1013 MCCCCLXXXX1X, AGOSTO. 1014 Di Napoli di Romani i, di sier Simon Guoro provedador di l' anhada, data a dì 8. Manda avisi abati da Syo. Et à mandato sier Nicolo Tajapiera e sier Marco Antonio Contarini con le sue galie a veder il vero di l’armata turchescha, el qual Contarini andò dal capitano zeneral a dirli il tutto, et che lui provedador li a Napoli non dubita, tien queli stra-lioti non fazi danno per la Morea e gli ha reduti con le biave dentro la terra, el dice venendo l’armata turcha verso ponente seguirà a trovar il zeneral. Item, esser venuti li el Orioni et el Sibinzan, erano verso 1’ Arzipielago con sier Polo Nani, dice haver veligà con l’armata turchescha sora Caresto, et man-doe una lettera di sier Polo Nani di Andres, vechia, li avisava di alcune nove. • Dei Syo, di Bortolo Coresi, di 29 zugno, mandata al provedador Guoro. Prima di 1’ ussir di l’armata a dì 16 zugno da Constanlinopoli et a di 30 poi da Galipoli di velie 300, et il Signor a dì 15 zugno si partì per Andernopoli, starà tre zorni lì, e la ditta armada è mal in hordine, dubita di la nostra. E sier Andrea Griti li ha scritto voi venir li a Syo per tuor la nave e maonesi, non sa che farsi. Item, ha uno aviso di 22 da Constantinopoli che nel partir di ditta armada mancava 1500 homeni da remo, unde fo serate le porte di Constantinopoli tre dì, pur fo trovati tra boni e tristi il ditto numero e mandati in armada. Edam Zuam di Fabia consolo nostro li scrive a esso provedador questi avisi et si muta il nome et chiamasi Francesco Davanzo. Item, per uno altro aviso di 4 lujo, à certo di 1’ ussir di l’armada navega verso Stalimene, si dice vien in la Morea e li a Napoli et Caracassan corsaro con 14 navilii esser partito per andar a trovar la ditta armada. Di Corphà, dii rezimenlo, di 20 el 21. Replicate, venute per la via di terra, voi inzegner e danari per compir la fabricha. Di Otranto, di sier Piero Nani govemador, di 23. Manda queste lettere a 'I'rani, aricorda danari per li fanti sono lì, che non poleno più. Di Trani, di sier Alvixe Coniarmi govemador, di 26. Manda le ditte lettere; et che il re Fedrico havia dato principio a fortifiehar le terre di marina a hora per dubito di turchi. Di Vegia di sier Piero Malipiero conte, dii 27. Dii spazar di la fust i, la qual partì eri per Caodistria, va a trovar il suo capitano. Ricevuti i ducati 300 per armarla, li qual dispensò con sier Alvixe Na-vajer camerlengo de lì, voria il biscoto, e zà è sta mandato. Da Gradisca, di sier Andrei Zanchani prove- didor zeneral, di do. Come li stratioti li haveano domandato danari per le page, etc. Di Ferara, di sier Hironimo Donado doctor vice domino, di do. Come eri fo col ducha, qual li fe bona riera e parlò di le cosse di Lombardia. Li disse uno suo era venuto di Aste, è zorni tre partì, c che ivi era solum lanze 600 franzese, ne veniva di le altre et sarà pedoni 12 milia quali è per passar li monti, et esso ducha dice voria si conzasse )e cosse. Poi par-lonodil Turcho, e che la Signoria nostra havia gran 392' fama di la grossa armata. Item, esser conferma di l’ussir di 1’ armada turchescha, e di questo quelli fera-resi parlava con jubilo; bon dicono el Turcho liaver ditto voi servar la pace con la Signoria, et che ’1 signor ducha feva far oration contra infedeli come era il vero che si faceva per le chiesie, et che ’1 ducha li disse haver nova l’armata di Franza esser sta vista a l’alba sotto Piombin la qual hora dia esser a Civitavechia, et che ’1 chicha mostrava esser alieno di le cosse di Milan, à pochi danari, et à mandalo a Fiorenza per haver 6000 ducali a interesse, non à potuto haverli, voria da la terra di Ferara danari in presiedo. Item, come el conte Zuam Francesco da la Mirandola, fo fiol del signor Galeoto, habi tolto el dominio di la Mirandola in si, e non lo voi dar al conte Lodovico suo fratelo ; et questo si ha per lettere dii conte Antonio Maria suo barba, è a Concordia, che scrive al ducha et il ducha à manda misier Gilberto da Corezo con 200 cavali et certi fanti in aiuto di ditto conte Lodovico, el qual conte Antonio Maria voria venir a la Signoria, et à uno suo secre-tario qui. Item, ■ di le nove di Fiorenza e Pisa nulla era, si dice solum che fiorentini anderano a campo et altro non zò. Di Pisi, di queli signori antiani, in forma di brieoe, picola, di 25 lujo. Prima ringr.itiano la Signoria di le bone parole usate ai lhoro oratori per li capi di consejo di X, et pregano non siano aban-donati, e ogni picolo ajuto nostro è assà a lhoro, et sono disposti più presto morir che ritornar sotto fiorentini. Ed è da saper di lhoro oratori sono qui, Zuam di Lauti et Jacomo Galeti, stano in questa terra, voleano au.lentia, el lanieri non fono aldili perchè si sapeva quello volevano. Et non voglio restar, come intisi, di scriver una cossa degna dj memoria di le donne di Pisa, quale alcune primipal si feno far parechii camisoti di tela, et cussi cadauna ne havea molte in la soa compagnia con el suo segno, vestiti tutte a un modo con ditti camisoti, et andavano per la terra fazendo molti repari, portando, le principal done come le altre non