621 MCCCCLXXXXlX, APRILE. 622 tra el ditto, qual visto, mia 10 lontan il vento rinfrescò, adeo ditto corsaro fiizite, et prese quel barzoto prima con li 1*20 homeni, zoè erano 30 zenoesi et 20 di Saragosa, el resto etc. qualli tutti da esso corsaro fono amazati. Et ditto misier Saragosa se ne vene a Napoli e rinfresca l’armata, ponendosi in bordine per ritornar a seguitarlo, et che volea questo avisar a la Signoria nostra. Item si dolse dii rector nostro di Liesna, dii retenir di uno per murano, qual menava formenti in questa terra. Et fo risposto per il principe, li doleva il corsaro non fusse sta preso, ringratiava la majestà dii re, et che di Liesna si scriverla per saper la cossa. Iiem, fo aldito la diferentia di do liesignani, zoè di Polo Paladini venuto per nome di suo padre misier Nicolò el cavalier, stato 7 volte soracomito, et per la gratia è exente et ha privilegio fato per pre-gadi che ogni volta volesse andar soracomito per Liesna armando lì potesse andar, tamen è vecliio : pur questo suo lìol diceva voler andar ; a l’incontro Jacomo Barbichii over de Barbis electo al presente soracomito, per il consejo, diceva voler andar lui ; et mandati fuora fo ditto Michiel Nicolò Paladin haver anni 80, è sordo et non voi andar ; et fo terminato per la Signoria in favor di l’altro. Vene li patroni di le galìe di Aque morte, zoè sier Zuam Francesco Contarmi q. sier Alvixe, qual 1’ havea tolta per sier Sebastian Contarmi e disse era in bordine a provarsi, e sier Gabriel Soranzo si 247 scusoe dicendo non poter, et esser desfato per esser sta patrom in Barbaria et volea qualche tempo. Or il capitano electo è sier Andrea Foscolo, et il tempo si aproximava ad andar, per tanto dissi alcune parole in collegio' : che era di opinioni omnim si provasse overo fusse reincantà la galia a suo danno. In questa matina sier Antonio Grimani procura-tor savio dii consejo et electo capitano zeneral di mar, hessendo reduto tutto il collegio, si levò e disse alcune parole, et aceptoe la capitaniaria di bon animo, e pregò la Signoria lo compiacesse di tre cosse : primo si l’armada dii Turco non ussisse over ritornasse in Streto dovesse vegnir senza altra licen-tia a disarmar, demum non fusse mandato via si l’ar-mada nostra non era in bordine, terzio cussi come havia dito de armar 10 galie dii suo, così al presente prestava a la Signoria ducati 16 milia, zoè due. 8000 de presenti et 8000 questo lujo, con questo li fusse fato le obligation segure per il consejo di X di haver li soi danari fin 6 mexi ; et cussi il principe li tochò la man, e tutto il collegio si comosse e li tochò la mano pregando Dio acetasse in bona hora, et fo laudalo dal principe, et dito si faria quello el dimandava. Da poi disnar fo collegio. E prima questa matina el collegio si levò a bona hora per andar a S. Tho-mà a uno sponsalicio di sier Francesco Longo in la fia q. Antonio Marcello q. sier Jacopo, et da poi andar a San Severo a far el per di noze di la fia di sier Ilironimo Zorzi el cavalier e orator in Franza in Stefano Trivixam q. sier Domenego. Et in collegio fo consejato la comissiom di Alvise Sagudino per mandarlo a Ferisbei sanzacho di Scu-tari, con presente di vesti per ducati 300. Di Pisa di proveditori, di 6. Come inteso i minici venivano grossi per meter vituarie in Libratala e nel bastion, et Vicenzo Valier proveditor cavalchoe la note a la volta lhoro con li struttoti e cavalli li-zieri, e passono in monte San Juliano e andono verso Lucha, e li homini d’arme e fanti restarono di qua dal monte, tandem niuno vene, et nel ritorno nostri se messeno a corer, con certi stratioti. Et come par per lettere di ditto sier Vicenzo Valier, particu-lar, el cavai li caschò soto e restò in angosa sopra i sassi et fu portato a caxa. Iiem, stanno con expeta-tion di la pace, tuta via fiorentini 11 intorno se ingrossavano ; tamen el Valier varite subito. A dì 16 aprii. In collegio vene da poi fato la processiom per la piaza di San Marco per esser el zorno di San Sydro, et vi fu el principe oratori etc. Or reduto poi il collegio. Dn Milan di V orator, di 12. Come andando eri col dueha contra l’orator di Napoli, vien di Franza, il ducila li disse che l’orator dii re di romani li havia exposto che havendo il re di Franza fato liga con la Signoria nostra, volendo venir contra di lui esso re li offeriva ajuto suo e de l’imperio, e bisognando veria in persona ad ajutarlo, e per tanto voleva haver comunichato questo con esso orator, etiam scriverla a l’orator suo qui, lo dicesse a la Signoria, et che lui non lo dicea ad altro fin se non per dir il vero, e creda tutti quello voleno. Da Venosa di sier Francesco Morexini dolor orator nostro apresso il re di Napoli, di 6. Naj’ra esser stato in Andre la setirnana santa e per quelli . lochi col re, et soa majestà a dì 14 voi esser a Napoli. Da Grota Menarda dii ditto orator, di #. Come che il re havia auto lettere di Napoli eri che la raina havia parturìto nn bel puto. | Da Ravenu dii podestà, di 11. Di certo remor 247 * acaduto a Cesena, come par per una lettera mandata a lui per il governador di Cesena et romagna, la qual mandava a la Signoria nostra etc. «