MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE. 14 dem fu preso la parte : videlicet, di reluor il marcl^exe di Mantoa, zoè darli 10 milia ducati, et mandarlo a Pisa con sue zente ha via : videlicet tuor lieeutia dii consejo di pratichar con ditto marchexe et intender l’opinion sua, et cussi fu preso. A dì 4 octubrio in collegio fu chiamato fra Hiro-nimo heremita, era qui in San Zorzi, per nome dii marchexe di Mantoa, qual solicitava con li savi dii consejo di X fusse tolto a gracia, offerendosi etc. Et li fo ditto per elprincipe: come la Signoria nostra si voleva dimentichar dii passato, et che voleva retuor il suo signor in gratia, et pertanto volevano saper in quanto si expediria, andando verso Pisa, et le zente havia in bordine. Et fo chiamato Zenoa, qual subito fo ordinato incognito andasse a Mantoa dal signor marchexe a intender il tutto, qual immediate partì ; et etiam dito fra Hironimo, el qual inteso tal parlar dii principe, in zenochioni ringratiò Idio che l’havea hauto el suo contento, prometendo a la Signoria per nome di ditto marchexe cosse stupende, adeo te’ in-dolzir el cuor a tutti di collegio ; tamen la cossa era secretissima, et nulla si diceva per la terra di questo. Di Zenoa, lettere di Marco Bevazan secretano. Nulla da conto, solum che la nave Justiniana havia nolizata per condur sier Zuam Badoer dotor, orator in Spagna, havendo aspetalo assa’, si volea partir nè più dimorar. Di Aste, di Zuam Dolze secretarlo', qual mandoe la copia di una lettera scrita per il re di Franza a Zuam Jaeomo Triulzi. Come havia mandato 5 de’ soi a Lorena, per tratar acordo col re di romani, qualli ditto re di romani havea rechiesti. Et che soa majestà el re di Franza era consigliato a non vegnir a la zornata, zoè al fato d’arme, per esser cossa pericolosa. Et che nel campo di Franza era il marasehalco di Giae et monsignor di Braichul lochitenenti regi a quella impresa. Et che a Degiuno il re di romani si ritrova esser a campo. Et altre parlicularità, come in le lettere apar non da conto. Da Pisa, lettere di proveditori nostri di 28 et 29 octubrio. (?) Come quella terra era in extremità, et inimici, capitano Paulo Vitelli, a dì 28 haveano preso a hore 23 el bastion di Librafata. Et che Piero Rizo et uno altro corier nostri, portavano ducati 2000 per uno a Pisa, erano sta presi, siché quella impresa ste-va malissimo. Da Ferara, lettere di questo tenor medemo. Et come se Pisa non era presto socorsa steva malissimo. Et è da saper, che solo restava la via di Ferara a mandar danari e lettere, quali capitavano a Castel nuovo, dove era lì uno pisano chiamato Thomaso Da- conzo, et zonte le lettere quelle expediva a Lucha poi a Pisa. Di campo di Marati, nostri bombardava la rocha et sperava di haverla. Et che il conte di Cajaza era con 300 homini d’arme a Oriol, locho di la madona di Forlì, et l’altro campo nostro col dueha di Urbin era apresso Faenza. A dì 5 ditto in collegio, vene 1’ orator dii re' di romani, per la materia dei Focher con li Prioli, come ho scrito di sopra, et fo chiamato ivi in collegio la quarantia criminal, et vi fu el principe, la Signoria et ditto orator. Et per sier Andrea Zanchani avoga-dor di comun fo introduto questo caso, qual fo disputato per li avochati di Prioli etc. ; et etiam l’orator 4 preditto parloe, qual era dotor, havia studiato a Pa-doa; et recluti etiarn da poi disnar, fo la dita causa expedita : la quid per non esser cossa di stato non noterò la difinition, sai solum che ’1 prefato orator rimase satisfato, dicendo si facea gran justicia a tutti. Di campo di Murali, di sier Jacomo Vewier di 3 octubrio. Che havea' inteso inimici doverli assaltar per tre vie, zoè : il conte di Cajaza et el signor Otaviano di Faenza, per la via di Cotignola ; Frachasso per la via di Modiana ; et il conte Ranuzo di Marzano et il signor di Piombino per la via di sopra. Et che nostri bombardava la rocha di Marati. Et havia scrito al ducila di Urbin, era sopra Faenza, venisse verso Ma-rati; et sier Piero Marcelo proveditor li havia risposto vegneriano. Et mandò Marco di Santi suo secretano et il signor Carlo di Sanguina a sopra veder li alozainenti et il seguito. Et il signor Carlo Orsino scrisse a la Signoria ringraciando di la conduta la qual libentissime aceptava, et mandava a sigilar li capitoli in questa terra, etc. Di campo, la sera, vene etiam lettere date a dì 3, hore 7 di note. Che il ducila di Urbin col proveditor sier Piero Marcello non erano mossi dove prima erano col campo, per non esser loco in la vale di starvi. Haveano mandato a Marati li 500 provisionati fati a Faenza, zoè Pin da Bergamo, Polo da Zara et altri contestabeli capi, et che voriano liaver 400 homeni d’arme et fanti a quella impresa. Et intendevano inimici era per venir a tuor San Cassano loco dii signor di Faenza, in mezo tra Brixegella et Marati ; rechiedevano artillarie, polvere, ballote, lanze, etc. Et subito fo expedito verso Ravena il tutto. Da Ravena, lettere dii podestà. Di la praticha dii conte di Sojano, qual nuovamente si era conzo con la Signoria, et per il consejo di X li fo dato ducati 500 di provision a l’anno, et che quello consegliava si rompesse a’ fiorentini per la via di Gallata, che saria