285 MCCCCLXXXXlX, CENNAJO. 286 uno lion, li pulì comenzono a cridar Marco, Marco, e poi li nitri, adeo per meza hora durò questo clamor per Mantoa Marco, Marco, Turco, Turco. Et li oratori dii re di romani e di Milan rimaseno stupe-fati, et cussi il marchexe, e ridendo senza altro son di trombe andono in castello. Poi lui Piero fo a visitar el signor Zuam, el qual si racomanda a la Signoria, desidera meter la vita per quella, voi vegnir con la moglie e figlioli, piacendo a quella, ad habitar su le tere nostre. In questo zorno, in pregadi nulla fo fato ; se non che fo lecto le opinioni di savii di risponder a li oratori in Franza, le qual erano come dirò di soto, tamen per esser assa’ neve, il consejo non ben reduto et hora tarda, terminono vegnir uno altro consejo. El principe non fu in pregadi; et questi ussite di collegio : sier Polo Barbo, sier Alvixe Bragadim procurator et sier Nicolò Trivixam savii dii consejo, sier Zorzi Corner kav. savio a tcrraferma ; et per avanti era ussito sier Marco Bolani andoe prima a Padoa et sier Ili-ronimo Orio prima a Bergamo ; et lanieri questo me-xe non fo fato li savii a terra ferma, per aspectar potesse esser provado et electo sier Polo Pixani, veniva podestà di Bergamo. Dii mc.xe di Zener 1498 (m. v.). A di primo zener. Fo el primo di de anno nuovo, benché in questa terra si muda milesimo al primo de marzo. El principe fo in chiesia di San Marco con li oratori et la Signoria juxla il consueto, et uditeno messa, et poi compita, il colegio con la Signoria si reduse. Da, Ravena dii podestà di 29 et 30. Come quel teritorio è tropo cargo per le zente ; mandava letere dii conte di Sojano, si dispera quella impresa esser andà in fumo, e mandava per questo Jacomo Sacho. Item, havia auto una lettera di domino Antonio di Pii, data a Tezo a dì 28, come era in paura inimici non venisse lì, et era zonto in Galiada Achiles Ty-berti capo di balestrieri di madama di Forlì in favor de’ nemici, et fiorentini haveano comandato uno homo per fuogo ; perhò stava con paura, et quella impresa esser andata in malora. Da Castel Delze, di sier Zuam Paulo Gradenicjo proveditor sora i stratioti, di 27 et 28. Come de lì intorno erano alozate queste compagnie, di Astor Bajom et li so parenti, Taliam da Carpi, Hanibal Ben-tivoy et Zuam Paulo Manfrom et Jacomazo da Ve-niexia, zoè tutti mia tre vicini, quali sono in fuga, le compagnie andavano via per carestia de danari. Era il conte Antonio di Urbim et il mag.0 Piero lì; condutieri voleano da lui danari et lui non havea, et il mag.0 Piero li volea prestarli e lui non volse tuorli. 11 conte Antonio radunava fanti dii paexe dii ducha suo fratello (in 1500, qualli erano quasi cernide, et era sta rasonato di andar a portar vituarie a l’Aver- 1 na dove è l’Alviano, el qual sta male si non è aiutato: voria portar 80 some, et lui disconsejava dicendo, quando ben le portesemo, che saria per portar una volta et l’altra che faria ? et che a dì 26 par Paulo Vitelli fusse a dar la bataja a Montatone et bombardarlo e nulla ha fato. Et per l’altra di 28; dice dii consejo fato con li condutieri zercha far scorta e mandar vituarie in campo a l’Averna, e tutti messe la cossa disperata; zoè el Bentivoy, Carpi e Jacomazo per la raxon dila di sopra : conclude quelli condutieri haversi mal portato a levarsi. Item, haver come Frachasso si era unito con il signor Paulo a la Pieve ; hanno tralo di Popi bombarde e falconeti e altre artelarle menude ; non -sa dove voglino andar ; hanno squadre 16 di cavali,'balestrieri e altri fanti con li comandati in gran numero. Item, el generai di Camaldole è il capo di le spie, ha con si 14 frati armati con uno stendardo con San Remoaldo e San Francesco, et da l’altra banda lui et Paulo Vitelli, et vien ditto llioro sano tutto quello fa nostri ; conclude il mejo saria che il signor Bortolo col ducha di Urbim et Carlo Orsino se intendesseno, et unitamente do hore avanti zorno si partiseno e veniseno lì a Castel Delze, perchè la cossa è disperata. Inemici hanno tajato arbori e posto su le montagne per se-rar le vie di le vituarie, tamen quella note voleano provar di mandar 100 fanti con qualche vituaria al meglio si potea, et si aspeterà li 1000 provisionati havia mandati a far 1’ Alviano. Item, erano zonti li tre contestabili nostri, Vicenzo di Naldo, Uamazoto e Zuam da Feltre ; le compagnie erano fuzite ; hanno soluni 50 fanti, et par il conte di Sojano sia in leto per il mal si leze a la spalla. Item, ditto Gradenigo mandoe una lettera di l’Alviano de 26 scrita a Piero di Medici ; dimanda li condutieri sono a Castel Delze debi vegnir avanti et socorerlo de vituarie, et che in Bibiena è 200 homeni d’arme et 80 stratioti,'e lui ha 90 stratioti. Da Ravena di sia' Jacoino Venier proveditor, di 29. Manda una lettera abuta di l’Alviano di 27 da l’Averna scrita manu propria. El qual mandava de qui el suo domino Hironimo de Gaglioiìs da l’Aquila acciò fusse provisto al bisogno. Et per l’altra li scrive, nara molte cosse seguide da poi el suo partir, e dii danno hauto di 85 homeni d’arme, qualli com-