MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE. M IO. Come era morto il conte di Yenafre; il re esser a Casal dii Principe non ben sano; dii zonzer di tre galie di Villamarin, et do galie dii re, va a Zenoa ; et di uno retenuto per uno loco in Calabria. In questo consejo, fo posto per li savii di dir al conte di Pitiano governador zeneral nostro, qual non si ha eontentado di la diliberation fatta, che da-poi questo anno habbi ducati 50 milia a l’anno, et atento che habbi dicto, voler tuor con lui el conte Zuam Francesco di Gambara et darli tanta condu-ta et più di quello ha con la Signoria, eh’ è 50 ho-mini d’arme ; damò senio contenti de’ dicti 50 ho-mini d’ arme pagarli a soa excellentia a conto dii suo stipendio. Et disputato la materia, fo preso di dirli cussi il zorno seguente. Item, fo preso di scriver a l’orator nostro a Roma, sier Hironimo Donado el dotor, .molti avixi acciò comunichi col pontilice di la partita de li oratori fiorentini re infecta,. et che presto speravemo si slargessemo con soa beatitudine di le cosse si trata in Pranza. Et, per aricordo di sier Marco Antonio Morexini cavali e r consejer, fo azonto di darli edam aviso come haveamo tolto a grafia el marchexe di Mantoa. A dì 22 octwbrio. In colegio vene l’orator di Urbin, non disse perhò cosse da conto, solimi dii bon voller dii suo signor. Vene el conte di Pitiano, qual per el principe li fo dicto la diliberation dii senato, et esso conte non rimase satisfate pregando si vedesse de jure se era ubligato a servir questo terzo anno la Signoria nostra, che era quello di rispeto ; concludendo volleva questo anno ducati 50 milia a l’anno, et non star aspetar uno anno, e poi li comenza il tempo. Et si partì pregando pur si dovesse far veder di jure. Vene do oratori pisani, zoè quelli Piero di San Cassano et Janozo Lanferduzi, qualli dimandono li-centia di partirsi per andar a trovar il marchexe di Mantoa et veder con quello di la via havia a far, solicitando il socorso a Pisa, et che resteria qui il terzo suo collega Lucha di Lanti. Li fo dato licenza, dicendoli per el principe dovesseno confortar pisani. Di campo apresso Villafrancha. Triplicate lettere, in questo giorno gionse. La sustantia et l’ultima di 20: che 1’ Alviano la malina si partiva con 100 balestrieri a cavalo et 100 stratioti per andar a San Mauro poi a Bibiena, et spera haver quel loco, qual è il passo di Casentino. Et Marcho di Fanti secretano lo mandono con esso signor Bortolomeo. Item, di mali portamenti di la madona di Forlì verso no- stri, etc. Et che haveano il conte di Cajazo trovarsi amalato. Da Ravena. Di alcuni avisi abuli da Pisa per certi fanti venuti de li, non perhò da conto ; et di la praticha con domino Polidoro di Tyberti di conzar a nostro soldo Achile Tyberti; et haver inteso Zu-liano di Medici praticha maritarsi in la madona di Forlì. Ancora vene lettere di Brexa, Bergamo, Verona e Treviso, zercha li provisionati e guastatori, qualli si facevano, et quello havesseno a far, et dove fusse mandati : et li fono risposto subito li mandas-seno verso Mantoa. Di Mantoa di sier Nicolò Foscarini più, lettere 21 ' di 20. Di coloquii abuti col marchexe. Et vi erano venuti lì questi condutieri deputati andar con lui a Pisa : el conte Alvixe Avogaro, el conte Zuam Francesco da Gambara, domino Thadio da la Motella, et domino Carlo Secho ; si aspetava il conte Bernardin, qual zonto si faria consulto zercha le strade. Et in questo interim le zente d’arme de li preflati condutieri, che erano homini d’arme ... , habuti li danari di le prestanze e page, cavalchono in veronese dove sono alozate tra Valezo e Lignago per esser propinque al marchexe. El qual marchexe voria pur il tito- lo di capitano zeneral, et suBilo ha mandato qui frate Hironimo suo, ha dolto de li ducati d’oro che li fono dati sono scarsi, voria il resto, eli’ è ducati 5000, qual li fono mandati questa sera. Item, li provisionati ; esso signor havia fati, erano mal in hordine havia 300 homini d’arme, nel numero di qual erano 50 di le terre dii ducha di Milan, et che ’1 signor voria pur che suo zenero Enea Cavriana havesse di conduta da la Signoria 50 cavali lizieri. Di Brexa. Di sier Ma,reo Sanndo e sier Zuam Francesco Pasqualigo reclori nostri. Di alcuni avisi abuti da domino Bernardino da Martinengo ; che il ducha di Milan voi far romper Po, acciò fazi danno al mantoan, per vendeta dii marchexe. Et li ha scripto non teme per questo nulla. Il ditto marchexe voi mandar ”25 ballestrieri et alcuni soi homini Ef guarda dii Po dove è più da suspetar, et dice rompendo si faria danno anche lui. Item, il ducha fa bone et pro’vision molte, come etiam si sa. Di Ferara dii vicedomino. Come Frachasso va con zente in parmesana, et che havia dimandato esso vicedomino al signor, per nome di la Signoria, il passo al marchexe; rispose volentiera; et consultato di le vie, rispose el signor non saper qual sia bona, ma che quella di Bologna era la miglior. Item, altri avisi. Da Bologna di 19 et 20 di Zurzi Negro secre-