17 MCCCCLXX X X V111, OTTOBRE. 18 con 300 fanti, et Polo da Zara sarìa il zorno seguente lì, et cussi il resto de li fanti. Et el duclia di Urbin scrisse a la Signoria, date in campo apresso Faenza, et un’ altra al suo orator residente qui, domino Machario de Chamarino, mol- lo longa, con varii discorsi, la qual lui la portò in collegio et fo leta in pregadi. Si scusa si non siegue il voler nostro, perhochè ha solum 380 homeni d’arme. El li fo promesso 1200, et fanti 4000. Le artilarie cattive non ha balate che vadino bene. Li Bajoni lino a dì 26 setembrio non erano mossi di Perosa; haviano tolto salvo conduto dii prefeto et dii signor di Pexaro. Da Ravena. Come Achiles liberti da Cesena,.andava con 500 fanti, overo provisionati, a soldo di la madona di Forlì, qual volenliera si vorìa acordar con nui, et li fo risposloper collegio dovesse tuorlo et darli fanti. Ilem, che el signor di Faenza havìa fato comandamento che tutti quelli di la Valle di Lamon si dovesse levar con lhoro arme a li bisogni in ajuto di le zente nostre. Et per collegio fo scrito una lettera al dito signor di Faenza ringraciandolo molto, et cussi al castelam. Ancora fo scrito a Rimano, a Zorzi Prandio secretano nostro, dovesse far più fanti el podesse, et quelli mandar in campo, et mandatoli danari. Et fono -expediti tre contestabeli de qui, con 100 fanti per uno, qualli dovesseno andar a farli subito a Rimano : zoè Malmignato, Maldonato spagnol et Schia-veto. Et fo molto biasmato li patroni a I’ arsenal per T artilarie mandate in campo, et solicitati a far polvere et altre artilarie. Et in campo si ritrovava esser Zuam Filippo Aureliano, vice collateral, qual scriveva al podestà di Ravena il tutto, per esser homo praticho et molto fedelissimo nostro. Da Siena eli Alvixe Sayudino, secretano nostro. Se intese quello si have da Roma zercha senesi esser malcontenti di l’acordo fatto con fiorentini ; et di quel Pandolfo Petruzi eh’ è il primo homo di Siena, etc. ; et che a Fiorenza li putì Gridavano palle, palle eh’ è l’insegna di Medici ; et che voleano haver da Zuliam Gondi ducati 10 milia, qualli non li ha voluti dar. A dì 6 octubrio, in collegio, vene l’orator dii re di romani, e tolse licentia dal principe ; ringratiò di la expedition. Et è da saper che in quarantia parloe questi : prima il Zanchani avogador introduxe, poi sier Piero Contarmi avochato fiscal per il Focher ; li rispose sier Alvixe Zorzi, poi li Prioli, per l’orator ; li rispose domino DanieI_Zucuol dotor avvochato ; poi domino Venerkf dotor avvochato;; et ultimo do- I Diani di M. Sanato. — Toni. II. mino Bernardino di Grassi dotor avvochato; et il principe stete fino in la fine che era tardi ; et posto parte di procieder contra i Prioli have 21 di la parte, 4 di no, et ti non sincier, et poi fu posto, ita che la justicia have pur luogo, etc. Vene domino Machario orator dii ducila di Urbin, qual par nome dii suo signor, espose la tardità di le provvistoli ; et per il principe li fo risposto sapientissime et satis. In questo consejo di pregadi, si redusse el con-sejo di X in cheba per lezer lettere di Roma, et poi uscito, fo posto di risponder a li oratori in Franza, e tutto il collegio vene unito, el cussi fo expedita l’opinion nostra. Da Rovere. Vene lettere di sier Nicolò da dia da Pexaro, podestà nostro, date a dì 1.°, con certi avisi di le cossi! de Yspurch; et come de lì era fama il re di romani idovea venir a la zornata con francesi verso Borgogna. Et fo luto una lettera di Piero di Medici drizala a Piero di Bilfiena suo secretario, era qui. Come lui voi passarIMluali et andar a tuor el liogo. Et è chiamato di là da’ soi partesiani et da’ molti che non si poi scoprir. A dì -7 dillo, in collegio, vene lettere di campo di Marati, oppè .quella impresa era a mal cammino, se non si prevedeva. Dimandavano fanti e artilarie, boni bardami! a pur la rocha, ma quelli dentro si reparava. El lèttere di sier Piero Marzello, date apresso Faenza, come el ducha di Urbiti si dovea levar. Di Ravena: quel podestà benissimo si portava, et aten-dea a tuoq l’impresa di Galiada, etJacomo Sacho da Sojano era molto nominato. Or li padri di collegio erano di mala voja perchè le cosse non andavano bene jet in le decime non era sta scosso fin questo zorno ducati 2000, et tamen era sta in pregadi exortalo a tutti dovesseno andar a pagar, atento li bisogni di laElerfa. Da MilaÀ (In sier Marco Lipomano, cavalier orator nostro, miai [era amalato. Et avisoe, el ducha haver mandato ei ¡titolo di capitano dii re di romani al marchexe di Mftntoa : et havia promesso a misier Zuam Bentivoji il stato havìa, et dar a suo fiol Ale-xandro 25 Émiiii d’arme. Di Ci/jx^mune lettere l’ altro eri, di 16 avosto. 6‘ Scrive havér de dì 6 ditto da Damasco, come el morbo era j cessato, et el diodar era verso a lì, .e Cartibei andava verso el Cajaro. Havìa dà rota ad arabi, et facea far una gran forteza verso arabi. Et a Damasco er||io|yenute some 2000 di specie; ivi conerà Sier Beneto Sanudo. Et che haviano 2 solo nostro