313 MDIX, MAGO IO. 314 il) ajulo dii marchese di Manina versso Axola e Peschiera, et una parlo con lui ini Brexa, dove resta con la sua guardia et tìOOO fanti. Item, à inandato a Milán, trato di Brexa, some assa’ granilo. Item, hano nova di Brexa, il re à donato al conte Alvise Avogaro Val Trompia etc. Item, che il campo nostro, dov’ è, è a la bassa, e si voleno levar e venir in campo alto, loco più alto. Item, si ave aviso di Bergamo, chome sier Marín Zorzi, dolor, provedador, era sta tradido da uno suo compare-,............., e dato in man di francesi ; e cussi li reclori, sier Alvise di Garzoni e sier Francesco Venier. Item, haviano auto la rocha, era castelan sier Sabastian Boni, quondam sier Ajexan-dro, e fato prcxon. Item, quelli rectori erano sia mandati a Milán. Item, havia manda francesi 100 cara di robe, tolte in Bergamo, a Milán. Item, che sier Antonio Venier, castelan di la capella, quondam sier Piero, di San Zuan Digolado, era sta li-gato e dato in man di francesi, dal conlestabele era dentro, per danari. Noto. In questo consejo di X fo preso, et electi do capitanij, di altre 6 barche per uno, dii consejo di X, qualli vadino di dì e nocte atorno, dandosi muda con li altri capetanij; et fono electi Nicolò Verzo, fante ai cai, et Lucha Boycho. Item, li 6 capi fo electi l’altro zorno, zoè uno per sestier, con 25 compagni, boni venitiani, per uno, sono questi, ho-meni maritimi fidatissimi : Tliomà Duodo, Vetor Trum, Zuan Boza, Antonio Penese, Jacomo Brocheta et Cabrici de Monte, i qualli vadino, (re di Ihoro ogni note, a do sestieri per uno, videlicet Gmarejo e Santa f. San Pollo e Osso Duro, San Marcho et e Castello. Item, fu preso parte in dillo consejo di X di levar li sacramenti si deva su messali im pregadi e in scurtinio, che più non si desino, atento si zurava il falsso, per non incusar quelli haveano pregati. A dì 27 fo, domenega, zorno di Pasqua di mazo. El principe, de more, fo in chiesia a messa, vestilo di veludo cremcxim ; e non vi fu orator niu-no, cosa za molti anni, e forssi za 50 anni in qua, non vista, in mezo di do consieri, e tutti li senatori vestiti di scarlato, clic indiehava gran mesticia, et poi si reduse in colegio. Nolo. Eri sera partì il cavalier Biandio, prexom francese, con Zuan Colla, secretario dii signor Borlólo. Vano a Brexa dal rog di Franza per riscalar il signor Bortolo contra lutti qursti francesi, el à dato la fede tornar immediate, e questi altri sta per lui. IH Roverè, si ave ¡etere. Chome era zonto ar- lelarie lì a Trento, etiam il vescovo, e il re era 3 zornale lontan con poelia zente; peritò par le terre franche non voglino guerra, voleno mantegnir le trieve. Item, I’ orator nostro scrive esser zonto lì quel lodesco, prior di la Trinità, e 1’ à mandato dal re con la instrution etc., atento che il re ni il vescovo non voi aldir niun messo di la Signoria, per esser scomunichatì, nè pur udir soe letere. IH Padoa. Si ave aviso, per letere parlicular, chome quella terra era in moto, perchè sier Zuan Mocenigo, capitanio, havia mandà le sue robe zoso, e cussi sier Francesco Foscari, el cavalier, podestà, et lutti altri venitiani, cargavano robe a furia, non si trovava barche per danari, tutte erano a posta te ; adeo il colegio I’ ave mollo a mal questo, volendo il primo pregadi far uno provedador a Padoa. Noto. A San Zorzi Mazor tutti li' frali si parlino per la scomunicha, eldicitur sono andati a San Bendo di Mantoa, altri dicono a Praja, e hanno portalo via li arzenti; unum est, la chiesia non si aperse queste feste di Pasqua, con gran mormoration di tulli, capo il prior overo abate, domino don Piero Mariri, quondam sier Piero. Etiam fo incolpato don Hiro-nimoBolani, di sier Marco. Etiam in altri monasterij li priori si parlino e molti altri frati per tal cossa. Item, in queste feste di mazo, di bordine dii reverendissimo patriarcha nostro, fo fato per tutte le chiesie predichar per remover l’ocio, e sia ripreso li vicij, per placar la ira di Dio; e a la Madona di l’Orto predichoG fra’ Ruffìm di Lovati, pa.luano, di I’ bordine di San Francesco di Observanli, qual pre-dichò questa XL.ma Bave gran corsso, et disse a dì 28 im pergolo aver bone nove, non si à paura più di scomunicha. Item, in l’arsenal continuamente si lavorava et si butava galie nove in aqua. Et fo posti, a lavorar curazine et altro, più di 100 orosi di la terra, cossa insolila ; sì che li provedadori electi usano gran diligenza etc. Da poi disnar fo colegio di la Signoria e di savij a consultar. A dì 28. In colegio vene sier Conslantim Zorzi, 150 camerlengo di Padoa, venuto in gran pressa, mandato per quelli rectori, et con li capi di X fo in colegio, disse alcune cosse et subilo ritornò a Padoa. Et se intese, quelli dii borgo Sartia f di Padoa eri se meseno in fuga, venendo in la terra fra le mure, dubitando non esser securi lì. El capitanio, sier Zuan Mozenigo, homo gotoso e corpulente, stava in caxa, et non feva provision alcuna, con gran mormora-tion de’ padoaui.