377 MCCCOLXXXXiX, GENNAIO. Da poi clisnar, fo pregadi, et posto parte per li savii, atento la oferta fata per il conte di Pitiano go-vernador nostro et il bisogno di le cosse di Casentino, che sia mandato ditto conte in Casentino con 500 cavalli lizieri et 500 provisionati, qual lui i faza ; et come è da saper in questa matina el suo secretano si ol’erse, esso conte anderia in zorni 5 di Gedi dove era, Fo disputation per Nicolò Tri vixam et Alvise da Molim savio a terra ferma, et have una non sincere, 23 di no et 156 di la parte, e fu presa. Et per questa expedition dii conte bisognava ducati 8000, qualli erano trovati da le camere nostre per 1’ ali-mentatione ; et in questa sera fo mandato in campo ducati 3000 et expediti Marco da Rimano, Zuam Ma-to e Schiaveto andasseno a far provisionati, et mandato formento et farina a Ravena et Rimano. Et alcuni savii di collegio voleva meter di dar licentia a Zacharia di Freschi, secretano era a Ferara, perchè nulla faceva, lumen el principe mandoe a dir indusiase per opinion sua fin doman. A dì 29 zener in collegio. In questa matina el principe non vene in collegio, ma in la sua camera chiamoe li cai dii consejo di X, li consejeri et li savii, e nium altri lassati intrar, et 7 volte intrassemo dentro nui ai ordeni et li cai di 40 et poi eramo mandati fuora, et fono in consulto come poi se intese per il banco di Garzoni che tumultuava per voler falir, dimandando ajuto a la Signoria nostra, et diceva dover haver alcuni miera di ducali da la Signoria nostra pregando fosseno aiutati, et questo era stato la sera a dirlo al principe. Et con gram streteze fo consultato l’honor di questa terra esser in mantegnir ditto bancho in piedi, et terminato sine slrepiiu servirlo di qualche danari, et perchè non ne era di la Signoria nostra per esser su gran spexa e guerre da do bande, fo ordine tuor in presiedo da le procuratie e altri banchi, et quelli procuratori erano in collegio, zoè sier Ferigo Corner et sier Nicolò Mozenigo fono contenti, et cussi sier Lunardo Lo-redam, et fo mandato per sier Nicolò Lion e sier Alvise Bragadin procurator, et datoli solenne sacramento, esortoe il principe a prestar danari etiarn per sier Girlo Trum facea l’oficio in loco di sier Filippo suoeuxino, quelli tutti fono contenti di prestar: etiam, mandono per il bancho di Garzoni acciò non fusse di fuora via sospetato, et per sier Ilironimo Lipo-mano dal banco, per sier Mallo Agustini dal banco et credo etiam per sier Alvise Pixani dal banco, dai qualli pur fono trovati alcuni danari, qual io vidi fono portati in caxa dii principe in sacheti : et fono dati a essi Garzoni ducati,.., et mandato sier Piero da Pexaro cassier a Rialto: lumen nulla valse come dirò di soto perchè tutti trazeva a furia danari etc.. Or tutti li altri di collegio li pareva da nuovo tal cossa, et ogniuno mormorava quello potesse esser. Et compito tal expeditione, il resto dii collegio fono chiamato in la camera, e lete lettere. Da Ravena di 27. Come era zonto lì Piero di Medici, veniva batando in questa terra, et slatini era partito de lì. Et erano lettere di Castel Delze drizate al cai di X, le qual non fu lete. Da Rimano di Zorzi Franco segretario, di 17. Avisa il retenir di quel Lodovico Batagin in l’oficio di le bulete, con securtà, et uno prior di San Ca-toldo di 1’ ordine di San Domenego, dice perchè el portava lettere in Rimano de lì foraussiti. Et che sècrelarii di Bologna andavano in su in zoso; et ha per bona via il signor zereliava acordarsi concai tri. Et per uno venuto da Fiorenza havia inteso fiorentini haver relenutó el prior di l’hospedal di Santa Maria Nova, dal qual voleano danari, et Andrea Rizardelo. Da Siena di Alvise Sagudino secretano, di 19 el 20. Come ha per via di Roma da Spanochii, che ’1 signor Antonio Maria di Sanseverino era conzo con la Signoria nostra, et Pandolpho Petruzi si ha dolto con esso secretano di questo. Item, esser andato uno oralor di senesi a Milan, lo nome scrisse per avanti, per adatar con fiorentini, e questo per caxon di Montepulzano : dubitano assai per haver nostri conduto dito signor Antonio Maria di la conduta è lì. Et Pandolfo li ha ditto voria el levasse soa moglie e zente da quel di Siena ; et lì esser orator di Milan et de’ fiorentini et altre simil zanze. Da Bologna di Antonio Vincivera secretano nostro. Come ha nova di Fiorenza di una compagnia di mascharati, vano di note per la terra, portano ca-mise longe con curazine soto, et sino questo nadal si sublevò e amazono uno cavallo per mezo la porta di Lorcnzin, et apichò uno homo di paja al balconi 153 ' di Guido Anton Vespuzi, li qualli do citadini si par-tino di la terra per dubito lhoro, et il ducha di Milan li ha scrito ritorni acusandoli di pusilanimi. Et Alfonxo di Strozi volea far questo mederno. Et che l’orator fiorentino episcopo di Volterà, è a Milano, è di la parte fratescha ; e quelli sono al governo al presente sono frateschi, et li rabiati butano balle per le caxe ; e in.caxadi l’orator di Milan a Fiorenza è sta butà molte spurgizie; et che Alfonxo Strozi e alcuni altri si ha offerto dar certi danari per far fanti per guarda di la terra e dii conta. Et di Bologna ora esser passa la compagnia di Frachasso e il conte Lodovico da la Mirandola, vano in Lombardia, et le