227 MCCCCLXXXXV hauti per il purentà et partesani havea esso Jacoino dentro, zoè in ditti lochi. Da Ravena, di 16, ho re 5 di note. Come havia mandato li danari in campo, retenuto 240 tolse in prestedo. Et haver recevuto lettere dii signor di Faenza, come era sta restituitoli da la madona di Forlì li ultimi danni fatoli; pur stava con dubito, perchè domino Octaviano di Manfredi era a Castrocaro, et Brixegelle era- senza custodia, et Dario da 1’ Aquila era qui et li fanti si partiva ; et per il colegio fo expe-dito et iterum mandato a Brisegelle con danari. Item, mandoe le do lettere dii conte di Sojano et Jacómo Sacho, scrite di sopra. Da Ferara, dii vicedomino, di 17. In recevuta di quella li fo scrita per la Signoria che par scrivesse a Gasparo da la Vedoa. In campo era odio, et la Signoria li scrisse advisasse si sapea alcuna cossa. Risponde nulla saper, se no de lì si dice et maxime per uno dotor di Bolsena che li fa compagnia, che ’1 ducha di Urbin et li Bajoni hanno insieme odio an-ticho ; et eliam Zuam Alberto quando fo lì ne tochò qualche parola di queste zanze; manda lettere di Pisa. Da Pisa, di provedilori, di 8 et 9 di questo. Come è gran compasion di quelle zente che non hanno danari da viver; li fanti vano via, et non havendo danari romagnirano senza zente, et havendo fariano fati ; li tre quarti di galioti è amatati o morti, e volendo non si potrà armar una galia bona ; et mo terzo zorno 450 cavali lizieri tra balestrieri e stra-tioti nostri con 150 fanti andono a far una coraria verso Volterà e Castel Fiorentino vicino a Fiorenza mia 15, et sachizono, brusono palazi, menono via animali in tutto numero 1500 et 20 presoni; et venendo indriedo, sora vene tanta pioza che qùasi tutti gli animali romaseno et morite, et apena ne condu-seno 130 et li 20 presoni di taja ; et havendo danari, fariano qualche cossa per haver intelligentia in certi lochi. Hanno ricevuto il brieve di Zacharia di Freschi si li manda ducati 17 milia per via di Lucha e Zenoa ; non sono ancor zonti, dubita per li tempi quelli di Zenoa stenterà a venir ; mandò le fuste a Zenoa che a dì 9 parlino, zoè doveano partir. Item, hano facto dar pan a le zente in credenza. Et esser zonto li oratori de’ pisani fono qui ; hanno ditto del marchexe di Mantoa et dii partir di sier Simon Guoro per venir lì, et dii successo felice di Casentino : tarano il tutto saper a’ pisani. Di Brexa, di 15. Zercha il zonzer di Morgante con li falconi, Di Ruigo di 17. Zercha non esser più bisogno la custodia havia posta per la venuta dii ducha di Ferara. in, dicembre. 228 Di Lendenara, di sier Marco Tiepulo podestà. Di certo caso occorso ad alcuni homeni dii conte Alvise Avogaro che era sta morti. Da la Mola, di sier Zuam Vituri podestà. Zer- 93 cha alcuni legni fati tajar per sier Antonio Contarmi provedador sora le legne. Di Padoa. Zercha li ducati 100 si dovea dar a sier Marin Boldù elecl o proveditor a Gradiscila, qualli ebbe sier Alvise Zorzi che refudoe. Di Sibinico, di sier Arseni Diedo conte, di 3. Come la domenega, a dì 2 a hore 5 avanti zorno, seguite che 250 cavali de’ turclii corse di bordine dii sanzacho di Bossina con trombe e stendardi a una villa nostra chiamata Stintichi mia 25 de 11, et menono via 150 anime et animali in tutto zercha 6000, et andono via ; et come esso conte volea mandar uno messo al dito sanzacho a dolersi, et non si trovava chi volesse andar, per esser acaduto, pocho era, che fo mandato uno orator al sanzacho di Narenta per certe incursion fate su quel di Sibinico, dito orator fo tagliato a pezi; perliò quelli citadini si dubitano andar, et questo fo dimandando 12 anime per turchi tolte. Noto come in questi zorni vene in questa terra do putini, che si teniva a uno, havia 4 gambe et 4 brazi, 6 dedi per man, 2 teste et uno cuor sollo, et era nato a Maran; et venia portado exposto a 1’ hostaria dii Sarasin a San Marcilo, et chi voleva veder pagava pizoli uno. Da poi disnar, in questo zorno, a dì 19 fo con-sejo di X con zonta. A dì 20 dezembrio in colegio. Vene tre oratori di la cità di Verona, quali sono el marchexe Lunardo Malaspina, missier Zuam Bevilaqua cavalier et mis-sier Alberto di Alberti doctor, et portato le lettere di credenza, in piedi tutti exposeno. Et parloe el marchexe Lunardo racomandando quella fìdelissima comunità a questa illustrissima Signoria. Demum si dolevano di alcune parole diete in publico per uno Ulixes Palestrina rasonato di sier Ilironimo Capelo proveditor per le eamare, perhò che ’1 volea far pagar 35 per 100 de le cosse incerte haveano li vi-carii dii veronese provedadori di comunità di Verona et vicario de la eaxa di la garzaria, et si dolevano di pagar questo. Et primo che ad exemplam a-liorum fusse castigato questo Ulyxes per liaver dicto con tra quelli lìdelissimi citadini : « Io credo che habia-te voia di mutar stado, quando contradite a questo » cossa per opinion lhoro di grandissima importantia per quella fìdelissima comunità. Perhò, dimandono sia processo contra questui acerrime, perchè a lui