice: rescriveme quello volè far a l’imperador venturoso et spazè presto il schiavo con la risposta qual nomo ha Magacur ; et in line di lo lettere dice Dio exalti el vostro stado. In la terza dice ; carissima salutation, e come volea tor sue ville, ma el conte di Dulzigno lo pregoe indusiase perchè voleva scriver a la Signoria. Item, che li debitori del signor fuzeno in lochi nostri, e non si fa pagar il Signor lurcho, pertanto non voi la Signoriate-gna questi tal, et che li manderà a piar dove sarano ; et che ’1 capitano di Scutari liauto bordine da la porta voi paghi tutti l’ancorazo a la Bojana, e quelli di Dul-zigno non voi pagar, e tutti li altri paga. Dice deme risposta et presto. Et in la quarta lettera : come ;li homenidi Cataro erano venuti ne le saline dii venturoso imperador et con cavalli ha zapado e ballado suso e à brusà una caxa e tolto el sai su quello di Zernovich ; quelli di Cataro non lo lassò portar a le saline, à batu li soi, e toltoli il sai, et essendo bona paxe con la Signoria nostra ha dà noticia ;r la porta di queste cosse. Conclusive parole minatorie, e che non si provedendo lui larà il mal che ’1 potrà. Et replica : spazè prosto el nostro schiavo. 207 * Da poi disnar fo collegio, et vene queste lettere qui sotto scrite : Da Ferrara dii vicedomim, di 13. Come ilzorno avanti erano ivi zonti li do oratori fiorentini honorati grandemente da quel signor, et per quanto intende, venere, clic sarà a dì 15, si partano per questa terra col ducha, et sono venuti lenti, et por quanto intende hanno comision da’ fiorentini limitada o non ampia. D i Rovere di sier Nicolò da chn da Pacavo podestà, do lettere di 12. Come era ritornato il noncio di domino Martin da Lodrom, stato a la dieta a In-spureh. Dice come per il merascalcho per nome dii re di romani era sta ternrinà contra agnolini, sgui-zari et la liga grisa far hoste ; et havia dato a questo contà dovesse far bomini 30 milia, et era risol to poi in 10 milia, zoè a questi signori da Lodrom 60 homini et quelli di Archo 100, quali non hanno mandato ninno a la dieta ; perhò esso domino Martin volea el parer di lui podestà, et era venuto a trovarlo. Li rispose si consejasse con li nepoti. Item, dice li agnelini e sguizari a Filehereh sono più numero et sono in tutto mazor exercito di quel dii re di romani, et che in favor dii re erano sublevate le torre franche. Et è da saper sono 70 torre franche, sichè haria un gran ajuto. Et che sguizari hanno principia, gran crudeltà in arnazar e far incondii, sichè sarà crudelissima guerra ; et che ’1 re di romani volea venir a questo, ma per caxon dii ducha di Geler ha convenuto ritornar in quelle parte per esser oceupà. Et in l’altra lettera scrive di uno comandamento generai fato por il locotenente regio, et mandoe la copia era in lodesco, et dice data die Duminico le'are apresso Maran, zoè la terza domenoga di quaresima. Et par uno Sigismondo capitano regio fazi tal comandamento a tutti nomina universalmente nel contà dii Tirol, che da parte dii ser.mo re di romani, havendo sguizari tolto Mandres e uno altro loco, e con gran forze vieneno a farli danno e sono zercha C000, li comanda che chi poi portar arme, lanze longe, stan-ge e bastoni vadino a cavalo et a piedi e [»resto, di zorno e di note senza indusiar verso Mais, e nium sia excusato sotto pena da parte dii re di destrulion di V aver e di la persona. Di Trevixo di sier Aiulrea Dandolo jxxleslà e capitano. Zercha conti. Di Cadore di sier Andrea Dot firn capitano. Zercha legnami per 1’ arsenal. A dì 15 marzo. In collegio. Vene lettera di Zuam Alberto da la Pigna data in Corbole, e mandoe lettere dii ducha di 12 a lui drezate. Li avisava dii zon-zer quel zorno li oratori fiorentini, domati li darà audientia, et venero, che sarà a dì 15, montonino la nave per venir de qui con domino Leonardo Botta orator ili Milano, et domenega sarano a Veneeia. Per tanto voi lui lazi il tutto intender a la Signoria nostra. Da Chinta di sier Fantin Pìzzamam potleslà, di eri. In materia di posso, o come era carestia, et perhò bisognava danari.