121 MCCCCLXXXXV111, NOVEMBRE. Iti Gracie jusla el consueto, vi era il Cardinal suo curiato, signor Galeazo et l’orator fiorentino nominato domino Francesco Peppi, qual tirati da un canto li altri oratori, l’orator fiorentino parloe al ducila dimandoli socorso, et li ha mandato 150 homeni d’arme; voria el conte di Cajazo vi andasse, el ducha si scusa è amalato. Ite/m, esser tornato il messo mandoe a Sonzin con lettere dii ducha a domino Francesco Bernardin Visconte, et referisse haver fato comandamento et suspeso l’opera. Da Brexa, di rectm'i. Manda le mostre fate di le zente de lì ; et una lettera abuta dii signor Zuane di Gonzaga fradello dii marehexe di Mantoa, advisa-va voler esser con la Signoria sempre, non ostante el signor suo non fusse etc., venendo a star de lì con la moglie e voleva seguir la conduta. Di Aste, dii secretarlo, di 11. De’ coloquii .abuti con missier Zuam Jacomo di Triulzi : dice el mar-chexe di Mantoa à roto la fede el lui esser (idei. Ben voria da la Signoria nostra li ducati 2000 per il piato di la contessa sua moglie. È da saper esso mis-sier Zuam Jacomo è coiite di Mixocho, et voi esser capitano zencral nostro con uno capitolo havia Bor-tolomeo Cojom, el qual disse, non desnuò spada in servicio di la Signoria nostra hessendo capetanio. Quanto a Como, disse le cosse esser za concluse in Pranza. Ben voria la Signorìa li desse di qua di Ada qualche Iodio, e non fazi apontamento con Milan se non li dà li soi castelli et ducati 4000 havia in reame de intrada; et era in zil'ra. Da Ferara, di 13. Dii zonzer lì di le nostre zente d’arnie et sier Zuam Paulo Gradenigo, qual subito si parte per Ravena. Manda lettere vien di Pisa, le qual zonse hessendo reduto pregadi. Dn Pisa, de li proveditori, di 7. Dimandano danari per le page le qual compì a dì 4. Et inimici in quel zorno a dì 6 a hore 17 si levò di Santa Maria in Gistello, havendo fornito el bastion di la Verità di fanti, e andono a Luclia, diman a Pescia poi a Fiorenza ; et come el governador, e sier Vincenzo Valier pagador nostro, con zente li andono driedo, per farli danno. Qualli tornò a hore una di note, e per esser il Serchio grande non ha potuto guazar, e nulla hanno facto. Era con nostri 14 cavali soli di stratioti, et inimici andavano disordenatamente per caxon dii passar dii fiume; hanno comandato tuie le zente per andar diman, si vederà quello farano. Et da sier Vincenzo Valier pagado)' nominato di sopra havi lettere di 7.11 sumario è questo: come a dì 5 inimici passono Serchio, e mandoe verso Pisa-certi cavali lizieri, e nostri non monfono a cavalo per , non haver saputo cossa alcuna. Eri ancora al tardi parse alcuni lhoro coradori ai quali nostri deno la caza lino a Santo Jacomo, e non andono più di lon-go per esser nostri pochi cavali, dubilandose di grpsso arguaito, come era in effetto. Quella matina a dì 7 inimici sonono le trombe a hore 17, si levono andando assai disordenatamente per esser el Serchio molto grosso per non se poter guazar, et si hanno 40 alozato tra il ponte San Piero et ponte Santo Chre-cho pur di là di Serchio, per quanto havia inteso per una sua spia. Et di matina havendo li cavali lizieri, si manderano sul pian di Lucha per farse veder, e possendo danizar li inimizi in le codaze o dove meglio si [lotrà. Item, esser sta dicto, Paulo Vilelli.e il signor di Forlì se ne va a la volta del Casentino e Vitelozorimati, et se cussi fusse, opinion sua saria havendo le zente e danari di tuor l’impresa di Calze. Et che per uno trombeta dii signor dort Ferante, qual era stato in campo nimicho per haver un salvocon-duto di condur un cavallo turcho fato comprar da misier Reposi Busichio per ducati 200, qualle ha abuto, conferma quanto è ditto, et che’l comisario fiorentino li ha dito che lo recomandi al signor suo. E li dichi che ’1 campo anderà domati da sera ad alp* zar a Lonata, e che l’è servidor di la signoria sua, e che ’I signor suo padre è quello che conzerà tutte le cosse de Italia, sichè, andando a Lonata, parte potrano andar verso Fiorenza et verso Vico e Pontadera ; et come eri mandò un capo di squadra di Martinel di Lucha quale è di Galichano per soravederel paexe si è per farsi forteza alcuna, e vadi a dirlo a Mantoa. Et inimici hano dato meza paga a li fanti, promelendo subito zontidarli el resto; a li homeni d’arme molto pochi danari, a chi un ducato a chi doy, sichè etiam lhoro patiscono. Da Damasco di sier Beitelo .Sanudo consolo nostro, di 29 septembrio. Come non lmvia potuto par-tirse, per esser sta retenuto dal signor de li fino venisse il successor suo mandato de qui, e non volevano consolo electo per il consejo di 12, et quelle cosse esser ivi gran garbujo. Non si ha habuto piper dii soldam, perchè li danari non vadi al signor, et la peste esser cessata. Et in pregadi gionse lettere'di Ravena di 14. Come havia recevulo nostre lettere, et di l’hordine dato in la materia dii conte di Sojano per la via di Galia-da, ma che le zente nostre deputate andarvi ancora non erano zonte lì. In questo consejo di pregadi, in execution di la parte presa nel consejo di X, fono publicati li debitori de le trenta et quaranta percento, et questi soli