439 «nix. GIUGNO. 440 Questi sono li X'Vl governano Padoa. Domino Jacomo da Lion, dolor. Domino Lodovico Conte. Domino Fuzelin Cao di Yacha, cavalier, dolor. Domino Antonio Francesco di Dolori, dotor. Domino Gasparo Qrsato, dotor. Domino Alberto Trapolim. Domino Acbile Boromeo. Domino Marco Antonio Musato. Dii populo. Francesco Bazuolo. Zuan Autonio Scudder. Baplista Otolim. Bernardo Fizelo. Francesco Varocaro, a la vicaria dii Santo. Nicolò Stringaro. Antonio Tajapiora. Francesco da Este. Deputati ad utilia. Domino Bertuzi Bagaroto, dotor. Domino conte Alvaroto, dolor. Domino Jacomo dal Relogìo. Domino Polo da Liom, Domino'Gregorio di Campo San Piero. Domino Urlando Cao di Lista. 208 ' A dì 26. Eri partì Marco Rìzo, secretano nostro. Va a Ferara, con la commissione datoli per colegio, ma non fo ad messo. In queslo zorno parli sier Cliristofal Moro, prove-dador zenerul, dii campo, di Mestre, con 200 home-ni d’ arme, 500 cavali lizieri et 2000 fanti, fo dito, e andò versso Castel Francho, jusla la dìliberalion dii senato; tamen andò con mancho zente. Da poi disnar fo consejo dì X con zonla. Et preseno far, per colegio, provedador e synico a la Mola, con ducati 20 al mexe, in Iodio di quel sier Antonio Zorzi, di sier Fantin, è podestà lì etc. Item, li presoni Irivisianì, erano in la prexom arente la riva dii ponte di la paja, fonno Irati la note et menati in la quurantia novissima, dove starano ajerosi ; e cussi li do, fonno conduti di qui noviter, nominati di sopra. Dem zouseno 3, mandali di Noal, tra ì qual è uno prete et do fradelli di Alvixe da Noal, dotor, avoehato a li auditori, liqualli sono stà capi di novità etc. Et questi 3 fonno posti in camera, et exami-nati poi per il colegio dii consejo di X deputado, zoè sier Piero Balbi, consier, sier Lorenzo di Prìoli, cao dìi consejo dì X, sier Alvise GraJenigo, avogador, et sier..........., inquisitor. A dì 27. La matina in colegio vene uno nontio di Both Andreas, bau di Segna, con uno suo nepo-te, scusandosi di la impulation fata di aver depre-. • dà etc., con molle parole. Or fo mandato per l’ora-lor di Hongaria, el aldito con li capi di X, poi fo mandato uno dì questi di Boi Andreas, ai ompagnato col capitanio dii consejo di X, a cha’ dii dito orator, e l’altro al suo navilio, con custodia di le barche di X. Vene uno todesco in colegio, credo sia Achario Stai, vien di Trento. Keferisse molte cosse di la bona mente dii re versso la Signoria nostra, et cceiera secretiora. Et ivi è domino Antonio Pizamano, episcopo di Feltre, per nome di la Signoria nostra etc. Vene uno frate di l’bordine di San Zane Polo, è prior a Trento, partì sabado, a dì 23. Dice, come a dì 20 el re di romani fo a tliva per parlar col re di Franza, sì come il Cardinal Roan havia ordinato, et slele tutto el dì. Et il re di Franza non vene, ma li mandò una letera, la qual Iota, il re dito si partì, andò ad Arclio a dormir. El che in questo interim fo avisato, da alcuni di Torbole e Nago, che cavalli 500 francesi erano inboschati di lì via, per tuor Ma-xìmiano predito di mezo. linde, havendo solum diio re 40 cavali con lui, mandò a Trento per altri cavali et fanti, et zonli, fo acompagnato a Trento; e che lui el vele ritornar. E fo dito, francesi predilli aver dalo in le coaze di alemani et alcuni svalisali ; sì che a Trento si dice mal di Franza. E nota, che la letera, venuta dii re di Franza a Maximìano, fo che li scriveva non polea venir per aqua, ma veria a Garda ; e ivi era ordinato lo arguaito. Etiam iu queslo 208 ' medemo dì, a dì 20, il re di Franza partì con gran pressa di Peschiera, e andò versso Brexa. Fo dillo, quelli di Val Trompia e Val Sabia esser adunati e venuti versso Salò e Salò havia levà San M;.reo over voria levar; et havendo ogni minimo segno, si subleveriano tutti, perchè veleno star solo San Marco. Item si dice, che ’1 marehexe di Mantoa dextro modo, havendo fato vegnir do cavali coradori lì a trovarlo, chi dice fense su uno ronzili a dar a done, et montò suso et fuzì a Mantoa, chi dice ad altro modo fuzì ; unum est, si ave relalion esser zonto a Mantoa.