¿59 MCCCCLXXXX1X, FKBBRAJO. 4G0 fe il.duella di Ferrara per acordar. Et alcuni di savii volca die acadendo parlar di Pisa dicessero questo al re, et sier Paulo Barbo consejer volca indusiar ; fo dispulation, parloe esso sier Polo Barbo, sier Marchiò Trivixam per la soa et sier Beneto Zusti-gnan ; fo posto de indusiar; et fo preso l’indusiar di longo, zoè 11 non sincere, di no 3, di savii dictum fuit 24, dii consejo 43, de l’indusiar 109. Item, fo messo, per li savii dii consejo, terrafor-ma et ordini, di scrivere a sier Andrea Zanchani, orator nostro va al Signor tur'cho, debbi avisar il Turcho di questa liga? la quale era fatta per mante-nir la bona paxc haveamo con lui ; et fo scritto a sier Andrea Grili a Costantinopoli, non essendo ivi ditto orator, dovesse dar a li bassa tal aviso; et ave tutto el consejo ; et fono espediti gripi a Corfù acciò per terra la mandi. A di 21 fevrer. In collegio. Vene sier Lunardo Vendramin, qual era grosso debitor a le raxon nuove di ducati 12 milia et più, etetiam li Grimani per il desbolar di la botega, et fono alditi sier Toma Donado e sier Andrea Boti exafori al dito ufficio, e in fine nulla fo terminato, et fo disputation ; et sier Polo Barbo consejer licei conira altri fusse tcrribele, lumen per esser amico e parente del Vendramin lo favorizoc. Vene domino Jacomo da Nolla, secretano dii conte di Pillano, qual per nome dii suo conte gover-nador si alegroe di la liga fata. Vene l’orator di Napoli, domino Antonio Palmerio dolor et cavalier, homo sapientissimo et richo, et parla mirabelmente, et si alegroe con la Signoria di (al liga, dicendo, el signor re ne bavera gran piacer, et vene dentro eliti era el principe solo con li sa- vii perchè li conscjeri erano andati a Rialto a incantar le galie. Vene 1’ orator de Milan, et disse liavcr lettere dii suo signor di 17, qual li scrive, licei habi inteso la extimation fa la Signoria nostra di esso orator, pur voi mandar un’ altro insieme col ducila di Ferrara per ajutar l'acordo, et voi esser boti iìol di la Signoria nostra, nè niuna altra cossa 1’ ha mosso a fai- quello ha fato si non la conscrvation di suo stato o non superbia, ambition dii stato; et in conformità bavia dito a misier Marco Lipomano orator nostro, qual ne scrisse et li ha risposto a 1’ usato. Da Ravena, di 18. Primo, eercha Pyro da Cesena. Item, che li provisionati del conte voria un’ altra paga, benché do ne habiuo liauto; et lui podestà à pregalo il conte radi via, qual partiva a dì 20, licci tengi Bibiena spazata, voi menar 100 cavalieri soi per voler veder, e forse ritornerà qui over manderà per il resto di le zente d’arme, et voi le zente e fanti si lassino contente dagandole danari ; et dice : chi fa guerra bisogna provedi a ogni cossa. Tieni, in li castelli di Val di Bagno è ìntelligentia con Pyro da Cesena. Et ha auto una lettera di Polidoro di Tiberti di credenza drizata al conte et esso podestà, qual voi componer le cosse tra la Signoria nostra et la magona di Forlì por via di Achiles Tyberti, e voria li-centia di pratichar, la qual voria acordar il secondo suo fiol con la Signoria ; et lui podestà à risposto, quella madona comeuzi a indolzir, zoè dagi il passo al conte et li darà segurtà non la ofender, et torà il suo slato in protettone, et il secondo liol a stipendio, et che il primogenito, ritornando Piero di Medici in casa, lo confermerà a soldo de’ fiorentini con mìor condition. El qual messo era tornato, lumen crede tutto sia fiction. Et ozi à dà principio a cargar una di le bombarde, diman si expedirà l’altra, le carete sono bone por il piano, Basilio disse gran cosse. Ilem, è zonti li stratioti, e voria bombardieri. Dn Ferara dii vice domino, di 19. Come in quel zorno è zonta lì la marchesana di Mantoa, Gola dii ducila, venuta presto con una barchetta con G remi, dubita non sia venuta a qualche efeto. Item, è nova fiorentini hanno electi do oratori, nominandoli per nome, quali li mandano a la Signoria nostra. Di Spagna, di sier Zuam Badoer dotar orator nostro data in Ochuyna, a di 19 zener. Come quelli reali baveano mandato a cargar zerte artilarie fate far in Medina dii Campo verso Malicha, per tuor l’impresa di Barbaria, perchè hanno corte pratiche, et perchè voleno andar in Sibilia. Et per questi fredi, si non fusse per caxon di non mover el principe, zà lhoro altcze sariano mossi. Item, a dì primo ricevete tre lettere nostre, una andava a domino Lorenzo Suarez, fo orator qui, l’altra in comendatione di dittò orator, el qual vene a trovarlo e li disse haver mostra la lettera a li reali et ringratia la Signoria per le loro alleze, li piace la Signoria voler tenir Pisa in libertà, et ditto sier Lorenzo li disse di arzenti li par di novo non li habi presentati. Et esso rispose el suo predecesor non 1’ haver fato, etiam lui non lo poteva fare sine mandato, ed aspeclava l’oportunità. Et lui li disse a questo zuramento si farà al principe era l’oportunità; et che a dì 13 di quello mexe fu fatto il zuramento in palazo al principe davanti li oratori. Ilem, al gran contestabile et il ducha di Nazara per riconsiliarli, è sla per quelli catholici re tolti tre castelli a dillo contestabile et uno al ducha dì Nazara, quali tieneno in deposito fi-