517 5ICCCCLXXXXIX, MARZO. 518 venuto iu uno loco per far apontamento, dice li dispiace tal moveste ; lo arziepiscopo di Fens over Sans, orator dii re di Franza, è andato a Berna abuto grande honor, voi liaver molti de’ llioro comuni, sichè sarano conlegati col rov. Da cità de Tremuli di sier Francesco Morexini dolor orator nostro apresso il re di Napoli. Come eri a bore 20 ricevete nostre lettere con l’aviso eli la li "a fata. Fu a la majestà del re et li disse : Spetti vul-la simulai premit alla corde doloris, et mostrò soa majestà di alegrarsi ; poi dice he a quarti difficile simulare vultu, adeo rimase tutto suspeso : et in vero non la sapea prima. Poi vene l’orator milanese et lo agente di monsignor Ascanio, steteno col re lhoro in coluquio tin hore do di note. Itevi, come quella mati-na si partivano per andar a Capriola verso Andre etc. Da Boloi/na dii secretano, di IO. Le qual lettere non fu letc per non esser cossa nuli i di n >vo. Eliam di Cliioza è nulla ; avisava dii dueba. In questo pregadi fo messo parte, per li savii, di dar licenlia a do di tre oratori sono in Franza .et l’altro resti de lì, zoè che ozi in questo consejo siano balotati tutti tre et chi bavera più balote debbi restar : et che ’1 primo consejo di pregadi si eleza uno altro orator in Franza in loco di quel restarà, con cavali 16 et do stafieri et il nodaro di la canzelaria : s’intendi in ditto numero non possi refudar sotto pena di ducati 500 oltra le altre pene ; et bave 6 ballile di no e lutto il resto dii consejo fu di la parte, et fono balotadi li 3 come apar qui sotto : Sier Nicolò Michiel doctor e cavalier . 45-144 Sier Hironimo Zorzi el cavalier . . 61-120 Sier Antonio Loredam el cavalier . . 130-36 Itevi, fu posto per el principe, consejeri, cai di 40, savii di terra ferma e savii dii consejo, che doveva dir prima : che atento il desordene seguido ne la ba-lotation dii collegio, in risposte nel dar di le banche di la becharia, la qual balotation è sta teiata, et per tanto sia preso che ditte balotation ile ccelero sia fata nel collegio nostro, con il principe, consejeri, cai di 40 savii di terraferma e di l’altra, li governadori, prevedi tori di comun eie. Et bave ditte parte, licei no l’nsse contradite, lanieri non fo che mal, atento fu fato torto a 1’ bordine nostro che non balotasse, che io non contradissi, et haria grande honor Imbuto. Et è da saper ditta balotation se dia far di cinque in cinque anni, ave 85 di no el 100 di la parte e niu-na non sincera, et fu presa. Et 1’ ordine nostro di savii ai ordeni voleva nie-ter le galie di Aque morte, zoè conzarle, et il principe non volse, etc. A dì 14 marzo, hi collegio vene l’orator di Napoli, disse haver lettere dii suo re : che Piero Nava- . ra non è di sua volontà posto a danizar niun sul mar, maxime la Signoria nostra ; ma che havia fato minella con alcune barze francese, et perhò si scusava. lievi, avisava havia conduto di novo el signor Prospero e Fabricio Colona, sichè il signorj'abricio non vera come fu ditto prima. Vene l’orator di Faenza domino Hironimo .... suplicando di haver danari di la condula dii signor. Li fo ditto era sta balote il mandato. Vene il secretario dii conte ili Pitiano, disse liaver lettere dii conte : come havia remesso alcuni fanti et essendo istate non che inverno con questi tempi calivi nulla si potria far; etportoe la lista di fanti Alziti, zoè brexani, bergamaschi, et dimandoe la Signoria scrivesse ai rectori di Bergamo e Brexa li punissa. Vene l’orator di Bimano, et disse zercha quelli Tiberli soi inimici che non restano di farli inai, sono andati dal papa et bave trata di formenli pep Fiorenza, et il suo signor ordinò al locotenente di Mel-ilola non li lassasseno passar, lievi, che Achiles liberti con certi balestrieri, andando esso signor a là caza, lo volse noviter farlo amazar, prieterea dimandò una lettera di passo per alcune robe et lavori li veniva de Milano, detnutn ringracia la Signoria di la referma di la eonduta data sponle, et dice che haven-do il signor suo a dì 7 lujo anni 25 et esser mutato di costume voria aguinenlo, e di questo dimostroe e dete una lettera a la Signoria nostra directa da esso signoi- in queste substantia che ha 10 milia ducali, voria più, e più cavali perchè ne ha solum 400, el 207 che ha gran fede, e voria esser experirnentà, el che li restava haver ducati 7000, voria esser satisfate con credito, zoè fusse promesso ducati 1000 al papa per il censo et ducali 700 a Bortolo Nerli a pagarli termine uno anno, qual ha il suo colar pegno, et darli stera 1000 fomento a questo conto a esso signor, et una paga, zoè ducati 300 contadi. Li fo risposto per il principe si conseierà. Nolo. In questi zorni vene in queste terra privato el reverendissimo Cardinal Grimani, patriarca di Aquileja, slato fin hora in la patria, alozoe a caxa dii padre, et partite per Roma. Itera, fo scritto per collegio in Càndia per l’arsil di sier Batista Polani, qual va ala Canea, che bisognando lo dovesse armar lì. Et sier Marco Antonio Contarmi sopracomito era in hordine, questa noie do-via partir, e tutavia sier Antonio di Canal si arma. Dii Milan di oratori, di 11. Come el ducha li havia deto che mercore li oratori fiorentini partile-