MDIX, GIUGNO. 352 mandalo, per il consejo di X, In barche dii eonsejo di X per custodia, numero 13, el fato pressa a masenar e mandar di qui. Fo parlato in colegio, con il consejo di X, di far molini in questa terra in varij lochi ; el fo mandalo a tuor certi molini su sandoni im Po e in P Adexe, per le barche armate di sier Sabastian Moro, capita-nio, e conduti qui etc., et maxime di Cavarzere. Item, fo parlalo di aqua dolze, far pozi a Lio, perchè il pozo di San Nicolò mai mancha aqua. Et sier Lucha Trun. qual à praticha di far pozi, andò a Lio con li provedadori di comun, et veleno mai mancherà aqua, e si potrà far quanti pozi si vorà ; sì che bisogna pensar a tutto. Fo mandato, di hordine di cai di X, di sora Liza Fusina, dii Moranzan in qua e a presso Uriago, alcuni zentilomeni, deputati per far lajar lutti i albori, li qualli sarano boni per P arsenal, el far che i (limici non si servono d’ essi, el per far bastioni etc. F. fo mandato sier Daniel Dandolo, quondam sier Hiro-nimo, el sier Filippo Panila, quondam sier Nicolò, sier Zusto Guoro, hanno possession di là via, con altri homeni pratici e sono lì. Item, vuleno cavar la pota (sic) di lovo versso Santa Marta. E nota, fo portà legnami per far uno bastión a San Zorzi poi. Fo mandato di sora Chiozi sier Pollo Contarmi, da Sanla Maria Zubenigo, et questi 4, qualli vedano far cavar, far conzar boche con legnami, far provi-sion di far bastioni etc., videlicet sier Francesco Pa-squaligo, quondam sier Yetor, sier Fantin Querini, quondam sier Anzolo, sier Almorò Pixani, quondam sier Hironimo, et sier Zusto Guoro, sier Piero Boldù, quondam sier Lunardo. Nolo. Tulli nostri patrieij mandavano a furia im padoana e trivisana barche a tuor soe masaricie, et non si vedeva altro dia barche cliarge venir di fuora, che era una paura veder tanta extremità e fuga. In quesla note, con bel modo fono expediti assa’ fanti versso Padoa, datoli le barche, dicendo li si da-ria danari, per mandarli fu ira di la terra. Et nota, non potendo portar arme, portavano zerti bastoni in man, li qualli e ti am fonilo fati meter zoso ; sì che fonilo obedienti. Fo scrito a Trieste et Goricia sospendesse il con ■ signar prò nunc; tamen Ihoro haveano za consignà, e fo tarde. In Veniexia tutti li zentilhomeni e citadini alen-devano a comprar curazine, falde, spade, ronche e oltre arme, sì da lì fanti, qual a le bolege; si fevano far curazine. A dì 5. Da malina fo consejo di X con la zonta in colegio. IH Padoa, di retori e provedador Emo. Come padoani sleteno nel suo consejo di 16 deputati al governo fin horre do di note, con li rectori e provedador, et parlò Alberto Trapolim, che si voleno tenir per la Signoria, e non si dar al re di romani, si non vedono mazor exercito cha ’1 nostro a presso Padoa, ben non voleno danno, ni il nostro campo entri im Padoa etc. Et il provedador disse : È quesla la vostra resolulioti, acciò scriviamo a la Signoria? Rispose maistro Antonio Musato: E bon far doman il consejo grande e daremo resoluta risposta. Ta-men la terra era in arme etc. Di campo, di provedadori, da Moncelese. Chome era venuto versso la Bataja, hanno 450 homeni d’ arme et 2000 fanti, parte è versso Bovo-lenta alozati, et cavalli lizieri numero... ; et altre partieularità. Et nota, dito campo etc. si andava di-solvando; et voleano danari etc., padoani li provedovano di vituarie. Vene, per aver audientia, sier Zuan Grìli, venuto podestà e capilanio di Rimano, et non fo aldito. Di Axola. Si ave esser persa la terra e la rocha, et quelli fanti aver introdutoi nimici dentro e datoli (sic) a Mantoa. Sier l'erigo Contarmi, provedador, intrò in rocha, dove era castelan sier Slepliano Ferro. Li qualli fono assassinati, et fo perso la rocha senza Irar una artelaria, et Ihoro menati presoni a Manloa. Questo so intese per uno fante vene di lì. Questo fo a dì . . mazo. Dii campo dii re. qual era a Peschiera, se intese, per homeni venuli de lì, che una parte mandava versso Cremona, e una parte versso Mantoa, e una parie reslava lì a Peschiera. Et ini Brexa è restati francesi 600 e il Cardinal del Final al governo. El in campo, zoé col re, dici-tur è cardinali 5, 12 vescovi, 32 abbati; sì che sono assa’ prelati. Di Vicenza, di rectori, si ave aviso di eri. Come visentini erano tornati da Sehyo, quelli 16 andati da Lunardo da Dresano, exule, qual vien per nome dii re di romani, e con lui capilulato darsi al al re di romani. El cussi li rectori, visto questa mo-vesta, montono a cavallo per Padoa, e li citadini li acompagnono, et questo fo eri a bore . . ; et levono 1C7 * le insegne di P imperio. El li rectori, ubedendo li mandati di la Signoria, erano parliti etc. ; e prima mandato in quesla terra, per sier Piero Bafo, camerlengo, li libri di la camera, et per barche le artela-rie etc. E che ’I popolo di Vicenza si dolevano assai