MCCCCLXXXX1X, MARZO. 536 Venecia ne scrisse sperava adatar, et lhoro excelsi signori, reputando esso ducha fiol di questa illustrissima Signoria et fratello lhoro, terminò mandar essi oratori qui per trovar qualche mezo per ben de Italia, et per far intender lhoro voler la pace con con-dition ragionevole et honeste, et hanno in comission di pregar la Vostra Serenità et excelso dominio vogli riguardar con bon ochio, salutando et confortando come fioli osso bon padre ». Poi disse in quel- lo ho manchato questo mio magnifico colega suplirà. Et poi parlò Paulo Anton Soderini et disse: « Benché el magnifico collega, mio Serenissimo Principe, ha-bi satisfato abondantemente, nondimeno conforto et prego Vostra Signoria si degni in le occorentie voler eognoscer nostri excelsi signori per boni etobsequen-tissimi fioli, come sono stati sempre, mediante quali è sortiti boni e grandi effedi ». El fono mandati in palazo dii principe per consultar la risposta ; et consultato el principe rispose sapientissimamente dicendo : « Domini oralores vui siate li ben venuti, di le sa-lutation di vostri signori vi ringraciemo ; quanto di l’amicitia antiqua, ve disemo sempre questa terra nostra con fiorentini è stata in bona amicitia, et a’ vostri signori è torna utele ; quanto a Pisa sempre havemo dito non voler altro che mantener l’honor e la fede data, che sopra tutte le altre cosse extimemo; et al presente hessendo venuti col ducha di Ferara eh’ è nostro fiol : sarete con soa excelentia perchè da la Signoria nostra non mancherà la pace ». Et cussi si parlino di collegio. Vene poi li do oratori di Milano, el Bota di sora, el vescovo pur vestito di negro con una cadinella slreta di più volte al collo sopra la vesta. Et presentò la lettera di credenza dii ducha di 19 fevrer: 514* come esso ducha lo mandava a la Signoria nostra per uno segno di adatar le cosse de Italia ; poi disse esso suo signor esser di questo animo di voler conzar et adatar queste cosse, et haverlo mandato come segno, licci l’illustris. monsignor episcopo fusse qui, eh’ era sufficiente, acciò tutta Italia veda l’animo suo verso la Signoria nostra ; et voi sua excellentia esser sempre obsequentissimo. El principe li rispose verbo, prò verbis. Da Tu,rim dii secretarlo, di 14. Come il theso-rier generai partì a di 10 per Zenoa, et esser stato lì Placidio per nome di misier Zuam Jacomo a rechieder uno Alexandro Arosti, era retenuto in prexon a requisitione dii ducha di Milano, non 1' hano voluto dar. Iter», esser passà de lì uno sier Francesco da cha Zorzi da Pavia, con alcuni cavali stato in Fran-za, va a Milano : el canzelier di Savoja li havia ditto haver lettere di Pranza, come el re voi mandar in Italia monsignor di Ugni con 600 lanze francese oltre quelle ha in Aste ; et che lui voleva trazer certo grano di Aste, et misier Zuam Jacomo li ha ditto non poi lassar trazer, per conto dii re che non voi si cavi niun grano ma tutto el voi per le sue zente. Et che l’orator milanese è partito, et lui resta li dove non è ni ducha ni el consejo, per tanto voria licentia. Da Bergamo di sier Hironimo Orio et sier Antonio Bernardo dolor et cavalier, rectori. In materia di sguizari, di quelle novità seguite. Et hanno aviso che lo episcopo di Cuora non si’l trovava dove fusse. Di Bih iena di sier Piero Mivzelo, di 13 el 14. In conclusion non poi mandar via quelle zente del ducha di Urbin, perchè misier domino lhoro capo dice mandandoli resterà con pericolo, poi non voi senza licentia dii ducha. Et esso proveditor à scritto a Castel Delze fazi lettere in nome dii ducha, che debino obedir lui proveditor. Conclude non haver pan si non per tutto 19, eh’è ozi, et voria aleviar li fanti et farà de l'impossibile possibele, etc. Et pel collegio li fo scrito s’intendi con li proveditori a Castel Delze in far eie. [lem, fo scrito a 1’ orator nostro a Roma, e far le lettere date a di 16, che ’1 ducha di Ferara veniva qui per adatar le cosse di Pisa e diga al papa. Da Durazo di sier Vido Diedo baylo e capitano, di 12 fevrer, Voi monition. Ilem, ha per uno, venuto di la Valona, che ivi si preparava 11 fuste ; e tu un scrive di 1' armada fa il Turcbo. Da Ragusi di Nicolò Gondola a la Signoria, di 4 di questo. Et è un parlar terso. Avisa di l’armada fa il Turcho et preparation. Di Napoli di Romania di sier Francesco Bra-gadim caslehn et proveditor di IO, et é al fiol di 15. Conclude la gran armata fa il Turcbo di vele 200 contra cristiani chi dice per Rodi, chi Corfù, chi per Puja. Et par à aviso dì 20 zener da Costantinopoli. Et in questa matina fo expedito Baron da Lignago eontestabele, va a Napoli dove havia il resto di la compagnia, e fo balotà ducati 40 per sovenio. Da poi disnar fo pregadi, leto lettere con gran credenze e dato sacramento per i Gii di X a banchi», a bancho : è avisi dii ducha per quello era venuto qui. Poi el principe referite le parole dii ducha ditte in collegio, et le parole di oratori fiorentini et di quel di Milan, et prima di misier Zuam Lucha, con le risposte li fece. Poi referite Zacaria di Freschi secre- 21 tario in reaga le parole diteli per il ducha ; et che domino Aldromandino suo orator in bucintoro li disse haver saputo il contrasto fu di darli il bucinto-