S7 danari soossi di le decime, qualli fono consignati a 1’ ofìcio di camerlengi. Dii capitano di la nave sier Andrei Loreclam, date a di 28 sr.tembrió, apYeito le ardine di Cypro, su nave. Come era stato con do galie sotil acornpa-gnar le galfe di Barato, capitano sier Gabriel Barba-rigo, ivi, le qual in conserva a dì 10 zonseno a Barato et haverano da cargàr 4000 colli in tutto, et solum era a Damasco 1500, et 700 zà a Baruto erano zonti. Item., la caravana. A dì 17 doveva zonzer il piper dii soldam, mandato in Alexandria perla contraversia dii signor di Damascho Cartibei col signor soldam, el qual non havea voluto recever uno ca-stelarn, lì mandato per il soldam. Et che ’1 diodar in anleu era, si havia pacifichi col soldam. Et Cartibei feva far a Baruto una fusta et do galion. Et come per lettere di 15, di sier Beneto Sanudo consolo nostro a I)arnnseho, esso capitano era avisato Cartibei mandava el nadarses a rechiederli a esso capitano l’artilarie di la sua nave, per la sua armata facea, overo la dovesse acompagnar; qual per non ciarli risposta si havia levato di Baruto et venuto lì a le saline. Item, si havea di Alexandria le galie nostre esser zonte a dì 12, et quelle dii trafego et la More-xina dii trafego era zonta a Baruto ; et che in Alexandria saria assa’ specie. Et in merchadanti nostri erano lettere di Alexandria di 14 setembrio, esser morto lì sier Alvise Corner merchadante nostro ; era monta il piper a ducati 70 la sporta , et le specie sarano care; et il soldam volea far retenir le nostre galie e tuor l’arti-larie a la nave Pasqualiga, era de U; et che il solda-neto regnava ancora. Item, zonse le nave di orzi, venule di Cypro, el con fermenti, qual erano sora porlo. A dì 2 novembrio in collegio, fo la comemora-tion di defuncti. Vene Zuam Alberto, qual portoe a mostrar una lettera dii ducha de Milan, scrita al suo orator, è qui, in conformità di quella mostroe eri : come quel ducha voria paxe etc. Li Co risposo per el principe etiam la Signoria nostra sarà contenta di pace, et saria honor dii suo signor, qual rispose : « Serenissimo principe fin pochi zorni si udirà perchè perchè tuli voi pace. » Vene domino Machario orator di Urbin , et mostroe una lettera dii suo signor, di 30, data in campo sora il Savio. Solicita la Signoria a le vituarie; voria far una caneva a Rimano over magazen di farine. Et fo terminato in colegio et scrito a Rimano al secretano dovesse far mille fanti e mandarli in campo ; e li fo manda li danari, et digi al signor se pona in hor-dine per cavalchar, che stalim se li manderiano do 88 page, acciò cavalchi in campo li con cavali lizieri, et pregasse soa signoria aiutasse nostri zercha le vituarie. Vene domino Francesco Capoinsacho orator di Rimano, et avisoe dii puto nato al suo signor che è servo di questa Signoria, e che ’1 signor suo era mutato di quello prima era : perhò pregava la Signoria lo dovesse adoperar. Ha in bordine cento cavali lizieri et 60 homini d’arme. El principe li rispose bone parole, e volevamo el cavalchasse ad ogni modo, et se li daria do page, e li scrivesse si metesse in hordine. Dj, Ruvena, di ultimo octubrio. Come Zuam Filippo Aureliano; colateral, era tornato di campo, riferisse li schiopetieri e fanti fuzivano, et in uno ne fu-zite 40 schiopetieri. Item, esser restato in campo mancho di 1000 fanti, et 40 homini d’arme del Ben-tivoy erano partiti di campo, e come levato che fu il nostro campo da Villafrancha, Frachasso partì di Forlì e andoe a Codignola, et ha dannizato quel di Faenza^ facendo corarie su quel di Russi, loco di Faenza; et che el conte di Cajazo, e ’1 conte Ranuzo andavano verso Bibiena con lhoro zente per do vie, zoè di Galiarda e Castrocaro ; et che lì a Ravena li ppoveditori havia lassato 50 stratioti, el la compagnia dii Valaresso, qual si trova de lì amalado. Item, come eri seguite la coraria. Su quel di Faenza fono balestrieri di la madona di Forlì, menò via 150 animali, fece presoni, et brasò alcuni casamenti, et questo havia per uno venuto ozi di Faenza, dove erano rimasti li 4 passavolanti et farine, come scrisse. E come era venuto lì, quel citadino a dirli che do citadini de Forlì volevano far movesta in Forlì ; el si ’1 nostro campo steva fermo pur do zorni, ancóra in Forlì saria seguito novità. Dj, Bologna. Dii secretario nulla si bave, ni sue lettere ; ma ben Piero di Bibiena, secretario di Medici, mostroe una lettera li scriveva domino Nicolao Rangon. (piai sono modenesi questi Rangoni, et per soi meriti per la Signoria nostra alias li fo donato qui in trivisana uno castello qual ancora possedeno chiamato Cordegnan. llor questo conte Nicolò Rangon, sta a Bologna, scrive come era cazato de’ con-segli quando si tratava cosse di Fiorenza e Milano, et che fiorentini stevano male; solicitava nostri seguitasse l’impresa ; e non erano ancora venuti li danari da Milan per far cavalchar le zente di misier Zuane et dii fiol misier Alexandro; conclude l’impresi! di Casentino esser optima et esser sta cavati 36 citadini di Parma. Da Mantoa di sier Nicolò Foscarini, de ultimo MCCCCLXXXXVIII, NOVEMBRE.