1309 MCCCCLXXXXIX, SETTEMBRE. 1370 li dò termine a questo ban fino a San Lucba a concluder acordo con la Signoria, acciò non si disfazi la cristianità ; et poi disse la Signoria atende a far guerra contra Milan, et le so anime di Zara è menà via da’turchi, et che ’1 re à ditto: come vuoi tu eh’io aida chi non mi dice niente; et perhò li dò il tempo mandasse esso frate a la Signoria et tornasse con la risposta, qual frate ha li soi cavalli a Portogruer; et era sta in campo de’-turchi venendo soto Mon-drusa, et turchi veniva di longo in Friul, et lui frate vene per mar per inanello seandolo, et disse il ban li havia ditto il re suo esser bon instrumento di acordar il re di romani con la Signoria nostra, et il re haverli ditto cussi intravene ino un anno a suo fradelo re di Polonia conira turchi che liave danno et non li dimandò soeorso dicendo la Signoria di Venecia non si degna, crede non sia vero cristian. Et ditta sua relation fu posta in scriplis, et quel suo messo dii ban, era con lui, parlava schia-von. Dimandò presto risposta, et fo leta la lettera presentà dal frate al principe sottoscrìtta: Franci-scas Berizio de Grabavia banus de Jay za ac comes perpetuus deDobor. Dal l die lane post feslum sanctce Crucis 1409, per la qual pregava fusse dato fede a ditto frate Antonio di quanto referiva, qual veniva qui insieme con uno suo messo Ivam. Item, fo leto una lettera li à scritto Piero zudexe di la corte regia. Et da poi disnar ditto frate Antonio vene a dir in collegio a li savii si havia domentichà di dir 4 cosse : la prima il re di Hungaria non farà alcun pensier di la Dalmatia ; sccundo cerclia el suo mandar non voi la raina, fo moglie di re Mathias, licei sia intervenuto eie., ni altra dona, ma torà quella consojerà la Signoria nostra ; la terza à ritenuto con bon modo l’orator dii re di romani andava al Tur-cho, et li portava una peza di panno d’oro di ducati 20 al brazo, di la qual esso frate ne ha un pezo ; quarto lui ban ha certi castelli a li passi, et si offerisse con 1000 cavalli tegnir turchi non verano ai danni nostri, et lì è bon viver: do porcili al ducato, et 20 ovi al soldo; et ditta relation fo letta ozi in pregadi come dirò poi. Vene un altro frate predicador di l’hordine di San Francesco di la Vigna, chiamato fra Francesco di Croja, vien da Zara, ha predicato questo anno in Albania, dice come albanesi sono reduti a uno gran numero, più di 20 milia voriano per capo il fìol dii fio! di Scandarbego, dice il padre eli’è mato sta in uno castello in terra di Otranto, perhò che ditti albanesi havendolo rebeleriano al Turcho; et lui frate sa ditto capo verta volentieri, et per tanto ex zelo clirislianitatis per recuperar quella Albania, pregava la Signoria con fervor volesse far etc. Li fo risposto si vederia. Et a la fin lu fato quanto disse perhò che non molti zorni da poi fo mandato con lettere et danari per ditto Scandarbecho zovene qual 10 condusse qua come dirò. Di Roma, ili l' orator cene lettere, ili 22. Come 529 eri fo dal pontefice, qual li dimandò si havia nulla in re ferariensi dicendo liaver Inteso esser uno messo a Venecia di la madona di Forlì, voi la protetion di la Signoria; pertanto pregava la Signoria non volesse tuorla per esser terre di la chiesia, el di casa Sforzescha semenza di la serpe indiavolala. Item, il Cardinal Orsino andava dal roy a com-piacenlia dii Cardinal Orsino, San Zi ini, per adatar le cosse di Forlì. Item, il papa ha expedilo indrio uno orator dii re Fedrico per stafeta, et soa santità andava a Nepi a tuor il possesso dii loco, starà 8 zorni, e l’orator voleva imdar con lui, et non volse. Dii ditto orator, di 24. Come visitò il Cardinal Sant’ Anzolo da dia Michiel ritornato in Roma, et li disse il papa è contento el Cardinal Orsino vadi dal roy, et quando non porà haver li st ili etc. tenterà far suo fiol re di Napoli. Item, re Fedrico è liumi-liato col papa, qual li dimanda a esso re il stillo tenia 11 duella di Candia, per il dueha Valentinoes, et ducati 8 milia per comprarli uno stato in Spagna, per li nepoti fo fioli dii dueha di Candia preditto. Item, li oratori neapoletani domino Ilironimo Sperandio et Ector Pignatello erano stati da lui orator, pregando la Signoria facesse il roy non desse fastidio al suo re. Item, domino Zuam Lucido arcidiacono man-toano, è lì a Roma, li mostrò una lettera dii mar-chexe di Mantoa, di 14: come el signor Zuam di Gonzaga, Raldino Scarampo et un altro erano andati per suo nome dal roy; et in fin di la lettera dice molte cosse che in pochi zorni si ha a veder il danno di la Signoria, che absil, et Dio lo fazi mentir. Item, mandoe la copia di una lettera, dì 20 avo-sto dii roy scritta a ditto marchexe per la qual se li offerisse, et la mansion dice a mio casino el marchexe di Mantoa: li scrive come à inleso è libero et li oferisse la persona con il stato, li piace assai, et li scrive non dagi favor al signor Lodovico. Item, esso orator seguita il papa haver fato far le taole da po-ner sopra la chiesie dii signor di Rimano per esser excomunichato come il signor di Chamarin, et voleva far eh’ el dueha di Urbin si non havesse ronzo dia dar ducati 5000 per il censo et lassa ducati 22 milia era creditor in camera per il suo servito.