301 MCCCCLXXXXIX, GENNAIO. 30*2 no, el qual luogo è bon e grasso et maraoehesco per la vita, lontan da Fiorenza mia 20, et ne l’alba li de-teno la bataja da do canti, el capitano di le fantarie e Gorlino da uno, et lui con le zente da cavalo, el da l’altra l’altro colonelo, et combateno zercha dohore, perchè quelli di la terra gajardamente se defendea-no. In questo interim el conte Lodovico de la Mirandola con zercha cavali 100 se feze veder da lontano, mostrando quasi voler socorer le terra, et lui prove-ditor andò a la volta sua con molti stratioli et altri cavali, qual subito se retirò e per haver campagna assai non se potè azonzer ; fu poi atachato el fuogo a la porta, per la qual e con le scale nostri introno dentro, da l’altro canto era intrato el capitano Gorlino ; e perchè i fanti subito ateseno a sacomanar, i nostri da là fureno rebatuti ; da poi fe’ reforzo e con l’intrada soa de qua rebutono li inimici, et se reduseno in rocha con esserne guasti e morti assai di llioro. E visto la rocha esser forte di sito e le nostre zente in desordene per el guadagno, li parse di sacomanarla al tuto e brusarla, e cossi feno più che si potè, e vegnino via con la preda e presoni, et lì era sla fato gran danno tra el sachizar et brusar per esser il luogo grande. E da saper che havendo notato di sopra dii caso ocorso al proveditor per l’artelaria di Pontadera, licei havesse la bota, non perhò scrisse a la Signoria nostra ma per soe a mi drezate questo intesi, et per notar il vero successo al loco suo ho posto. Ilem, sier Piero Duodo stava meglio imo esser varito, et insieme con il Malipiero ogni zorno provedeano a quello era bisogno. Di Cypro di sier Andrea Venier luogotenente, date a Nichosia a dì 9 novembrio. Scrive haver da sier Beneto Sanudo consolo a Damasco, di 27 octu-brio, di la morte di Cartabei Lachmar signor di Damasco, judica sia sta tosegato. Item, come in quelle aque Ariani e Francescheto Novaglia corsari havea-no fato certi danni, preso uno gripo di Famagosta con saoni. Ilem, quel rezimento haver cargato su la nave Soranza, patrom Francesco Tarlado, orzi moza 19 milia con ordine andase a Pisa. Ilem, nara il caso intravene la note di brusarsi Ihoro medemi di la nave di sier Girlo Contarini, patrom Antonio di Ste-phani, come ho scrito di sopra. Item, laudoe misier Zuam da Ragona, e de lì esser comenzà le pioze quale bone per li formenti. Da poi disnar fo pregadi non fo il principe, e posto parte per alcuni savii di ciliegio di risponder in Franza, altri volea indusiar che di brieve si aria le-terc. È da saper tutta la cossa era sudarli 100 milia ducati over no : alcuni li volea dar etc. Parloe sier Batista Zustignam, sier Marco Zorzi savii a terraferma, sier Batista Trivixam el cavalier era di pregadi sapientissime contra tute le opinioni e ad ogni modo voleva la liga, poi sier Lodovico Loredan procurator savio dii consejo, poi sier Anzolo Barozi era di pregadi, poi sier Antonio Grimani procurator, poi sier Marco Antonio Morexini cavalier consejer qual non sentiva l’acordo, demum iterum sier Antonio Grima-ni, et andate le parte di scriver over indusiar, fo preso di indusiar di larghissimo, hore 4 < /s. A dì 5 zener in colegio. Vene Ilironimo Falconi 124 orexe lamentandosi contra uno prete voleva far re-nonciar il vescoado di Modom a suo fratello : qual era a Padoa etc. Vene l’orator di Urbim, et mostrò letere dii suo sigpor di Bibiena di 26, come voi star lì, et fo laudato per el principe di la sua bona volontà e disposi-tion, el che dimostrava ben la fede. Item, fono baiotali li oficinli di le galie dii trafe-go : rimase armiraio Andrea Ciugano, homeni di consejo Matio Rizo et Nicolò de Napoli, el tre corniti, Burba et do altri, qual non cognosco. Da Roma di /’ orator, di 30. Come haVia auto letere nostre ; in la materia dii signor di Rimano à dito al papa el qual replichava letere a Cesena, ta-men ha vìa fantasia a quel loco, e li dimandò se di Franza havea nulla, aspeta con desiderio il zonzer dii fiol a la corle ; de lì se divulgava la Signoria esser d’acordo con fiorentini, quali dicono seguito l’acor-do voleno mandar oratori in Franza a dirli li mandi uno governador in Fiorenza. Item, si havea dii mar-chexe di Mantoa dovea andar a Milan a tuor il stendardo. Item, uno Zuam Lucido arcidiacono di Mantoa à scrito a dito marchexe quello si dice a Roma di lui, li à risposto ringraciandolo ; et il papa disse a l’orator nostro quando li disse di esso marchexe : tristo e cavestro. Item, el Cardinal Borgia a Viterbo menò 250 sguizari et 5 citadini fora ussiti, li fece intrar in rocha et volendoli rneter etiam certi canoni, fu certo remor per caxon di alcuni diceva dover haver alcuni danari. Item, il papa disse la messa el dì de na-dal in San Piero con la chiesia militante, zoè piena di armadi : la spada e capello non fu data ma fato le cerimonie la portò in palazo, si dice la manderà in Franza al fiol o per lui o per darla a ch”l vorà. Item, el Cardinal Borgia è ritornato, stato col papa un pocho torna con li sguizari a Viterbo, si dice re-teniva qualche uno di principali de lì. Ilem, havia obtenuto dal papa, come li fu scrito, uno brieve ordinava a fra Rafael venisse a predicar.