651 bancha ne fono contrarii et li cai di XL; et fo bisogno a sier Nicolò Foscarini savio dii conscjo et sicr Polo Pixani el cavalier savio a terraferma, et io Ma-rin Sanndo savio ai ordini andar a la Signoria. Or sier Marco Antonio Morexini el cavaliere consejer disse voleva rispeto tre zorni, e nulla fo posto ; et li consejeri volse meter una parte, et sier Filippo Trurn procurator, savio dii conscjo, eliarn lui volse rispeto, et volendo meter una parte di tuor nave e armarli, ditto sier Filippo inlrigoe. Et fo posto, per li savii dii consejo et di ordeni, una parte, aricordata per sier Marchio Trivixan, che le robe di bazarioti veniva di Constantinopoli et di Puja qui et di fuora dii colfo, dovesse de celerò pagar do et tre per cento ; et bave tutto il consejo. 257 * Et fo chiamato el consejo di X con la zonta di danari, procuratori et savii, per far l’ubligatiom al Grimani per li ducati 16 milia prestava, libligarli ideimi deposili dii sii : ita che li bara fino uno anno tutti, et cussi fu fato. Et a hore 21 fo licentiato el pre-gadi, con gran mormoration di tutti di redursi per niente. A dì 27 aprii. In collegio. Fo el primo zorno si andò di sopra a l’audientia. Vene sier Polo Malipie-ro, sier Alvise Barbarigo et sier Bortolo Diedo, proveditori sora el Polesene, a dir come havia afìtado la possession di la Canda sul Polesene per ducati 2072, preso ducali 200, et dia dar segurtà ; la qual si baloterà in collegio; et tolseno licentia elium di aflìtar l’altra possession di Pontichio. Vene domino Aldobrandino di Guidoni dolor ora-lor dii ducha di Ferrara, dicendo presto vera a tuor licentia, aspeta il successor, poi dimandò di certa lite per cossa privata. El principe li rispose si vederia. Vene l’orator di Urbin, et fe’ lezer una lettera di 23, dii suo signor, qual voria danari da la Signoria per poter pagar le zente et venir qui, overo una prò ri lessa da la Signoria, et tuorli a usura. Risposto si vederi. Vene il secretano di T orator di Milan, zercha quella licentia di trazer artilarie da Brexa : li fo risposto, da poi consegliato tra li savii, per il principe : che non volevamo darli per adesso etc. Vene il magnifico Zuliam di Medici ; qual senlato apresso il principe racomandò do di Bibiena, et dete certe scripture, pregando el principe le volesse far lezer, qual non fo lete, ma date a Zorzi Negro secretano’, et risposto per il principe bone parole, si faria. Vene 1’ orator di Monterà, et disse in la materia di domino Marquardo; et il principe li disse quello cl dimandava fo dii 37 et si vederia. Poi esso orator 652 le’lezer una lettera dii ditto domino Marquardo, che li scriveva di le nove de’ sguizari et esser sta morti do soi fradelli et uno fìol da ditti sguizari, corri ha -tendo, et di una baruffa fatto sotto Costanza, et che si dicea la Signoria nostra ajutava sguizari, dice facea ma) perchè non si voi haver potenti vicini, el che si el re di romani è cativo, poi lui vera uno altro; poi ditto orator disse el ducha de Milan dicea per tutto la Signoria nostra esser in guerra col Turcho, et li à roto la paxe. Item, consegliò si mandasse a justi-ficar con ditto re di romani, perchè lui orator è chiaro la Signoria non dà ajuto a sguizari ; poi dimandò di veder la lettera scriveva la Signoria nostra a li nostri oratori in Franza zercha il signor Constanlim. Fo ringratiato di l’aviso, etc. Et sier Marco Zorzi, qual era ussito di savio da terra ferma, disse in collegio : come havia parlato con li oratori fiorentini, quali erano soi amici ; et li haviano ditto li soi signori volentieri si uniriano con la Signoria nostra, per tanto referiva. Li fo risposto, si consejerà. Vene alcuni dii Liesna, dolendosi di sier Alvise Barbiirigo lhoro conte, che innovava alcune cosse, umie per la Signoria fu comesso la ditta cossa a l’ulicio nostro di ordeni. Di Castel Delze ili sier Lorenzo Zustiynam et sier Jacovw Venier proveditori, di 22. Come havea-no ricevuto la licentia conditionata ; et prima doves-seno levar le artilarie, et a levarle bisognava danari, perhò rechiedevano, et aspeta Basilio da la Scuola lì per veder qual era meglio o romper i cortaldi in pezi o farli condur intriegri; el il proveditor Marcel- lo in Bibiena aspectava li cavilli per levarse et venir lì. Et eri il ducha de Urbin vene in campo a visitar il conte ; li fono incontra tre mia, sta bene, oferse il suo slato a la Signoria, et si poneva in bordine per venir a Venecia. Da Brexa, ili oratori, di 24. Come haveano fato 258 farla proclama di li stratioti, sono a Milan, venisseno di qua sub piena rebelionis. Et che domino Marche-xin Slanga era venuto lì, andava al re di romani, et mandono a 1’ hostaria a excusarsi. Di Puola, ili sier Bortolo Callo conte, di 23. Come la barza grande era in bordine, et doman si partiva per venir sora porto, et conzerano l’altra barza; dimandava alcune cosse bisognava, qual ozi fo balotade in collegio et ordinato mandarle. Et fo parlato zercha la dificuità de chi dovea pagar il capitano di le nave, o la Signoria over di danari di sier Cosma Pasqualigo che l’armava; et fo terminà in collegio pagarlo di danari di la Signoria nostra. MCCCCLXXXXlX, APHlLE.