77 MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE. 78 gava per nome dii suo signor fusse manda danari, e li ricomandava il stato, mixime partendosi il nostro campo et esser assa’ minazato. Li fo risposto stesse di bona voja, nè habi paura, et si daria le page. Vene Malatesta messo dii signor Pandolfo di Rimano, exponendo come il suo signor havia habuto uno Col, qual per esser fìol di questa illustrissima Signoria si rallegrava con quella. Et el principe si alegroe assai ; etiam a esso signor li fo scripto lettere. Vene domino Antimacho orator dii marehexe di Mantoa, et mostrò una lettera dii suo signor, di 28 a hore 23, zoè fata eri in risposta di quella se li dava el titolo ete., qual olirà quello li era sta promesso, dimandava tutte queste cosse zoè : ducati 70 milia a F anno in tempo di guerra e di pace ; voi il titolo di brieve, over capitano zeneral o locotenente; voi sia compensa il debito di sai ha con la nostra Signoria a pagar in tanti anni, che era zercha ducati.. milia; voi la conduta sia fermata per anni 4 ; voi si procuri col papa di far suo fratello Cardinal ; voi, ultra li ho-mini d’ arnie, 200 cavali lizieri et lanxe per 400 ho-mini d’arme, e non voi cavalchar si non ha queste cosse. El qual domino Antimacho era palido, et lui medemo in f, zia mostrava l’error grande dii suo signor. Or tutti li padri di colegio erano in moto. 31 El principe rispose saviamente. Et bavcrulo schiopato tandem questa cossa, tutti stetteno di malia voglia, e terminono chiamar pregadi dapoi disnar, acleo lutti si maraveglioe di questo, et fo dato sacramento per li cai dii conscio di X a tutti, et tolti in nota. Et poi disnar, perchè pur in pregadi fo motizato di questo da alcuiii venuti prima, il principe fe’ chiamar li capi dii consejo di X, imponendoli dovesseno far diligente inquisìtione etc. : qnalli examinoe sier Piero Contarmi fo governador el sier Marco Dandolo doctor et ca-valier erano di pregadi, lamen trovono quelli di pregadi sì ’1 sospetava e non che de niun di colegio li fosse sta revelato. Et poi in questo zorno, nel ditto consejo di pregadi, fu lecto la ditta lettera dii marehexe con gran credenze et sagramenti, et fu preso di scriver a Zuam Dolce secretano nostro in Savoia do lettere, una di dar il capitaniato al Triulzi et esser fermi in questo proposito, l’altra debi solicitar il re a far venir lanze in Aste, et disturbi li apontamenti dii dueha di Milan, et si ’1 voi qualche terra ne avisa. A dì 30-octubrio in colegio, vene Zuam Alberto da la Pigna con una lettera dii suo signor a lui driza-ta, che l’advisava : haver da Fiorenza dal suo orator, li signor fiorentini erano contenti metersi in lui, ma voriano saper quello era il suo voler. Li ha risposto non è honesto perchè non saria judice, et che di questo risposta asp dava. Vene l'orator di Urbim, qual disse come per esser di la patria di Chamerino, benché fusse orator di Urbim, poteva far questo’offìcio. Come el signor di Chamerino, qual alias lue a nostro soldo con tito- lo di governador in Romagna, e fu casso per non haversi ben portato contra todeschi a Roverè, or volentiera el veria nostro soldato. Li fo risposto non era tempo. Di Milan, di ¡’orator, di 27. Come era tornato uno suo messo mandato per lui a Pavia, dove era il ducha di Milan, el qual ha fato far la mostra di 200 homini d’ arme fati novamente, non perhò ben in hordine ; fa far 1000 provisionati ; aspecta una annasata nova di fiorentini; manda il.signor Galeazo di Sansevermo a Parma e forse vi anderà lui. 11 venir lì dii fìol di Zorzi Brognolo, qual parloe col suo se-cretario, el disse il signor marehexe è per esser bon fìol di la illustrissima Signoria. Poi il padre vene etiam a Milan, et domino Marehexin Stanga an !oe a Cremona. Item, de li do corieri di Zuam Dolze tornati a Pavia, il ducha li retene, aperse le lettere private ma non quelle andava a la Signoria nostra, et che judichava volesse quelle venia di Pranza. Di Bibiena di Marco di Santi, de 24 el 25. Primo, de l’intrar in Bibiena, mandando uno corier, fenzan-do esser zen te di fiorentini con lettere fosseno rece-vute dentro, et lezendo le lettere, intrò li cavali lizieri et il resto in la terra el in la rocha cridando marzo-cho, poi cridono Medici ; quelli di la terra mostrano esser contenti, et lassoe ivi Marco di Rimano con 200 provisionati. Item, el signor Bortolomeo d'Alviano et Astor Bajom and no a Popi mia uno de lì, el qual loco fa fuogi 400. E fa uno tolcto in campagna, mia 30 da Fiorenza, non è molto forte, non ha fosse, ma è loco di stanziar la invernata. Et mandò al monte di Verna Piro da Cesena con provisionati 200 et Bernardin da 1’ Aquila con 100, quali starano lì a custodia per esser passo d’importantia. Et si dicea in vai di Bagno si reducea 4000 comandati. Et lui Marcho era resta in Bibiena ; havia fato serar le porte, restava solum una aperta, et nostri andoe al castello di Rumetia, qual si rese; et l’Alviano mandoe a dir per tutte le ville si rendese a’ Medici, allrar mente hariano danno etc. Item, che prima fo mandato a Popi Piro da Cesena, ma nulla fece: qual poi andò al monte di Verna, et che li guastatori e schio-petieri tolti su quel dii ducha di Urbim, abuti li danari, ritornorono a le sue caxe ; el domino Paulo de Fulgineis doctor, era con li Bajoni venuto, era re-