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MCCCCLXXXXIX, SETTEMBRE.
non vengi per quella via. Item, manchava liaver la ■ rocha di Trezo. Et doman che era di 11 ditto misier Zuam .lacomo voleva intrar in Milan con 5000 fanti, voi far far una crida tutti li forestieri sono armati per le caxe in termine di hore do debino ussir, et che misier Baplista Visconte capo di la parte gebe-lina era suo nemico. Poi esso misier Zuam Jacomo li parlò in materia di Codignola, dicendo havia scritto a la Signoria desistesse, per esser loco spedante a la regia maestà. Item, monsignor di Obignì non è in campo, è rimasto anialalo, et monsignor di Lignì è zà mia 25 lontan di Milan, e manda el baylo del Dc-gium a’ sguizari a farne (>000 con danari et hordine, intendendo todeschi voler etiam essi sguizari mandi <le qui; et par la pace sia conclusa tra il re di romani et sguizari, et mandole la copia di capitoli, co-menza cussi: che in prima li sic judiei di la valle di Prelena che la regia maestà comprò dal conte di Amatia dieba esser subiecti al re, et li do judiei che inanella a jurarli ubedientia debi zurar in forma, et va poi discorendo li altri capitoli etc. Item, scrive esso secretano, domino Jacomo di Rossi esser venuto
li,	misier Zuam Jacomo non li le bona dera, a cavalo
lo	scontrò, et ha dato San Secondo et uno altro castello in Parmesana, fo di Rossi, al conte Troylo di Rossi è in campo franzese, et si adontò di la incur-sion fece far il conte Filippo di Rossi a queli castelli fo soi in Parmesana, dice è dii roy. Item, domino Antonio Maria di Sanseverino era lì, el signor dice non havia di bisogno di lui al presente.
    Di misier Zuam Jacomo Trialzi reijio locote-nente a la Signoria nostra, data in campo a Iielant a dì 9. Avisa come à hauto Milan e il castello per nome dii re, spera li soi harà abuto Monza, et che la maestà dii re partì a dì 6 da Liom, verà presto a Milan, si oferisse.
    Introe li capi dii consejo di X e mandati tutti fuora. È da saper si tralava di far soldi nuovi et mezi soldi, poi non si spende bezi.
    D i Udene e di Gradiscila dii Zanchani. Vene lettere non perhò da conto.
    Noto. Gionse in questa terra 100 schiopetieri, mandati per li redori di Vicenza per mandar a Zara, a custodia di quella città, e fono mandati.
    Da poi disnar, fo pregadi, vene il principe licei amalalo fusse.
    Fo messo parte, per li savii dii consejo sier Marin Liom procurator, sier Domenego Marin, sier Leopoldo Loredan procurator, sier Nicolò Foscarini et sier Domenego Trivixan el cavalier, sier Marco Zorzi e sier Alvixe da Molili savii a terra ferma et io Ma-
rin Sanudo savio ai ordeni : di elezer per scrutinio uno provedador a Corphù in luogo di sier Andrea Loredan con tutti i modi, mandar a Corphù da 500 fanti fin 1000 et 500 altri su l’armada, monition come parerà al collegio. Item, elezer per scrutinio uno capitano di le galie grosse con salario di prove-dadori in armada, et elezer 12 governadori da esser mandati sopra quelle galie grosse in Iodio de li pa troni vi sono, con ducati 20 al mexe oltra quello ha uno soracomito, fazi le spexe etc. Et che li 13 patroni desobedienti, quali saranno qui sotto anotali, et siér Andrea Baxadona capitano di le galie di Barbaria si vengino a presentar a le prexon e siano co-messi a li avogadori di comun. Et sier Filippo Trum procurator savio dii consejo, sier Francesco Trum, sier Benelo Zustignam e sier Zorzi Corner savii a terra ferma, sier Faustin Barbo, sier Zuam Trivixan, sier Vetor Capello e sier Zuam Moro savii ai hor-deni, volseno la parte leta, con questa condition : che doman sia fato capitano zeneral di mar in Iodio di sier Antonio Grimani procurator, et cazado li parenti eli esso capitano et di patroni sier Alvixe da Molin, sier Zorzi Corner, sier Vetor Capello e sier Zuam Moro non se poteno impazar a meter alcuna parte. El primo parlasse fo sier Toma Donado el XL, dicendo li era morto do fioli su le nave brusate et che non era di far capilano zeneral ; poi parlò sier Vicenzo Grimani lìol dii capitano qual era di la zonta rimasto, parlò bene et optime suplicando fusse leto le lettere di sier Simon Guoro provedador a sier Piero Marzello, qual fono lete, scusò il padre si havia manchato era per non liaver voluto tuor la vita a niun zentilhomo, et che non si coresse a furia, tutta via parlando con Immanità inzenochiato su la renga ; li rispose sier Francesco Trum sapientissime, poi sier Polo Pixani d cavalier l’avogador dicendo non era tempo di far questa mutation di capitano al presente; li rispose sier Beneto Zustignam et poi ilerum andò in renga a scusar il padre sier Vicenzo Gri-mani a le oposition li erano fate. Andò le parte cazadi li parenti 4, non sincere U, di no 59, la nostra 98, di far zeneral, e fu presa. Et non resterò dir questo come fui oposto conira il dover, per esser sta sempre gaiardo, et al presente non esser stà in parte di far zeneral, che in verità in questo dì non sentiva, unde fui tolto auditor nuovo et vini quasi solo et non passili a la barba di chi se faticha come ho fato
io	in le cosse di mar.