331 MCCCCLXXXXIX, GENNAJO. 332 ilo Simoneta consejer dii signor li ha ditto haver lettere il signor di l’orator suo de qui, zercha quello incognito li vene a parlar a San Zuane, et che ’1 signor si doleva la Signoria avesse inteso quello li scrisse a dito orator, et non voleva star con niuno potentato, ben voria da la Signoria esser cressuto in grado. Da Ravena dii podestà, di 11. Di le provision fate su quel di Zervia, et haverli mandato 100 cavali, et a Fiorenza hano fato fuogi per il recuperar di Mignano, e avisoe alcune nove di Pisa. D:i Zervia di sier Piero Bondimier podestà, di 9. Come quella terra non era forte, dubita de’ inimici pur stava con custodia, et hàver inteso che Achiles Tiberti havia certa intelligentia con la villa di Cani-trio e potendo averli li punirà. D i Pexaro di sier Francesco Morexini dolor, andava oraJ,or a Napoli, di 8. Come era ivi zonto el signor Zuam per honorar la Signoria. Li mandò 4 mia lonzi soi guastatori a conzarli le strade, et uno mio li vene contra e lo acompagnoe al palazo dove era ben preparato, li fece le spexe, e do volte al zor-no lo andava a levar di caxa ; et averli dato esso orator la lettera di credenza et verba prò verbis ; disse havia gran obligation a la Signoria, et haver nova di Roma l’acordo esser seguito tra il re di Francia e la Signoria. Item, a Viterbo esser seguito certo rumor, et il ducha di Valentinoes era zonto a la corte, qual li era venuto il mal di San Lazaro, lamen non era vero. Item, si dolse dii papa, et pativa mal la separation di la moglie, e dicea gran mal dii ducha de Milan et dii Cardinal Ascanio che non l’hano aju-tato. È da saper questo signor ebbe per moglie ma-dona Lugrecia figlia del papa, et essendo con lei a Roma si partite, el papa disfè le noze e la maridoe in uno baron in reame. Vene Lucha di Lanti orator pisano ; exponendo haver lettere di 5 di soi signori zercha questa paxe si tratava a Ferrara, et dimandavano esser racoman-dati, et voriano haver Livorne. Et per el principe li fo risposo non dubitasseno, che havevemo ben a mente ogni comodo de’ pisani, el l'effetto l’havia dimostrato. Di Piero di Bibiena secretano di Medici. Fo leta una lettera di novo scrita al principe molto savia, qual aricordava tre cosse per Medici. Primo, la dote di madona Alfonsina moglie del magnifico Piero esser ducati 50 milia ; secundo, il Cardinal de’ Medici sia restituito il spiritual e goda le sue entrade e sia restituito il mobele tolto ; tertio, Medici godano li beni stabeli hano su quel di Pisa; et infine aricorda di la sua patria Bibiena. Vene li cai di X con sier Zorzi Pixani dotor e 135* cavalier in quella materia di Alemagna, et mandono tiitti fuora di collegio ; et da poi disnar fo gran con-sejo et li savii se reduseno a consultar, et fu terminato conferir la matina con 1’ orator di Milan. A di 14 zener in collegio. Vene Zuam Batista di .Garzoni dal Banco, dicendo dover haver molti danari et esser tempi di nave et bisognarli, pregava l'usse balotato et datoli ducati 8000 a bon conto, et cussi fo balotati, et di prima balota fu preso. Et è da saper ditto banco era venuto cativo, udeo la brigata dubitava et era gran pressa di far partie, et si dice tolevano contadi a tre per cento, lamen tacile si parlava etc. Vene 1’ orator di Milan per il qual fu mandato, et per il principe li fo dito le difìcultà di l’acordo in che se restringevano, et che a questo si vederia si el suo signor havia bona voluntà come el diceva ; et l’orator rispose scriverla; e mamme fo ditto la difi-coltà nel capitolo di la justicia, qual assa’ importava. Et è da saper, licei habi scrito di sopra, Luca di Lanti orator pisano venisse in collegio, non vi fu, ma detela lettera abuta di Pisa, et questo perchè non li era dato audientia, et quelle parole ho notato li era ditto per li savii di collegio, che tuttavia a la porta si racomandava. Vene l’orator di Monferà et disse haver lettere dii signor contestabile come ha di Franza di la sen-tentia fata. Item, de l’intrata dii ducha di Valenti-noes et di do oratori zenoesi venuti a la corte quasi come spioni., et di la difìcultà dii capitolo di 100 milia ducati. El re era sta messi» suso di altri, e mandava il Cardinal Roani a Nantes per la raina fo moglie di re Carlo, dove volea far il matrimonio. Item, poi disse dii prefeto di Sinigaja dii qual era coniesso zercha le diferentie havia con re Federico. Item, havia una lettera per uno messo a posta di domino Marcuardo, qual dimandava certi danari per caxon di privilegii fati, cosse vechie et secrete, et fo fato intrar ditto messo e ditoli per il principe si expediria. Vene uno Metrano, capitano di spagnoli, qual non potè haver ozi audientia, et portoe una lettera di Marco di Santi da Castel Delze di 6 : avisava la sua venuta, qual voleva danari, come dirò di soto, non solum di servito ma eliam dii suo prestato. Vene 1’ orator di Urbin con lettere dii suo signor di 6 da Bibiena, esser molto gajardo a star, e se li altri si voi partir lui voi restar. Di l’Averna dii signor Bortolo d’Aloiano, scrita a di 5 al proveditor Venier. Advisava non veniva socorso de vituarie, volea venir a Chiussi e Monte