1051 MCCCCLXXXXlX, AGOSTO. 105-2 nese, eleclo podestà dì Lucha, dimandò licenlia da la Signoria di andarvi, et li l'u concessa. In questa mattina, vedendo non era di restar di far ogni provision per le cosse di mar, et la galia soracomito sier Alvixe Salamon era principiata di armar, et non seguiva : aricordai in collegio fusse expedila, et alcuni mi fono conira, unde Azi balotar di darli danari per compir di armarla, et balotato per do volle have 9 de sì et 9 di no, unde io Marin Sanudo, savio ai ordeni, solo mi levai, et dissi era mal lato il pregadi volesse una cossa et il collegio un’altra, et vedeva dove procedeva il mal, uwle la Signoria dimandi ozi da poi gran consejo el pregadi, et che per le leze li consejeri non mel poteano denegar; et alcuni disse, domati liaverè il pregadi, et io pur costante, tandem li consejeri terminono far pregadi ozi da poi consejo, et cussi lo comandato, et io fu causa. Da poi disnar, fo gran consejo, et poi rimase pregadi, non vene il principe. Et è da saper hessen-do nui savii ai ordeni andati a consejo, volendo poi venir zoso maxime havendo dimandato el pregadi, andati a la Signoria, et balotato, sier Polo Barbo el consejer non fo di opinioni, et sempre havevamo una balota di no, et poi avi una lettera di sier Nicolò Marzello soracomito, di 21 fino 24dujo scritta a sier Alvixe Emo molto copiosa, la qual la lexi al principe, et ditta lettera fo Iella in pregadi me auctore. Et in collegio fo aldito, per li savii, domino Zuam Balista Carazolo, va capitano di le fanterie, qual aricordò molte cosse bone, et quello fo expedito. Elìam zonse qui 1’ orator dìi signor di Rimano, venuto di Rimano, et fo in collegio da li savii dicendo el suo signor voler cavalchar, voi certi danari et .....balestrieri; et cussi questa matina si have per lettere dii secretano nostro; et fo concluso darli quello el dimandava, et scriverli dovesse cavalchar immantinente. Di Crema, di sier Hironimo Liom el cavilier podestà el capitano, do lettere, di 8. Come è tornato il messo suo stato a Milan, à parlato a l’amico, qual li ha ditto che avanti il ducha si partisse per Novara, chiamò a sì li cittadini, et li usoe alcune parole stessono constanti, dicendo à un milion e mezo d’oro da spender, et che sopra tutlo voi ì cuori di homenì, et tem va la Signoria nostra non li rompesse, et non li rompendo anderia lui a romper a’ francesi quali podio stimava per si soli, tamen ■credeva- la Signoria non li romperla per non haver causa, dicendo la non farà podio a defendersi da’ turchi, et altri. Ilem, esso ducha liavia spazà al Tur-cho Ferdinando napolitam, acciò el rompi a la Signoria noslra, qual à la lengua greeha, è de anni 45 in 48, scrive la effigie et statura sua, andava per la via di Puja. Ilem, ('1 ducha havia gran paura di la Signoria, era stato in Alexandria a fortifichar. et a Milan si fazea fantarie, et mandavano a quelli confini. Ilem, el ducha, ni el Cardinal Aseanìo non erano venuti a Lodi, et haveano posto 800 guastadori a vastar li zardini atorno Lodi, zoo la terra, fano uno bastion, pone dentro Santa Maria di Anzoli, et di qua eli Adda in l’Abatia di Ceredo nulla à posto, è solum 5 monaci. Ilem, el ducha ha fato far suso a Bisignano uno ponte su burchi 30 per passar zente d’arme propinquo a Alexandria, et à posto guarda ai burchi. Ilem, a Brignano, loco di domino Francesco Bernardi Visconte, et a Fontanelle, Ceffo, et Antignano ha posto le sbare, et a betolado per mezo Quinzam ha spiana lo borg >, et a Zivolta che è propinquo a Barco, loco di fioli fo di misier Leopoldo da Martinengo, havia fato quel medemo; sichè si fortificava. Per /’ altra lettera, di 8 da sera, Avisa a Lodi 407 esser il Cardinal Ascanio venuto eri sera. Et quel zorno si aspetava lì el ducha qual era a Margnano, et ancora non havia visto ditto suo fradello Ascanio, et poi dieno partir doman per Milan. Ilem, avisa dii ponte fato Sora Po su burchi, et sora Adda le forli-fication, et bastioni fati far. Da Brema, di rectori, di 8. Come Zuam da Fel-tre contestabele a Pontevìo era slato da lhoro, dicendo esser stato in Cremonese, et che uno cittadin i li havia ditto voria la Signoria fusse col campo lì apresso, perchè il ducha à manda li 500 fanti, et voi le taje, et hessendo el campo non pageriano, imo l'ariano novità. Et ditta lettera, leta in collegio, fo ordinato per li savii non si dovesse lezer in pregadi. Di sier Marchio Trivixam provedador zeneral, di 8 da Brexa. Come il conio dì Pitiano non si contentava di 100 homenì d’arme si dava al fiol, voi danari per imprestedo, et altre particularità ut in literis. Di Verona, di rectori, di 9. Mandono una lettera dii marchexe di Mantoa, qual li scrive voria mille some de carboni trar dii veronese, non li hanno risposto nulla, aspeta risposta da la Signoria nostra. Da Fellre, di sier Marchio Barb iro, podestà et capitano, a d' 9. Come a dì 7 el capitano di Trento fo a Jvam, et lesse una lettera dii suo re, comandava a lutti chi poi portar arme che per li 11 siano