m MCCGCLXXXXIX, MARZO. 488 Vene in collegio sier Alvise Contarini, cognominato Minoto, et sier Andrea Loredam q. sier Nicolò partecipi di la nave presa eie. et si dolse dii caxo a la Signoria fatoli per Piero Navaro corsaro : aricordava la Signoria facesse restar in quelli mari la nave Marcela acciò non fazi più danno, et si compri queste do nave portoghese sono qui. Quanto la prima, non parse al collegio perchè era sta scripto la venisse a Corfù, et a la seconda fo ordinato si tramasse sotoman et veder si voleseno venderla, ma non vol-seno, dicendo sono dii re, come dirò. In questa matina fo re tenuto a Rialto sier Alvise Arimondo q. sier Zorzi debitor dii banco di Garzoni, et stè pocho : conzò li fati soi. Noto. Sier Zacaria Contarini el cavalier comprò la caxa zà un anno di li Redolfi sul canal grando; li costoe ducati 11 milia 370 et li dete stabele a Santa Catarina e danari, et andò a starvi dentro. 195 Qui coihinciu il mese di marzo 1499, eh’è, secondo Venecia, el ‘primo dì de anno. A dì primo detto. In collegio. Fo alditi li zudexi di piovegi, sier Marco Antonio Donado et sier Marco Antonio Marcello, dolendosi de li avogadori li havia tolto il suo caso di Bortolo Nerli a lhoro aspetante per esser usure; et fo termina aldirli un’altra volta. Iiem, fono alditi li ofìciali di le raxon nuove per caxon di debitori sono al suo officio, et li fo comesso facesse pagar. llem, fono alditi li oratori di Lendenara : si duol di le tanse pagano per il star lì dii conte Alvise Avo-garo, et che quelli di Ruigo vien a far alozar lì più quantità, et mostroe lettere di la Signorìa 1430scri-te a sier Lazaro Orso era capitanio a Ruigo. Item, non voriano mandar li danari a Ruigo, et voriano che quelli di Ruigo punisse li sciopetieri fuziti etc. Et fono expóditi. Vene l'orator di Napoli, per il qual era sta mandato, et il principe si dolse di Piero Navaro corsaro, homo dii suo re, che havesse preso una nostra nave, et li fo ditto scrivesse di questo al re ; et lui si dolse di le extorsion Iacea il proveditor nostro di Mono-poli a molli regnicoli sotto specie di esser marani. Vene l’orator di Milan, disse haver lettere dii signor ducila ; si aliegra con la Signoria di la renova-tion di ramicitia fatta con il re di Franza, essendo fiol di quésta Signoria ; havendola fatta il padre tien sia per ben del lìol. Li fo risposto parole zeneral, e si partì. Vene el magnifico Piero di Medici, per caxa dii principe, et mandati tuli fuora, restoe con li capi di X quali erano questo mexe sier Baldisera Trevi-xan, sier Beneto da cha Pesaro et sier Nicolò di Prioli. In questo mezo, io Marin Sanudo, per età primo, et sier Marco da Molino savii ai ordeni fossemo mandati per el principe a levar di caxa a San Moixè el prothojero di la Morea, el qual era sta expedito, zoè terminato vestirlo d’oro con una caxacha fodrà di raso bianco, et zà era vestilo, et cussi vestito lo me-nassemo in collegio con Alvise Sagudino secretario, et tolse licentia dal principe, [tur dimandò certi danari diceva uno dover haver da sier Luca Miani q. sier Anzolo, et per il collegio fo comesso a li savii ai ordeni ditta expedition et esaminar alcuni testi-monii, quali sotto boia fono mandati a Nepanto. Pur per collegio poi fono deputati do patrizii, zoè sier Zacharia Dolfin et sier Hironimo Querini, i qualli adatino la causa con quello prothojero. Tochò certi danari dal Miani et si partite : lumen credo judicio meo fusse spion. Da Chioza di sier Fanlin Pizamano podestà. Come non havia nulla di la venuta dii ducha di Fe-rara ; et havia butà via ducati 30 di pesse, che fu comprato credendo esso ducha venisse. Da Milan di Ì orator, di 26. Come el ducha havia mandà misier Galeazo Visconti a parlar a Fra- • casso e persuaderlo stagi, o almeno, volendo partirsi, resti la compagnia, et poi esso misier Galeazo vadi a Fiorenza. Item, è stato col signor et nulla più li à dito di la liga, lamen parla secreto con li altri oratori, voi andar a Vigievano poi in Lago Mazor. Ha termina di cresser li soi provisionati etzente d’arme, et manda misier Carlo Bernardin Visconte sora Ojo. Da Crema di sier Ilieronimo Lion el cavalier 195' podestà et capitanio, di 26. Come el ducha di Milan feva cavar la fossa più larga el profonda per poter cavar a uno bisogno 1’ aqua del fiume di Ojo. Item, ha fato far proclame, niun de li suditi soi soto pena de rebelion non si conzi a soldo di la Signoria nostra. D i Brexa di rectori, di 27. Come è passato di lì via uno francese, fo favorito in corte dii re, vien a la Signoria in questa terra. Da poi disnar fo collegio, et fo consultate le cosse di campo. A dì 2 marzo. In collegio non fu il principe ; vene Zuan Alberto di la Pigna, mostrò lettere da Ferara: come a dì 3 li oratori fiorentini si doveano certo partir di Fiorenza et verano. Da Orzinuovi, di sier Nicolò Loredam provedi-