61 MCCCCLXXXXVII1, OTTOBRE. se haver come el marchexe Gabriel Malaspina era acordato con fiorentini, etc. A dì 25 octubrio in collegio vene uno secrètario dii ducha di Milan, novamente venuto per sfar con questo suo orator, chiamato Bortolomeo Rozom, homo molto praticho e astuto, qual presentava lettere di credenza dii suo signor. Expose come il suo signor si ricomandava a questa illustrissima Signoria, et era in bona disposition di far tutto quello li fusse in piaquimento. Rispose el principe el fusse ben venuto, et verbo, prò verbis. Vene domino Anfimacho orator di Mantoa, qual richiese doe cosse : il titolo et danari da compir la conduta. Et che, come eliam si ha dii nostro pro-veditor era a Mantoa, el ducha di Milan, havia ditto a quelli dii Vescoado jurasseno fedeltà, et datoli tre hore di termine a rispondere, haveano risposto voler jurar; et havia mandato fuori madona Maria moglie di domino Marco Antonio di Gonzaga, perhò richiedeva fusse provisto per honor di questo stado. Item, che il ducha faceva preparar li gaiioni per Po. Et uno domino Tolomin era sta posto nel ditto loco dii Vescoado per il ducha preditto. Li fo risposto per el principe justa el consueto, dolendosi di la tardità. Vene 1’ orator dii ducha di Urbino con lettere dii suo signor zercha Otaviam di Manfredi si voria aconzar con nui. Li fo risposto per el principe si conseglieria con li savii di colegio. Ancora avisoe esso ducha esser per ajutar la Signoria e con la persona e con le zente e col stato, qual era vicino dove andava a bora parte di le zente, che è in Casentino. Item, come il conte di Caiazo era amalato in Forlì et steva malissimo. Vene domino Bernardo di Rossi episcopo di Ci-vidal di Belum, et mostrò uno aviso havia di sua * sorela era moglie di domino Zuam Batista fìol dii marchexe Gabriel Malaspina, qual era quivi scaziato dal padre : come ditto marchexe era acordato con fiorentini, intervenendo zenoesi, li prometeno restituirli li lochi soi e Fivizano sia posto in le man dii ducha di Milani. Item, come a Parma el ducha havia fato retenir 22 citadini per dubito lhoro, et che lui havia tal praticha in Parma che li bastava 1’ animo di dar una porta a la Signoria. Fo ringratiato de li avisi, et comandato scilentio. Da poi disnar fo consejo di X, e fu asolto el conte Zorzi Zernovich, a requisition di le lettere dii re di Franza et di 1’ orator di Monferà. El qual conte Zorzi, cavato di Toresele la malina, vene vestito d’oro in collegio, et ringracioe el principe, il qual li disse : « Conte Zorzi la Signoria a usà clementia verso di vui, et sì vi ha posto in libertà. » Et fo risposto a le lettere dii re di Franza come a sua compiasentia questo era sta fato. In questo zorno fo provado a Lio alcuni passa-volanti, fati per Sperandio Favello et altri che lavorano tal instrumenti bellici. Vi fu sier Zuam More-xini savio di consejo et sier Zorzi Corner el cavalier savio da terra ferma ; et questo fu bello, fu posto uno putim sul passavolante e dato fuogo e non reculoe. A di 26 octubrio in collegio, da Ravena si have di 24 zercha il conte di Sviano. Come quella prati-dia havia, era andata in fumo. Item, di quella con i Tiberti eliam non ha auto loco ; et Achiles è pur al servicio di la madona di Forlì. Eliam vene lettere di uno Alberto che menava la praticha di acordar il conte Ranuzo di Marzano con la Signoria nostra, qual dimandava ducati 40 milia a l’anno ; adeo tutto il collegio più non atese a tal praticha, perchè el dimandava assa’ danari. È da saper come eri vene queste lettere qui sotto scripte, qual perchè non fu lete sarà notado ozi il sumario di quelle. Da Mantoa di sier Nicolò Foscarini, data a dì 23 da sera. Come il signor voleva il titolo et eliam il successo dii loco di Vescoado, pregando la Signoria vogli per honor suo proveder. Di Marco di Salili apresso Rimano, di 23. Era mia 20 lontan di Bibiena, et la matina voleano andarvi; non intendeva preparation alcuna di inimici, salvo venuto uno comissario fiorentino a la Pieve, et nostri esser provisionati 700 con Bernardin dal Aquila, e Piero da Cesena con 300, et homini d’arme 75, manchava li Bajoni et Grifoneto Bajoni non era ancor zonto, si dubita la madre sia morta. Da Ravena nulla di conto ; da Verona et Brexa cercha li provisionati, et schiopetieri ; nè altre lettere vi fu da conto. Et ozi vene di campo apresso Villafrancha, di 23 che non erano mosse le zente, dimandavano danari. Et da Marco di Santi date a dì 23 al castel di Ma-zam, come a hore 18 andavano a Bibiena, dove non li era contrasto ; havea comandato 200 balestrieri et 60 guastatori su quel dii duca di Urbino, perchè acadeva tuor uno monte, 4 mia de lì, chiamato monte di la Verna. Ilem, come a la pieve di San Stefano, era venuto il coinisario che ho ditto di sopra. Da Pisa, di 19. Come sier Piero Duodo prove- 25 ditor era amalato con dopia terzana et stava mal, haveano cassalo li fanti, restava Jacomo di Tarsia