82:1 MCCCCLXXXXIX, GIUGNO. m et li dà ducali 80 rnilia ; et il ditto prior, et il gran maestro à fato comandamento a tulli li cavalieri ven-gino a Rliodi. Ilem, eri fo concistorio, et fo parlato dil’arrnada tureliescha, tamen nulla fu provisto. Et fu etiam per dar una Abazia in Picardia a uno, ma perchè la cossa non fu acordà col datario, nihii aclum l'un. Di Rimano, di sier Zorzi Franco secretano, di 15. Scrive di la licentia aula, la qual fu suspesa. Pregava la Signoria fazi restar ancora Marin Bianco de li, per poter compir di haver il conto di le muni-tion, etc. Ilem, non esser zente di lì intorno, licei 'el signor dicea esser dii papa, come ha referito sier Ili-ronimo Donado dotor, vien oralor, di Roma. Da, Ferrara, dii Bembo vice domino, di 15. Come de lì si parlava molte zanze. Primo esser lì Piero di Medici incognito, et esser slato in secretis col ducha, si voi acordar con il ducha di Milan ; et il signor à mandà Antonio Maria Guarneri suo fator a Fiorenza per trovar danari a tempo, poiché a Venexìa m»n poi trovar, el li banchi esser ialiti, et questo li ha ditto el signor, tamen à inteso lo à mandà per conzar don Ferante con fiorentini. Ilem, si dice il ducha di Milan à mandato al re di romani ducati 1(30 milia, et mandò Marchesin Stanga, qual ritornato, lo manda al re d’Ingaltera con persuasion rompi a Pranza. Ilem, el Cardinal di Este, fiol dii ducha, vien di Milan, à ditto questo ; et Frachasso esser tornato da Forlì, nulla à fato, è più nimieho che mai dii ducha di Milan, dicendo si potrò farò etc. Et che li fanti, andò a Forlì, non fu vero, ma solum fono burchi di mo-nition con fanti di essa madama ; et che Zuam da Casal era a Forlì per ¡1 ducha di Milan a far mostre, volea riconzar esso Frachasso con Milan, ma lui non ha voluto. Ilem, è nova misier Zuam Jacomo Triul-zi haver disditto le trieve al ducha di Milan, et ditto ducha ha roto con il marchexe di Mantoa, et non volerli mantener li capitoli, et à fato il ducha di Ferrara compositor; lamen era sta ditto certo el mar-clicxe di Mantoa esser riconzo con la Signoria nostra, et li dà Ostilia in le man, unde quel ducha à spazato a Milan per provederli. Di Spagna, di sier Zuam B uloer dotor oralor nostro date a Madrid, a dì 7 mazo. Come a dì 24 aprii recevete, per Piero Rizo corier, lettere nostre : una li comete debi presentar li arzenti, per l’altra li dà licentia di ripatriar, per l’altra zerclia le galie di Barbaria et Acque morte esser poste, et racoman- * darle a le regie altcze siano ben tratate nei Ihoro regni, per l’altra per le cosse di sier Andrea Lore-dam et Marzagnoli per li danni «uti in Sicilia. Et come a di 5 fu da le regie alleze, che prima non potè haver audientia, li presentò li arzenti al princi|)e et haveno a grato, et la raina disse: questo presente astrenze el principe haver memoria di la Signoria. Ilem, a esso orator li disse di l’armada Iacea la Signoria nostra per il Turcho, et etiam lhoro reali armano ; et che la Signoria armava per conservar il stado suo, rispose. Ilem, haver inteso, quelli re, di la liga lata con Pranza contra il ducha di Milan, et haver il roy fato capitano il ducha d’Orliens, voi dir di Lorena, et dice lui à bona pace con esso ducha. Ilem, come a dì 4 esso orator andò a tuor licentia ; perhò che il re li diss| non si partisse, et l’orator rispose la Signoria per facende sue particolari ha-verli concesso licentia, et cussi tolse liceptia. Quanto ai danni di Loredam, il re promesse farli lettere da farli restituir, pur nulla fece ; et cussi tolto licentia, a dì 8 dovea montar a cavallo. Ilem, quel Monferà Dome-nego promesse li danari per esso orator a fìarzelona, per il dazio di l'arzenti fu dal re, qual soa majestà conzò il tutto, promesse conzar, sichè nulla si page-rà. Ilem, le cosse de lì esser molto quiete, et quelli reali haveano terminato andar in Sibilia, ma vano a Toledo per pasqua di mazo, poi a Guadalupe, dove dice dia venir il re di Portogallo per concluder il matrimonio di. 1’ altra sua fiola, el etiam vano per esser propinqui a la Italia. In questo pregadi, per sier Polo Barbo el eonse-jer et sier Marco Antonio Morexini el cavalier, et consejer, et poi intrò li savii di una man et di l’altra, fo posto parte di non far de civtero più le spexe a li oratori vieneno qui, et a niun signor, ni darli barche se non per parte messa per 4 consejeri, i cai di XL et la più parte di savii di una man et di l’altra, et non s’intenda presa si la non ha li do terzi dii consejo di pregadi. Bave una non sincera 55 di no, 130 di la parte et fu presa. Ilem, fu messo, per i cai di XL consejeri, che dovea dir prima, et li savii sopra ditti, di elezer per scrutinio tre provedadori sora i conti de tutti ambasa-dori, provevadori, sindici et pagadori, stali fuora da anni 10 in qua, et habino la mità di quello recuperano, possino intrometer et menar a li consegli, reservato lamen 1’ oficio dii sinichà di Pisa a sier Zuam Paulo Gradenigo, qual in termine di inexi do debi expe-diri, etc., et non possi esser electi chi sarano stati etc. Bave ninna non sincera, 13 di no, 172 di la parte e fu presa, et poi fono electi. Ilem, fu messo, per nui savii ai ordeni, di mandar le galie di Fiandra in armada con altre condilion, etc. Et leta dita parie, el principe ne persuase dovesse-mo indusiar, el forno contenti.