MCCCCLXXXXVili, NOVEMBRE. 130 certifìcliati, por luchesi e pisani che ve era un fiol ili Zuliam Gondi comisario de’ fiorentini, quale insieme con uno altro prexone non si trovava, ma erano sta straforati per stratioti, lumen era preso Marco Fan-toni citadin fiorentino et uno altro foresto; et che se con lui haveva li altri cavali lizieri nostri, era certo a la so retroguardia li hariano fato danno e vergogna, perchè erano mal in bordine, amalati e mal contenti, e li fanti hano auto pochi danari, che non passavano numero 1800. Et come a di i) intendendo era in Serchio per fortuna un bregantin de un corsaro nemicho nostro, esso pagador cavalchoe con parte di cavali lizieri et domino Jacomo di Tarsia capitano di le fanlarie a la bocha del ditto fiume per prenderlo, ma si partì et nulla fieno. Et come quella matina a dì 10 una bora avanti zorno, et signor don Forante con la sua compagnia et domino Filippo Albanese, el governador domino Marcilo dal Marti-nengo et cl capitano di le fantarie con cercha fanti r>00 cavalchono et fono condur con Ihoro uno cor-taldo, uno passavolante mezano e do falconeti ; et esso pagador si avvioe inaliti con li stratioti e ne mandò parte a la volta di la Caprana et di Sicho per far sempre la scorta, el resto feze star su la strada che vien da la Doloroxa a Calzi ; et giolito al castello, li fo fitto intender per el trombeta’che si volesseno render over anderiano per el fil di spada. Risposeno voler tegnir quel luoco per la signoria di Fiorenza ; fu posti li falconeti sopra il monte da alto, el passa-volante a la volta del ponte e de la porla, el cortal-do per labi, solicitando. I falconeti per esser pieoli facevano pocho effecto, cl passavolanle havea el buso impedito non si sapendo et non potè tirar, el cor-taldo tirò tre bote una in terra etdoe non feze molto danno, tamm nostri deliberono darli la baciglia. E mamme Gorlino che fu el primo, e con grani furia la fu data e durò pocho meno di bore tre, zoè bataglia sirnplice di mano, e posto le scale assai con saxi e con legni venivano rebatuti. Dentro li era zercha fanti DO con uno contestabele corso che molto si ajutaveno, et li nostri franzosi se portarono molto ben, tenendo al continuo la bandiera sua in zima di una scala. Fo lì ferito tre bandirani. Alguni stratioti nostri, elicmi si portono benissimo, maxime Megaducha e Jacomo Premandino ; et a la fine vedendosi inimici strenzer la bataglia, Ire volte alzoro-no la bandiera a segnai di acordo, et esso pagador da la sua banda mai li volse aceptar, perchè volea tutti fosseno tagliati a pezi. Era con lui il capitario di le fantarie, qual si disse con comandamento dii governador dii la banda dì driedo, li aceptò a pati salvo le persone solamente. Et come lui voleva far tagliar le mani a’ schiopctieri e bombardieri, et non potè otegnir, dicendo che havendo data la fede non voleva venir a meno : esso pagador rispose Paulo Vitello elium a nui promisse la fede, e poi feno tagliar le mano a ditti bombardieri nostri. Or nostri messorio dentro zercha fanti 1Ò0 soto do contestabeli, et per opinion sua voria andar a la recuperatoli di Li-brafata, che saria impresa da expcdir in do over tre zorni, utole et di honor, sì per segurar el vai di Sorcino come per haver la strada maistra di Lombardia el si reputi! una chiave dì Pisa, et voria lassar el Ba-stion et ogni altra impresa ; et saria più fazile per-cliè inimici, el Bastion di Montemazor che nostri feno, lo haveano abandonato ; et eliam come quella utile la signoria di Pisa hebbe aviso che 12 homiiii d’arme dii ducha de Milan, che andavano in campo do’ nimici, erano alozati a Mazacroxe, et fatoli questo intender sier Domenego Malipiero proveditor, esso pagador mandoe Prandio dal Borgo e Lactantio di Bergamo capo di balesl rieri, Gregoliza di Mitriclada e Franzi e Zuarn Zafa capi de’ stratioti, con zercha cavali 100 a la volta sua. Quale inteseno che eri sera domino Nicolò Tegrimi citadino luchese et atlictio-nato dii ducha de Milan, quale va orator de lì, zonto nel ditto loco li feze partir e zonseno in Luclia a bore 8 di note, et andando essi nostri, non havendo potuto far nulla, svalisono do poste da zercha fanti (¡0 luchesi. Ilem, come sier Piero Duodo havia la fe-bre, stava in leto, et sier Domenego Malipiero stava assa’ bene ma non ussiva di caxa. Ilem, esser nove de lì, Paulo Vileli vegnir a la volta de Casentino, et cavali 1000 con Vitelozo suo fratello mandavano a quelle frontiere di Vico e Pontadera, lamen nulla di certo di questo haveano. Di Cataro di sier Francesco Querini rector e proveditor nostro, do lettere di 25 octubrio. Una molto copiosa di le cosse de lì, et di la custodia el pro-vision bisogna. Per l’altra, come era venuto il sub-slacho che governa Montenegro, che fo dii Zerno-vich, a Zuppa con 300 persone per far manzarie ; si à manda a offerir a esso proveditor et presentarlo, et di converso li havea mandato certi presenti. Ilem, Ferìsbei sanzacho di Scutari si ritrovava esser zor-nate cinque di Cataro, qual si aspetava a Scutari. Di Constantinopoli di sier A. Griti, date a di 25 septenibrio, drizate a Zachuria eli Freschi secretino nostro. Avisa molte cosse. Et come il Signor turcho oltra le 40 velie facea armar altre CO, et certissimo ussiria. Ilem, che Mustafà bei era venuto lì per otegnir licentia da la Porta di passar in Puja. El