271 MCCCCLXXXXVIII, DICEMBRE. 272 diceva tal parole, si.ramarichava dolendosi tutto verso li savii, zurando non havia in'comision a dir questo, et si ’1 signor ducha sapesse lo haria a mal. Et dicto domino Erasmo, acorgendosi haver mal parlato, disse non ho dito queste ultime parole per haver cussi in comision, ma dico come Erasmo. Or li fo dimandato quando partiva, rispose: post doman, e si la Signoria li diceva nulla ip risposta aspetaria ; rispose el principe: non volemodir altro si vi bisogna alcuna cossa etc, Et si partì di collegio con mormo-ration non pocha di tutti, et fo concluso havia mal animo a questa terra come con effecto si sapeva ; era vestito di veludo negro a la todescha a la longa, è cavalier, consejer et orator dii ducha. Havendo scrito di sopra la exposition di l’orator di Urbin, non voglio restar di scriver quello disse, che a loco suo non ho posto per inadvertentia : eh’ era che il ducha voleva oltra Bibiena e l’Averna eliam tegnir Val Savignone, Rochi, la Badia el Chiusi per eaxon di le vituarie, per esser su li passi dove si va a Bibiena e l’Averna. Da Milan, di l’orator, di 25. Come eri hessen-do andato conira un orator di Savoja, ivi venuto a cavai col ducha, li disse, haver nova di Casentino di una rota havia abulo nostri da le sue zenfe, preso 80 homeni d’arme, el resto serali in una valle, spera li bavera presto ; rispose esso orator : « Illustrissimo signor, non sarà tanto mal, et ringratio Dio la mia Signoria potrà questi 80 homeni d’arme meter tosto a cavalo per ogni gran rota havesse auta ». El'poi acompagnato l’orator di Savoja a la stantia, nel ritorno el ducha se lì acostò dicendo per questa vi-toria lui non haversi levà in superbia, imo era più disposto che mai in asetar le cosse de Italia ; ben si dolea che la Signoria havia dà libertà al ducha di Ferara di conzarle senza sua saputa e partecipatio-ne ; si non era sta per darli questo honor et che ’1 vedea la Signoria el slimava pocho, perchè non se li respondea a quanlo havea fato scriver per avanti ; et 112 come la sera li mandò a dir a caxa non andasse con sua excelentia per caxon di la venuta di questo orator di Savoja, e la matina come si consueta, per caxon non fusse diferentia de precedentia, et cussi non an-doe. Ilem, quel zorno esser morto domino Renato Triulzio fratello di'domino Zuam Jacomo, stato lon-gamente amalato. Da Ferara dii vicedomino, di 26. Come era stato lì dal signor a visitatiom uno orator dii ducha di Urbin, vien a la Signoria nostra, havia dito a quel signor molte cosse, et di la provision di fanti per 8 dì ; il prender di tre lochi per inimici, la fuga di nostri, ; la penuria di vituarie e manchamento dii soldo e pocho ordene di quelli governano, e di brieve si potrà veder la fuga dii resto di l’exercito : rispose il ducha d’Urbim esser homo giovene et inexperto, et che li amici sensati li havia dito molte cosse e non voriano le cosse di la Signoria piasse sinistra via; et lui ricorda il spironar il cavalo, voria sì mandasse oro e zente e uno capitano, zoè el conte di Piliano subito. Jlem, di la rota dii campo, de li 80 homeni d’arme, a Ferrara esser fato gran festa, scrisse molte altre cosse ridiculose. Da Pisa, di proveditori, di IO. Come haveano dato juxta le lettere licenlia a domino Marco daMar-tinengo venisse qui a la presentia di la Signoria con manebo cavali el poi; ha mandato a tuor salvo con-duto a Lucha dal comissario fiorentino et milanese, et hauto verà per la via di Pontremolo. Ilem, di brieve si partirà domino Zuam Diedo; domino Zuam da la Riva stava male, el Sovergnam era morto, sichè voriano si provedesse de uno capo ; havia ricevuto ducati 10 milia per Piero Rizo da Zenoa ; bisognava per paga ducati 17 milia ; haveano fato le mostre, stratioti inganava, meteva uno a cavalo do volle et l’uno con l’altro se imprestava, sichè cometono gran fraude ; hè fanti 3000 ma tristi ; e dato la paga bona parte voleano cassar ; il paese inondato di aque e non se poi far nulla. Di Marco di Santi, di 26 dal porto cesenadego. Come veniva a Ravena per danari : scrive zanze assai, et se teniva Bibiena, l’Averna e Chiusi. Ilem, di qua Montatone, Mignano et Monte Cornaro et haver scontrato Basilio da la Scuola, li ha ditto di alcuni lochi si havia ribelato zoè Pratiego e Chiussi, et fo un longo discorso, etc. Da Ravena, di 26. Do letere. Manda letere di campo abulc da l’Averna da domino Paulo da Fuli-gno, di 22, molto longe. In conclusioni, come a dì 21 Paulo Vitelli era a la Pieve di S. Stephano con 1000 fanti et 600 cavalli, andò a Montatone dove era Car- lo Orsini, nulla fece lì, rupe li molini, eliam andoe a Mignano et per il simile niente fece ; et Mattonato spagnol et Malmignato contestabili erano lì alozati ; si haveano portato virilmente. Ilem, mandoe una letera di Jacomazo. Et per un’ altra letera pur di 26, avisa zercha questo, molto longa ma nulla da conto. Di sier Jacomo Venier proveditor data a Ravena, a di 26. Come domino Palmerio di Tyberti era ritornato a Cesena venuto di campo, li havia scrito haver persa la compagnia zoè esser disfata, dimanda di refarla, e haver danari. Di Zuam Alberto da la Pigna. Una poliza dre-