481 MCCCCLXXXXIX, FEBBRAIO. 482 ¡lem, dimandano essi proveditori capilano di quelle zente, danari et condutieri, in conclusione nulla di buono. Da poi disnar, niun se reduse per il tempo cati-vo. Et è da saper la galia Loredana sotil era sora porto et ave fortuna. A dì 27 fevrer. In collegio. In questa matina li consejeri fono a Rialto per incantar le' galie di Aque-morte, et non trovoe patroni, salvo uno sier Cabriel Soranzo q. sier Bertuzi fo patron in Barbaria, qual bave la prima per uno ducalo, et l’altra non trovò patron per non se impazar col ditto, adeo non fo date via le galie, eh’ è perliò 1’ ordine che si tutte le galie non trovava patroni, li consejeri non le poi delivrar, et per qual precio trova convien darle. Di Milan di l'orator, di 24. Manda lettere a-bute da Turin. Et eri matina el ducila mandò a caxa sua el generai di umiliati suo consejer a congratularsi di la liga fata tra el cristianissimo re et la Signoria nostra, et disse averla saputa da l’orator suo existente qui, et che quel zorno soa excellentia non volea alcun orator ; el ozi essendo andato con esso ducha juxla il solito a la predieha e con li altri oratori, el ducha nulla li disse di la liga. Et eri sera passò per lì Zuàm gobo corier, va in Pranza con nostre lettere, qual è zonlo a Novara. Da Tarin dii segretario, di 23. Come havia inteso, per via di Aste et di altrove di la liga, et molti havea piacer, altri dispiacer, et dicono la Signoria non patirà veder francesi ritornar in Italia havendoli scaziati una volta ; et il thesorier auto lettere dii ducha di Savoja vadi a trovarlo ; et che li oratori de’ sguizari, quali contra il re di romani erano mossi, zoè li bernesi et svevii, et il ducha dilto à mandalo uno zenthilomo a cadauna di le parte a reconziliarli et persuader 1’ acordo, et il re di romani mandò monsignor di Sans per tener li dicti sguizari. ltem, esser stato lì a Turin domino Troylo da Vilmerchà, sta con il marchexe di Saluzo, va in Pranza, contra il signor Costantin Amiti ; et esser apresso il marchexe di Saluzo Zuan de Aladia fordusito di Casal, /lem, esso secretano dimanda licentia di repatriar, ha assà cataro, la qual per avanti li fo data, et poi la fu su-spesa. Di Crema, di sier Hironimo Lion el cavalier podestà e capilanio, di 23. Come el ducha di Milan havia fato compir do torioni a Charavazo, che erano bassi come le mure, et ha fato fortificare le porte. Item, Trezo et Casam fornisse ; et è manda Cristofol de Pian a reveder li lochi ; et fato mesurar l’alteza dii fiume di Adda da Trezo fin a Rivolta, et manda do- I Diarii di M. Sanuto — Tom. II. mino Francesco Bernardin Visconte sora Ojo et acciò provedi a Sonzim. Item, è sta ditto el ducha haver mandà, in questi dì, ducati 80 milia al re di romani. Tamen non l’ha da persona. Da Bologna dii secretano, di 23. Come eri matina fu al rezimento, notificando la nuova di la liga, el qual mostrò piacer, ringraciando la Signoria di la comunication. 11 ducha di Milan ha scritto a rnisier Zuam, otegni da quel rezimento di haver stantia per 500 homeni d1 arme, prometendo pagar-il strame, e non haverà alcun danno; à risposto il referendario non li par di dimandar questo dicendo non otenìrà, et che il secretano venetian è li, e cussi risposto a Milan. Item, esser passalo per fi cavalli 100 del marchexe di Mantoa, vano a Castelcaro con uno capo 192 ' qual è lavorilo dii marchexe, al quale è sta rollato le arme e uno cavalo di valuta di ducati 150. Item, esser venuto lì uno misier Marcuzo di Salviati fiorentino, paril a dì 19 da Fiorenza, va dal magnifico Piero de’ Medici, disse è stato da Fiorenza spazato, per le division grande non poleno trovar danari per satisfar le zente. Dicono fiorentini, 4 citadini dia pagar el a requisition lhoro non voleno minarsi. Et in Fiorenza si parla contra Paulo Vitelli, dicendo non haver voluto dar il secretano de la Signoria nostra in le man lhoro, dal qual si havia auto secreti, ma per la taja 1’ hanno mandato via, et dice esser sta in uno castello nel Casentino, et che nostri cridava Marco, el si havesse cridato marzocho e palle, saria* no ili fin su le porte di Fiorenza et dentro la città. Et per fiorentini fo levato la Signoria si volea insigno-rirse di Fiorenza ; et dice haver uno fratello al governo, et che ’1 ducha di Ferrara à scrito è persuaso mandi lhoro oratori, perchè nostri faria la pace a lhoro modo; et che se la Signoria nostra durerà uno mexe in guerra, Medici intrerà in Fiorenza con gloria grande di essa Signoria. Item, come la contessa di Forlì à mandato a dir a Fiorenza no poi star cussi, ma li convien tuor partito con la Signoria. Item, per stafeta è andato a Fiorenza e passato per lì domino Galeazo Visconti, per nome dii ducha di Milan ; et che Lorenzim di Pier Francesco di Medici fo mandato commissario in campo per fiorentini. Da Ferrara dii vicedomino, di 25. Come eri sera zonze lì domino Leonardo Bota orator di Milan, per venir col ducha di Ferrara in questa terra. Si aspectava di brieve li do oratori fiorentini. Item, ha per bona via la liga esser sta nojosa al ducha, et à sentito gran dispiacer licei non dimostra, et dice voi esser neutral, e per la sua corte si fa varii cornei iti. Et manda alcuni avisi alititi in risposta dii spirito si 31