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mcccclxxxxix, settembri:.
fussc da poi preso spiana el castello di porta Zuobia, et a questo nulla rispose, el che volendo intrar 4000 guasconi in Milan, misier Zuam Jaeomo ordinò a mi-sier Francesco Bernardin andasse lì con 200 cavalli liziori, et quelli volesseno intrar li amazasse quali à mandati verso Corno per custodia di quelli lochi. Ilem, madama Lucrecia Crivella fo presa col puto, et misier Arnbruoso da Corle quali si aspettavano di hora in hora, et si dice el roy et la raina vien a Milan dove la raina voi parturir per esser graveda. lievi, esso provedador à recevuto di provedadori di campo barili t!0 di polvere.
    Da Crema, dii podestà et capitano, di 9. Do lettere. In la prima: come à per uno vien da Milan, partito dal castello, dice misier Francesco Bernardin esser sta in castello a parlamento, et che do passa-volanti erano a una porta lì in castello verso la terra erano sta levati, et Bernardin da Corte castelam mandava le sue robe via et maxime li vestimenti dii ducha, et che Arnbruoso da Corte suo fradelo era in caxa dii ditto misier Francesco Bernardin, et esser morto in Milan domino Baldaser Pustcrla. Per l’altra lettera scrive come volendo incantar la fiera dì Crema, qual si suol far a dì 25 septembrìo quelli vo-riano lusse prclongata fino al primo de oetubrio per caxOn di ste guerre, et voria licentia da la Signoria. Li fo risposto facesse come li par.
   Da Drexa, di rectori, di 9. Come haveano lettere di domino Girardo de Federicis di Valchamo-nica, qual à mandato a Brexa 12 agnelini voriano soldo, poi è fata la pace col re di romani e agnelini, et hanno comission da’ lhoro capi non si acordar con niun si la Signoria non li voi. Ilem, haveano ricevuto lettere di andar in campo uno di lhoro rectori con zenle. Itevi, mandono una lettera abuta dal podestà di Lovere.
   Di Valchamonica, di domino Girardo de Federicis al podestà di Brexa. Come sabado, fo a dì G, el Cardinal Ascanio et fieli dii ducha con (¡000 persone zonse a ..., et poi il ducha, et si partino, et andono a Bormio, dia esser il re a parlamento con 0000 persone.
   Da Loverè, di Lunario Surian podestà, di 8 ai rectori di Brexa. Come à lettere dii podestà nostro diCluxom non esser nulla eli conto lì intorno, et quel fo ditto in Valseriana et Breinbana fo per tedeschi.
   Da Riva, di sier Hironimo Baffo provedailor, di 8. Come Paulo Albanese, conlestabele lì, era andato in campo, à posto in suo Iodio Dimitri suo fradelo, scrive mal assai di ditto Paulo.
   Di Udene, di sier Dommego Bolani luogotenente
di la Patria, di 8. Ringratia la Signoria di le bone nove scritoli di Lombardia, prega Dio presto sona campane, et manda uno riporto di una spia, qual à parla a uno è stalo 7 anni con Schender bassa, dice quello si meteva in ordine omnino per corer in Friul.
   Vene l’orator dii ducha di Ferrara, et rechiese 494 li sia concesso trata di ferro di luogi nostri per con-dur a Ferrara per el lavorar de’ favri, et non volendo dii nostro almcn concederli possi trar fin 00 miera per la via di Trento, quali vengono poi a Verona et Ferrara; et il principe rispose non voler per adesso.
Poi esso orator si alegró dii ben di l’armata nostra, pregando se li comunichi aliquando qualche nova, et nulla disse di le cosse di terra.
    È da saper intisi dal principe questa mattina, in-terlaquenduin, la religion di Rhodi prima havia la cita dì Acre, fo caziata da’ Mori, vene in Cypro poi a l’ixola di Rhodi ad habitar, et hanno uno castello a l’incontro di la Turchia fortissimo dove è mirabilissimi cani, et non vi poi intrar se non due turchi dentro per volta aliter li devorano.
    Introe li cai di X, et mandati tutti fuora, lexeno certe lettere.
    Da poi disnar, per esser sta deputato la zornata, licei sia mercore, di andar col bucintoro et para-schelmi numero 5 conira il reverendissimo Cardinal legato Borgia nepote dii pontefice, vien con auetorità di legato a lutare, fo una grandissima pioza, tamen el principe con li oratori, et prima el patriarcha nostro, orator di Franza, di Napoli, di Fiorenza, di Ferrara et di Monferà, el principe di Rosano, el vescovo ili Torzello, di Rossi da Trevixo, di Cita-nuova, di Modon, di Limiso, quel arzìepiscopo di Spalato, el prothonotario Arian, l’abate di Borgognoni et altri prelati, et molti patricii andoe col bucintoro tino a San Biasio Catoldo ad aspetar esso Cardinal, qual vene con barche di Chioza insieme con sier Zorzi Pixani doctor et eavalier podestà di Chioza, et altri cavalieri et patricii mandatoli contra, et a Chioza et a Malamocho era con lui l’arzìepiscopo di Ragusi, l’episcopo di Rosano, l’episcopo Brevio di Ceneda, el altri qual non cognosco, et con grandissima pioza smontato lì el principe lo acolse, et monlono tutti bagnali in bucintoro, vene per canal grando fino a la caxa dii marchexe di Ferrara dove era sfa preparato, et il principe lo acompagnò fino in camera. Non resterò di dir tutti li pareschelmi fati conzar justa il consueto per li savii ai ordeni et li stendardi si bagnono et vastono, adeo il mio fo grandissimo danno etc. Era eliam nel bucintoro el frate da dia Michiel di San Zuane dii tempio.